
Milano, raggiunto un pre-accordo tra Comune e asili paritari: finanziamento da 2,1 milioni (tagliato un milione)
È stato raggiunto un accordo di massima tra il Comune di Milano e le scuole materne paritarie, che nei prossimi giorni dovrà essere ratificato dal sindaco Giuliano Pisapia. Agli asili paritari andranno due milioni e 100 mila euro, questi metteranno 200 posti a disposizione del Comune per smaltire la lista d’attesa nelle sue strutture.
TAGLIO DI UN MILIONE. Il contributo è stato alzato rispetto a quanto precedentemente stabilito ma ci sarà comunque un taglio di finanziamenti rispetto agli anni passati pari a un milione di euro. Il sostegno economico andrà alle famiglie con un reddito Isee basso.
IL COMUNE RISPARMIA. Come spiega a Repubblica suor Monia Anna Alfieri, segretario regionale del Fidae, coordinamento delle scuole paritarie cattoliche, se il Comune ha ridotto i tagli stabiliti in precedenza non è per fare la carità alle scuole paritarie, ma per risparmiare: «Il Comune ci riconosce 2 mila euro all’anno per ogni bambino che accoglieremo, oltre a 837 euro all’anno per la mensa scolastica. Un risparmio per il Comune, che nelle sue strutture spende 5 mila euro all’anno per ogni iscritto».
«BUON ACCORDO». Si dichiara soddisfatto l’assessore Cappelli: «Quest’accordo è un buon punto di approdo. Il punto qualificante è il fatto che loro accoglieranno fino a 200 bambini delle nostre liste d’attesa. Questa per me è l’integrazione del sistema di istruzione pubblico-privato. Diamo un contributo finalizzato a un servizio».
MODELLO VIMERCATE. Finanziare le strutture paritarie permette ai Comuni di risparmiare centinaia di migliaia di euro, al costo di un piccolo scoglio ideologico da superare. Emblematico il caso di Vimercate, di cui vi abbiamo già parlato, dove il sindaco del Pd Paolo Brambilla e la sua giunta, per evitare di sprecare quasi 200 mila euro l’anno, hanno privatizzato l’unico dei sei asili nido del territorio che ancora era direttamente gestito dal Comune. Ora, dunque, a Vimercate ci sono solo asili nido privati, di cui tre lo sono sempre stati, mentre gli altri tre sono gestiti da soggetti privati in strutture comunali.
Con i soldi risparmiati il Comune ha potuto finanziare ulteriori progetti di diritto allo studio o supporto ad attività scolastiche, come per esempio il trasporto pubblico, interventi di manutenzione e ristrutturazione nelle scuole e di supporto ad alunni disabili
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3 commenti
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Il risparmio va bene ma basta che in contro partita ai bambini non si imponga la preghierina quotidiana prima dei pasti.
Invece il mantra LGBTqualchealtralettera va bene?