«Mare Nostrum costa molto, ma ha salvato vite. L’alternativa è aprire un corridoio umanitario»
«Mare Nostrum è costata molto ma ha anche salvato più di 30 mila vite umane. Ovvio che questa non è la risposta definitiva al problema dei disperati che salgono sui barconi né è la migliore che si potesse dare». Padre Mussie Zerai sa quel che dice quando parla di barconi, profughi e salvataggi in mare. Sacerdote cattolico che vive tra Roma e Svizzera, è soprannominato “l’angelo dei profughi”, perché chi sale sugli scafi nella speranza di raggiungere l’Europa come prima cosa chiama lui per chiedere aiuto quando i bastimenti rischiano di affondare. Essendo di nazionalità eritrea, come la maggior parte di coloro che sbarcano sulle nostre coste (sono 16 mila quelli arrivati dall’inizio dell’anno, seguiti da siriani, cittadini del Mali e del Gambia), sa perché centinaia e centinaia di giovani rischiano la vita pur di arrivare nel nostro paese e conosce anche un modo migliore «per impiegare le risorse destinate a Mare Nostrum e alla sicurezza in Libia».
Padre Zerai, cosa spinge tanti eritrei a rischiare la vita pur di venire in Europa?
In Eritrea manca qualsiasi tipo di libertà. Ai giovani viene rubato il futuro perché li si obbliga a intraprendere un servizio militare infinito, che è diventato di fatto una schiavitù legalizzata.
Si spieghi meglio.
In Eritrea per colpa del regime non c’è libertà di stampa, di movimento, di organizzarsi in associazioni o movimenti o partiti politici, non c’è libertà di niente. Puoi solo aderire all’unico partito che sorregge il regime, è vietato anche pensarla diversamente, non c’è libertà di espressione o di dissenso. Neanche di coscienza.
Perché scelgono i barconi che salpano dalla Libia?
Non li scelgono: non è possibile lasciare il paese legalmente perché il regime non rilascia passaporti o visti. La gente è costretta a scappare ma anche durante la fuga verso il Sudan o l’Etiopia rischia la vita. In passato tanti sono stati uccisi al confine e se non muoiono per mano dei militari, muoiono di fame o di sete o sbranati da animali feroci. Una volta arrivati in Sudan, poi, c’è il pericolo di essere rapiti dai trafficanti di esseri umani: esistono bande in combutta con alcuni poliziotti corrotti che li sequestrano per chiedere riscatti. Se superano questi pericoli devono attraversare il deserto della Libia, un’altra enorme insidia, e non farsi prendere dai militari libici. Tanti muoiono nel deserto. I barconi sono solo l’ultima fatica.
Perché il regime permette che scappino così tante persone?
Perché ci guadagna. Ogni cittadino eritreo che vive al di fuori dei confini nazionali, e che per un qualunque motivo ha a che fare con l’ambasciata, come per avere un certificato, è costretto prima a pagare il 2 per cento del suo stipendio al regime, anche se è disoccupato. C’è dell’altro: spesso ad organizzare il viaggio dall’Eritrea sono proprio membri del regime corrotto, che accompagnano fuori i profughi anche con le auto di Stato. È un vero affare per loro.
Quando si avvicinano all’Italia sui barconi, poi, chiamano lei.
Sì. L’unica cosa che posso fare per chi mi chiama è avvertire la Guardia costiera italiana, come successo anche ieri e l’altro ieri, per evitare che i barconi affondino. Cerco di dare loro una mano, anche una volta sbarcati, ma di solito queste persone non vogliono restare in Italia: tentano di proseguire il loro cammino verso il nord Europa.
L’Italia ha varato l’operazione Mare Nostrum nell’ottobre scorso. Molti però sono critici sulla sua efficacia.
Mare Nostrum è costata molto, è vero, ma ha anche salvato più di 30 mila vite umane. Ovvio che non è la risposta migliore che si potesse dare. È da molto tempo infatti che noi chiediamo di attuare una soluzione migliore.
Quale?
Aprire un corridoio umanitario per le persone che richiedono asilo. Chi arriva da noi, infatti, cerca di ottenere lo status di rifugiato. Perché allora non risparmiamo loro le avversità e il rischio di morire organizzando convogli umanitari con la responsabilità della comunità europea per smistare i richiedenti asilo in tutta Europa? Questo corridoio potrebbe partire in Sudan o in Etiopia o anche in Libia attraverso le ambasciate, dove esaminare le richieste di asilo. Così si impedirebbe che tutto il peso dei rifugiati ricada sull’Italia e gli altri paesi del Mediterraneo e si permetterebbe a queste persone di non rischiare la vita. Spenderemmo meno soldi e avremmo più sicurezza: per noi e per i profughi.
I vescovi eritrei hanno da poco pubblicato una lettera pastorale il cui succo è che non ci sarebbe bisogno di emigrare se si vivesse in un paese decente.
È chiaro che la soluzione migliore per tutti i rifugiati sarebbe la possibilità di vivere in pace e tranquillità nel proprio paese d’origine. Questo è il sogno di tutti ma finché non si avvera ci devono essere soluzioni intermedie. Noi speriamo che la comunità internazionale aiuti l’Eritrea a mettere fine allo stato di guerra con l’Etiopia per il problema dei confini. Quando si risolverà questo punto, speriamo che il regime cambi qualcosa.
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54 commenti
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@Raider
penso di aver colto il senso della sua critica agli stravolgimenti lessicali finalizzati a mettere fuori gioco il dibattito e fin qua mi trova abbastanza d’accordo salvo forse da parte sua avere una sensibilità maggiore rispetto a certi temi e quindi amplificare l’eventuale strumentalizzazione anche dove magari non lo è stata necessariamente.
Capisco dal suo punto di vista che parlare di genere piuttosto che di sesso significhi boicottare il dibattito e quindi ai suoi occhi strumentalizzarlo cambiando le regole del gioco
Se in altri casi con vengo che ci possa stare una strumentalizzazione, in questo caso però non sono d’accordo. Penso che ci sia anche da parte di chi rivendica il genere una sensibilità che vada rispettata e l’uso di questo termine al posto di sesso non sia impedire il dibattito ma effettivamente entrare nei contenuti del dibattito in quanto con la parola genere si da voce anche a chi non si sente di appartenere al sesso maschile o femminile.
Inoltre anche rispetto al discorso fatto prima del “macchiare” un termine, la parola genere lava via quel significato di subordinazione all’uomo che il sesso femminile ha subito per troppo tempo. Ora lei è libero di non credermi ma io non approvo l’uso del termine genere con lo scopo che lei denuncia, il mio è veramente un liberarmi di vincoli dettati dai retaggi che certi termini si portano dietro.
Rispetto poi al termine razza mi è meno chiaro lo scopo deviante di voler stravolgere il significato anche perché credo che in questo caso ancor di più la parola evochi negatività come ho già detto in precedenza.
Mi rivolgo a lei, Filomena, ma vale anche per altri, ovviamente: il discorso comincia a assumere un tono un po’ astratto, meglio riprenderlo di fronte a circostanze meno teoriche. Per venire al discorso rilanciato dall’articolo: questo signore – conta relativamente poco si tratti di un sacerdote della mia stessa Chiesa nonché eritreo – propone un “corridoio umanitario”… Cioè, in buona sostanza, uno statuto speciale che si dovrebbe riconoscere all’Eritrea, in cui non ci sono conflitti, ma solo un servizio di leva piuttosto lungo, ma, non pertanto, pagato, bene o male: un corridoio mediante cui da svuotare in poco tempo questo Paese della sua popolazione e sparpagliarla per tutta l’accogliente Europa. Roba che, se riducono il servizio militare, rientrano tutti a casa… Mi pare di vederli, tutti a protestare perché non li riportiamo a immediatamente e confortevolmente alla casella di partenza… Perché non anche la Somalia, il Mozambico, Il Centroafrica, il Ciad, il Mali, il Burkina-Faso, la Nigeria, il sacerdote eritreo, esperto in carità verso tutto e tutti, ma, più che altro, con a cuore la causa dei suoi connazionali, uno che della sua identità nazionale sa tutto, non ha motivo di spiegarlo a noi, che della nostra non sappiamo che farcene.
Io vedo, qui in Sicilia, tanti, ma propri tanti giovani eritrei andare a spasso facendo qui non si sa bene cosa: vestiti piuttosto bene, cuffie alle orecchie e addio servizio di leva. Poi, ci sarebbero i senegalesi, sudanesi, ghanesi, congolesi… Ognuno scappa da qualcosa. Noi, invece, non possiamo andare da nessuna parte. 200.000 inglesi lasciano ogni anno la madrepatria di fronte all’avanzata inarrestabile del melting pot; 150.000 tedeschi fanno lo stesso; e 50.000 olandesi. Nell’ultimo quinquennio, le conversioni di italiani all’Islam sono state 50.000 ogni anno. E a chi non gli sta bene, è razzista. Ah, oltre che omofobo, stavo per dimenticare. Ma a ricordarci che significa e anon farcelo scordare più ci sta pensando l’on. Scalfarotto.
@Augusto
si ma la colpa maggiore sarà dei cattolici
Caro amico, io non volevo dirglielo, ma… Se lei insiste… Effettivamente… E’ un po’ difficile darle torto. E a sentire i discorsi a tutta birra di monsignor Galantino, si comprende che la tendenza al suicidio del cattolicesimo mondano e modaiolo farà sì che, quando arriverà il redde rationem, saranno davvero pochi quelli con cui prendersela.
Le ho risposto, Piero, ma non vedo il post e perciò, ribadisco: in effetti, non sarebbe tanto facile smentirla.
A chi lo dici, Raider (ti ammiro molto per la completezza e serieta’ dei tuoi commenti) anche a me vengono spesso moderati i commenti.
Mentre invece vedo che molti logorroici vengono pubblicati sempre.
Non solo dei cattolici, Piero ma di tutti gli ingenui buonisti,Ci sono tanti cattolici come il sottoscritto che sono contro l’attuale invasione.La dhimmitudine e il calarsi le brache avanzano soprattutto nei Paesi nordeuropei, dove- i cattolici sono una minoranza.Nei Paesi come Italia, Spagna, Francia, Portogallo, ecc la maggioranza della popolazione è contraria alle frontiere spalancate, Il problema di questi Paesi sono le elite economico-finanziarie radicalborghesi che manovrano quasi del tutto il mondo politico.
Augusto,
hai letto questo libro
Henryk M. Broder – Evviva! Ci arrendiamo : la dolce resa dell’Europa di fronte all’Islam – Lindau Editore
?
Descrive perfettamente la situazione in cui ci siamo cacciati!
Ma tra gli ingenui buonisti ci sono tutti i cattolici, tu sei una mosca bianca.
Gente come Cisco che vorrebbe trasportare tutta l’Eritrea e la Siria in Italia, per farne che, poi, non si sa… Vorrebbe che i pochi italiani rimasti a lavorare mantenessero vitanaturaldurante tutti gli africani e tutti i derelitti del mondo…
@Piero
Vedo che ti è del tutto estranea la differenza tra immigrato e profugo, condizione quest’ultima solo temporanea, non so che dire. Chi viene in Italia non vuole rimanerci, dato che non c’è lavoro, vuole andare in altri paesi europei. Per contrastare l’immigrazione (che ripeto essere diversa dall’asilo per motivi umanitari) occorre una politica europea chiara e il rispetto del reato di clandestinità, che altrimenti rischi di essere l’ennesima legge non rispettata in Italia. Quindi il mio e’ tutto fuorché buonismo: e’ pugno di ferro contro i clandestini e solidarietà verso che scappa da guerre. Il resto – in un senso o nell’altro – e’ pura ideologia anticristiana.
Perdona, Cisco, quello che ho scirtto in un post non ancora pubblicato lo riscrivo per te: a leggere bene la proposta di questo signor monsignore, noi dovremmo aprire un “corriodoio umanitario” tutto e solo per gli eritrei (e a chi vuole lasciare la Somalia, il Mozambico, Kenya, Centroafrica, Ciad, Mali, Nigeria, Senegal, Ghana, Gabon, Congo ecc…, il monsignore che gli dice o che vuole che gli diciamo? E l’O.N..U. che direbbe a noi per questa esxclusività discriminatoria?) che permetta ai suoi connazionali di abbandonare completamente l’Eritrea: e perchè? Ci sono guerre e devastazioni in corso, epidemie o carestie che stanno spopolando il Paese? No: il problema è che il servizio mioliytare è troppo lungo e perciò, donne. vecchi e bambini, insieme ai giovani in età di leva, vengono in massa da noi
Riesci a immaginare, Cisco, nel caso in cui la durata del servizio militare fosse ridotta a qualche anno o anche meno, tutti gli eritrei giunti da noi fare la fila per imbarcarsi e tornarsene a casa? Io, no. Vedo in giro tanti di questi ragazzi “disperati” e presi dai “viaggi della speranza” per non fare la naja che vanno in giro vestiti secondo la moda rap o casual, cuffie in testa e addio alle armi.Un bel sogno, non c’è che dire. Come si mantengono lo sanno loro e il monsignore. Sono quasi tutti musulmani. Nel caso in cui i conti non gli quadrassero, che dici, staranno con le mani in mano in preda al rifiuto del servizio militare o pregheranno il monsignore cristiano che fa gli interessi dei suoi connazionali come noi non sappiamo farci i nostri di spiegarci che sono qua e hanno diritto a cose che non possiamo garantire nemmeno ai nostri figli? Con tutto il rispetto, Cisco, mi pare che Piero abbia più di una buona ragione.
@Raider
Padre Zerai e’ eritreo e parla di quello che conosce. Ma è giusto – ripeto, nei limiti del possibile – che vengano soccorsi anche i profughi di altri territori dove la situazione è tale da spingere all’emigrazione per motivi umanitari (non per disagio economico). Per esempio in Somalia, Sus Sudan e Centrafrica, ma non Ghana o Nigeria. Io ritengo che – come tutte le persone – anche vli eritrei sarebbero contenti di starsene o tornare a casa propria, perché tutti amano la propria patria (salvo la Boldrini). Ma il punto non è questo: se anche uno non volesse tornare, e’ la legge a imporlo. La legge viene disattesa? E allora non si capisce come si possa pensare che nuove leggi verranno invece rispettate.
In tema di immigrazione, invece, la penso come il card. Biffi, che non può certamente essere annoverato tra i terzomondisti, che oltre dia i anni fa già espresse lucidamente e profeticamente la propria posizione http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/7283
Cisco, ma lo vedi che sei una contraddizione continua?
Prima dici solo eritrei e siriani, adesso “apri” anche agli altri, per i quali “la situazione e’ tale da spingere all’emigrazione.”
Una domanda: ma per te quanto e’ “nei limiti del possibile”? Quanti ne dovrebbe prendere l’Italia? 10 mila, 100 mila, 1 milione, 10 milioni, 30 milioni, 100 milioni?
E perche’ non di piu’? In base a cosa?
Ma il punto non è questo: se anche uno non volesse tornare, e’ la legge a imporlo. La legge viene disattesa? E allora non si capisce come si possa pensare che nuove leggi verranno invece rispettate.
Ma che vuol dire? Che visto che non rispetteranno la legge per tornarsene a casa non ne rispetteranno mai nessuna, quindi tanto vale farli venire subito qua per sempre?
Il card. Biffi espresse il convincimento che occorresse PRIVILEGIARE immigrati di origine cattolica, e tu li vuoi fare venire tutti mussulmani?
ma ti vuoi decidere?
@Piero
Ma di quale contraddizione stai parlando? Ho citato alcuni esempi, ma come ho detto più volte vale il diritto di asilo, che è regolato dalla legge e riguarda chi scappa dalle guerre. Il limite deve essere previsto dalle capacità di un paese di accoglierne. Biffi nel suo intervento parla di immigrazione, non di soccorso e diritto di asilo, noto che ancora non hai capito la differenza…
Ciesco, come al solito non hai detto niente.
Hai fatto alcuni esempi di ALTRE nazionalita’ che secondo il tuo parere dovrebbero avere accesso all’Italia, mentre prima ti limitavi a Siria ed Eritrea.
Quindi secondo te per OGNI GUERRA che scoppia nel mondo , ce ne dovremmo accollare i profughi?
E il “diritto” di asilo (pensato ai tempi di Santorre di Santa Rosa, non certo per milioni e milioni di persone) va promosso a discapito della vita del paese occupato? Ma che stai a di’?
Questo limite pero’, non hai detto di quanto deve essere e in base a cosa.
Sei tu che non hai capito soccorso e diritto di asilo, quanti detentori di “diritto di asilo” se ne sono ritornati in Libia, in Tunisia, scappati dalle Primavere Arabe?
Ma mi sa che al buonismo non c’e’ cura…
@Piero
Pensavo di riuscire a esprimermi decentemente in italiano, ma vedo che mi attribuisci cose mai dette, del tipo che dovremmo accogliere i profughi di tutte le guerre. Mah.
Comunque il lucidissimo Biffi nel suo intervento parlava (mi era sfuggito) anche di soccorso. Ecco le sue parole: “Compito primario e indiscutibile delle comunità ecclesiali e’ l’annuncio del Vangelo e l’osservanza del comando dell’amore. Di fronte a un uomo in difficoltà (nota mia: DI FRONTE, non astrattamente chiunque) – quale che sia la sua razza, la sua cultura, la sua religione, la legalità della sua presenza – i discepoli di Gesù hanno il dovere di amarlo operosamente e di aiutarlo a misura delle loro concrete possibilità.”
Quindi il card Biffi distingue tra immigrazione, in cui occorre applicare il criterio della compatibilità con la nostra tradizione (quindi limitare i musulmani), e soccorso, in cui occorre applicare il criterio della carità evangelica senza guardare in faccia a nessuno. Almeno spero che le parole di Biffi, a differenza delle mie, ti siano chiare.
Cisco, sei talmente intriso di buonismo ingenuo (per non dire altro…) che non la vuoi capire.
Ma soccorso de che? Ma se lo fanno APPOSTA a venire su carrette per farsi rimorchiare.
Ma diritto di asilo de che, che neppure il 10% ne aveva il diritto.
Un profugo non distrugge i propri documenti per non farsi riconoscere, anzi ha tutto l’interesse a farlo per farsi dare lo status di rifugiato.
Un profugo non mette a ferro e fuoco il centro che lo ospita.
Un profugo non se la da’ a gambe nel paese di accoglienza per non farsi acchiappare e riconoscere.
Io proprio non so come “ragionano” certi cattolici…
Non hai capito proprio NULLA di quello che ha detto Biffi.
il card Biffi distingue tra immigrazione, in cui occorre applicare il criterio della compatibilità con la nostra tradizione
e tu vuoi fare venire centinaia di migliaia di musulmani?
Perche’ dei tanti “profughi” che sono arrivati qui che sono scappati dalle terribili guerre delle Primavere arabe, NON NE E’ TORNATO NESSUNO!
La vuoi capire?
Quella del profugo e’ solo una SCUSA per darsi alla macchia. Ci vuole tanto a capirlo?
Ti e’ poi sfuggito questo passo “di aiutarlo a misura delle loro concrete possibilità.”” Ma se non siamo in grado di dare neppure un futuro ai nostri figli!
Spero che adesso ti sia piu’ chiaro.
L’amico con cui stavo discutendo prima mi ha confermato tutto ciò che ha visto e vissuto per tre anni in Eritrea per ragioni di lavoro. La massima aspirazione di tutti, vecchi, donne, uomini, ragazzi e ragazzi, era venire in Europa e in Italia, alcuni, esibendo cognomi italiani e null’altro di italiano, che costituiva diritto di precedenza, per loro, siu tutto il resto dell’Africa e sia prima che dopo il servizio militare. In ogni caso, tutti, a prescindere da età, sesso, religione e condizione sociale, vogliono venire qui, non perchè le elemosine internazionali non permettano di andare avanti come hannpo sempre fatto o perché il servizio militare si prolunga troppo, ma perché l’Europa, la terra dei bianchi, gli piace da morire, cosa che sono disposti a rischiare pur di arrivarci.
Non capisco, sinceramente, le ragioni che la spingono a sostenere che gli eritrei, gli africani, gli indiani, i maghrebini, i cinesi hanno il diritto di venire a vivere qui e noi non abbiamo il diritto di dire che non possiamo accoglierli. Il servizio di leva! Mons. Zerai ha trovato una ragione umanitaria tutta per lei: e lei, ha trovato una legge, non ho capito quale, che dà il diritto, a chi lo vuole senza averne il permesso, di restare qua in barba a leggi e sentenze (col che, si è già risposto: se anche il dittatore leninista-africanista Afewerki accorciasse la ferma, cetto che vecchi, donne incinte e no, uomini fatti, ragazzi pronti per l’esercito e bambini non se ne andranno mai. mai!) ovvero di invaderci: che, a questo punto, è il termine giusto.
Questa sopraffazione, inflitta o autoinflittaci, cosa ha a che vedere col diritto o con l’umanità o con il Cristianesimo? Lei accetta tutto questo senza obiettare e poi, che fa, si mette a polemizzare con me? Non le sembra un po’ assurdo, facile e anche un tantino ipocrita (e peggio)? E in attesa di cambiare le leggi, lei, Cisco, è contento di un atteggiamento che è di rifiuto della legalità del nostro Paese da parte di gente che arriva da ogni parte del mondo? Sembrerebbe di sì: e non capisco perché: se volesse spiegarlo chiaramente, gliene sarei davvero grato. Ma non lo faccia dicendo che non siamo sensibili, non siamo civili, non siamo cristiani, non siamo umani. Difendere il luogo in cui sono nato e in cui la mia famiglia vive praticamente da sempre, è non solo un mio diritto, ma un mio dovere. Io le ho fatto osservazioni precise: lei non può rimettersi alla farneticazioni di questo angelicato mons. Zerai o alle profezie del cardinale Biffi. Dica, per piacere, dopo tutta la montagna di dati, notizie e fatti che le ho ricordato, ma che, ne sono sicuro, lei conosce abbastanza anche senza il mio aiuto, perché la durata del servizio di leva in Eritrea è sufficiente per trasformare l’Italia in una periferia dell’Africa; anzi, in una periferia africana. Grazie.
@Raider
A me pare che la massima aspirazione di venire in Europa e in Italia sia di molte persone i molti paesi dove si fa la fame, ma come ho già scritto i motivi economici non bastano a dare il diritto all’asilo. Ma se la gente scappa in massa solo da alcuni tra i paesi poveri – tra cui l’Eritrea – significa che c’è dell’altro.
Io voglio il rispetto della legalità verso gli immigrati, e l’ho già scritto, quindi o lei continua a non capire oppure ad avere degli incubi notturni in cui in eritreo la insegue constringendola a fare il militare per dieci anni insieme a lui. Le leggi ci sono, e non sono (sulla carta) tanto lontane da quelle australiane: vanno applicate. In caso contrario si attendono proposte e suggerimenti alternativi: sparare ai barconi? Costruire una specie di Mose nel Mediterraneo con torrette di guardia per evitare di passare il confine marittimo? Dare l’indipendenza a Lampedusa o usarla come colonia penale? Invadere Malta e fare altrettanto? Ricolonizzare la Libia per avere un migliore controllo del territorio di partenza?
A me pare che la massima aspirazione di venire in Europa e in Italia sia di molte persone i molti paesi dove si fa la fame
E quindi noi dovremmo sfamare tutta l’Africa?
E perche’ non si mettono di buona lena e come abbiamo fatto in passato noi, come tanti altri paesi, non si mettono a ricostruire il loro paese per migliorarlo e darlo ai loro figli?
Dobbiamo mantenerli vitanaturaldurante?
Ma se la gente scappa in massa solo da alcuni tra i paesi poveri – tra cui l’Eritrea – significa che c’è dell’altro.
Certo che c’e’ dell’altro. C’e’ un medico pietoso che fa la piaga purulenta di prete che fa gli interessi SOLTANTO del suo paese a discapito di quello che lo ospita, pretentendo con il ricatto buonista che l’Italia mantenga l’Eritrea.
E’ facile: respingimenti.
Quando una decina di barconi, dopo essere stati soccorsi con acqua e carburante, torneranno indietro nessuno piu’ si avventurera’ a prendere il mare spendendo soldi (a proposito, come li trovano questi soldi?). Cosa d’altronde gia’ successa nel 2008-2009 dopo gli accordi con Gheddafi che gli sbarchi si erano quasi azzerati.
A quanto pare, lei ha deciso di disporre a suo uso e consumo anche dei miei incubi, intanto che rischia di diventarlo per la sua incapacità o rinuncia a rispondere nel merito delle questioni che l’immigrazione – non io o altri – pone a tutti. Che ci sia dell’altro, che ci sarà sempre, non significa né che quello che mons. Zerai dall’alto della sua nuvola di fumo ha detto sugli Eritrei abbia un senso “umanitario” e non, invece, egoistico e ridicolo, perché lei esprimesse il minimo dubbio o obiezione; né che noi si debba accogliere tutti quelli che manifestano un certo disagio a stare a casa loro e desiderano venire a stablirsi da noi anxchde senza il nostro permesso e a diseptto di leggi e sentenze italiane e con tanti saluti alla convivenza.
Ho già avuto occasione di risponderle che si prendono a bordo della nostra flotta i clandestini e li si riporta al porto d’imbarco. Invece di spiegare perchè non si può fare, lei si abbandona ai suoi incubi spacciandoli per battute di spirito del tutto fuori luogo. Il timore di incorrere nelle censure del politicamente corretto le fa dire quello che lei non ammetterebbe mai: appunto, l’incubo di essere accusato di razzismo, di ri-colonialismo e altre fandonie ricattatorie che sono gli incubi che non le permettono di considerare le cose in modo meno prevenuto.
Vedo che chiudi gli occhi di fronte alla realita’.
Sono tanto “temporanei” che rimangono per tutta la vita qui, e quando si cerca di riportarli fanno di tutto, anche altri reati, per rimanerci.
Ma dove l’hai visto che Chi viene in Italia non vuole rimanerci, dato che non c’è lavoro, ma in che mondo vivi? Le hai viste le strade di sera? Li hai visti i parchi, nei quali ormai e’ impossibile andarci?
Quanto ai “profughi”, perche’ soltanto quelli eritrei? E non quelli che scappano da qualsiasi altra guerra, che so quelli al confine tra Messico e USA? Ma anche se fosse, secondo te, onestamente e sinceramente, anche tutta l’Europa, potrebbe sopportare una INVASIONE di milioni e milioni di persone, del tutto estranee alla civilita’ autoctona, e INDISPONIBILE a tutti i costi a rispettarne le Tradizioni, civilta’, leggi, consuetudini?
Hai visto quello che succede nelle citta’ del Nord Europa? Hai letto delle rivolte continue da parte di immigrati?
Pugno di ferro contro i clandestini? Questa e’ bella!
E’ ideologia anticristiana imporre un flusso abnorme di persone del tutto estranee al tessuto culturale di un paese, per annaquarne le tradizioni ed IMPORRE il “multiculturalismo” che ha FALLITO dappertutto. Fattene una ragione.
i “migranti” a prescindere se vogliano o meno andare in altri paesi europei, restano quasi tutti quì. A parte che non esiste che si VOGLIA andare quà e là a zonzo, senza documenti,lavoro,permessi,casa ecc ecc…l’Africa produce straccioni a eserciti, oltre che guerre,faide,problemi,fame, poi li sbatte altrove a farsi mantenere. I paesi seri e lungimiranti li respingono, il buonismo becero dell’accoglienza multikulturale non funziona più e non è sostenibile accogliere masnade di pezzenti affamati e pretenziosi, nonchè degradanti,arroganti e violenti. Ma ai “migranti” conviene comunque sempre rimanere quì in Italia, sempre meglio che nei loro paesi. Quì c’è da rubare, si sporca impuniti, si scroccano trasporti pubblici, sanità ecc ecc, si pretende con manifestazioni violente questo e quello e si è protetti e difesi da buonisti e babbei che danno loro le monete per strada, da certa politica e da una magistratura ideologizzata. Che bello spattacolo, città degradate piene di balordi grandi e grossi a zonzo con cellulare e birra in pugno. E per amore di pochi veri profughi (nell’esodo del 2011 meno del 10% si è dimostrato realmente tale ai controlli) ci sorbiamo tutta la canaglia d’Africa, a tempo indeterminato. Di cui molto difficilmente ci libereremo.
Condivido, Antonio.
grazie…per fortuna in molti si stanno svegliando, anche se è difficile riparare a oltre 20 anni di immigrazione di pessima qualità e lassismo di chi dovrebbe far rispettare le regole,la sicurezza e l’ordine sociale. Ci hanno imbottito di scemenze tramite i media, nella propaganda buonista e nelle scuolette politicizzate… accoglienza, integrazione, concedere tutto agli immigrati poverelli. E se dissenti sei un razzista da mettere alla gogna. Come se opporsi all’invasione di terzomondisti pericolosi, degradanti e senza nulla da perdere fosse una questione di etnìa e non di lungimiranza, di mille e mille problemi che quei popoli dovrebbero risolvere rimanendo uniti a lottare in casa propria, invece di scappare e pretendere mantenimento e altro dall’Europa. Quà si sta tirando troppo la corda.
E se questo non è razzismo, non si sa cosa lo possa essere….
E poi sostenere di essere cristiani e di porgere l’altra guancia….ma dove.
Il razzismo è quello di quelli ,gentile Filomena, che odiano gli Italiani, cioè i propri connazionali e che hanno spalancato le frontiere a coloro che vengono qui per instaurare il Califfato,. Si chiama razzismo e italofobia ! Senza rancore nei tuoi confronti, comunque.
Porgere l’altra guancia,poi non significa farsi massacrare, Filomena, ognuno deve imparare a non uccidere, assolutamente, ma anche a NON FARSI UCCIDERE,l’interpretazione buonista e calabrache del porgere l’altra guancia è tipica dell’Illuminismo che vuole ridurre le persone a docili ed ebeti pecore.
L’unica cosa che si pretende da chi viene nel nostro paese è che rispetti le leggi dello Stato. Poi che invece di rispettare le tradizioni, gli usi o la religione conservino la loro cultura non è affatto un problema sempre restando ovviamente nella legalità. Per fortuna ormai viviamo in una società dove ognuno può darsi le regole che ritiene più giuste almeno finché rispetta l’altro e questo vale per tutti italiani o stranieri. Delle vecchie tradizioni è giusto portare avanti quello che si ritiene giusto, mica sono principi assoluti.
Filomena, Filomena! Ma come si deve fare con lei? Razzismo! Gente cha lascia un Paese, vecchi, donne e bambini, perché il servizio di leva dura troppo a lungo? E questo ce lo dice uno che conosce bene gli Eritrei, che sa perché scappano e che vogliono – un corridoio tutto per loro! E gli altri? Non le sembra razzismo anche questo? No? E se qualcuno, a questo punto, decidesse di lasciare l’Etiopia perché le vacanze scolastiche sono troppo brevi? Di fronte all’accusa di razzismo e alla cecità ideologica, uno la butta sul ridere. Le sembra una motivazione umanitaria, la visita di leva? E se li fanno contenti e Afewerki riduce a un anno la ferma, lei pensa che se ne torneranno tutti da dove sono venuti? E se gli Eritrei di casa nostra, che io vedo per bar e vie del centro con l’aria di chi non ha tutti questi problemi umanitari, fosse sostenuta materialmente da madrasse e moschee con i soldi degli sceicchi arabi? Le parrebbe così strano? E si potrebbe continuare, con le stranezze: ma questa del razzismo le batte tutte!
@Piero
La realtà e’ che intanto dovremmo essere contenti di avere salvato molte vite umane con l’operazione Mare Nostrum.
In tema di immigrazione, invece, ho già risposto nel post a Raider: certamente hai più di una ragione, ma non per questo hai ragione. Infatti quando si guarda alla realtà occorre tener conto di tutti i suoi fattori, non solo dei clandestini che cazzeggiano nel giardinetto sotto casa. L’immigrazione c’è in tutti i paesi del mondo ed è regolamentata sia sulla base del modello multiculturalista che di quello assimilazionista. Il primo, liberale e ormai relativista, e’ tipico delle società anglosassoni e lascia liberi gli immigrati di fare quasi tutto è il suo contrario, dal praticare la poligamia ad altre usanze barbare, creando società-ghetto parallele. Il secondo, tipico dei paesi con una identità statale più forte, come la Francia, costringe tutti a sottostare a una legge anche molto invasiva, fino a sfociare in caso di vera e propria ideologia laicista, come appunto il caso francese della legge sul divieto di portare simboli religiosi in pubblico. Una vera integrazione ritengo possa esserci solo mediante una “assimilazione ragionevole”, cioè ispirata a una laicità cristiana, che si richiama a un diritto naturale, e in questo ambito rispetta la convivenza con altre culture.
Guardi, Cisco, che il post in cui lei mi risponde non l’ho letto. Se le risposte sono quelle che lei ripete a Piero, devo direl che sembrano risposte lontane dal merito, tutte concentrate come sono su principi e modelli di integrazione, a chi piace l’uno, a chi piace l’altro. Mentre lei si sofferma su questo, le sfuggono alcuni fatti importanti. “L’immigrazione c’è in tutti Paesi del mondo”. come se fosse un evento naturale: e non è così, per ragioni che ho diverse volte ricordato. In Australia, comunque, respingono gli immigrati: punto e basta. In Spagna, almeno con quelli che vogliono entrare da Ceuta e Melilla, sappiamo che sono usate le maniere forti. Lei parla di modelli, ma che vuole che gliene importi agli immigrati? A Londra, Amsterdam, Parigi, Copenhagen il nome più diffuso fra i nuovi nati è Mohammed nelle sue varianti di uno o l’altro luogo del dar-el Islam. “Laicità cristiana” – già, così siamo tutti più contenti -, “diritto naturale” – superiore alla legge del numero e ai diritto del tasso di natalità? – “convivenza con le altre culture” – la cronaca di oggi, dalla Malaysia all’Iraq, le dice quanto sia rispettata dove Mohammed è di casa -: comunque la si voglia girare, col ricatto della carità cristiana o quello del razzismo pronti a colpire, sull’immigrazione l’Ue ha deciso per lei, per me e per tutti. E prenda questa storia dell’emergenza umanitaria causa servizio di leva: si può accettare di essere presi in giro fino a questo punto da un signore che pratica la carità a corsie riservate solo perché ha un abito talare e fa l’angelo degli immigrati di casa sua?
@Raider
L’immigrazione è ovunque per dire che ovunque è regolata: gli spagnoli hanno la fortuna di avere delle enclaves in territorio africano dove possono più facilmente controllare la situazione e – naturalmente – respingere (via terra e’ più facile).
In Australia e’ difficile entrare, e non ho nulla da obiettare nel merito. Io mi riferisco alle situazioni dei profughi, regolata dalla legge italiana e da accordi come la Convenzione di Ginevra. Dal sito del nostro Ministero dell’Interno: “(i richiedenti asilo) sono persone che, trovandosi fuori dal paese in cui hanno residenza abituale, non possono o non vogliono tornarvi per il timore di essere perseguitate per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le loro opinioni politiche. Possono richiedere asilo nel nostro Paese presentando una domanda di riconoscimento dello status di rifugiato”.
Altra cosa è l’immigrazione, che – soprattutto quella islamica – va regolata i maniera compatibile con la nostra civiltà’.
Lei, Cisco, si appella alle leggi nazionali, che valgono per noi, ma non per gli immigrati e considera la loro arroganza nel rifiutare di sottostre a leggi e rispettare le nostre sentenze una prova che le leggi vecchie e quelle nuove sono inutili, con gli immigrati: e questo non sembra suscitare alcun allarme, in lei, riguardo rispetto della legalità, rispetto delle culture, convivenza. Poi, si appella alle convenzioni internazionali, che obbligano i nostri governi rendendoli ostaggi di “ricatti umanitari” messi in atto da chiunque sbarchi da noi. Qundi, ritiene che difendere confini terrestri sia più facile: sì, elevando muri di cemento con filo spinato e corrente elettrica e sparando addosso a quelli che lei vorrebbe accogliere in quanto rifugiati – da un servizio militare pluriennale, per es. Io, se permette, le ho spiegato che, sì, salviamo vite umane, ma, poi, possiamo riportarle indietro, come da immagini dei satelliti. Le inadempienze, la corruzione, la violenza di culture che, intanto, stiamo accogliendo a braccia aperte, non è una scusa per ricattarci. Le crisi politiche, civili, umanitarie le gestisce l’O.N.U. o le vivono i Paesi che sono alle prese con realtà che non sarà l’immigrazione da noi a cambiare. L’immigrazione cambierà noi. E la cronaca le dice come e quanto.
Venendo alla proposta di accogliere in Europa solo cristiani, l’ho già scritto: le sembrano pochi, i cristiani africani e di altre parti del mondo? E se, poi, assistessimo a miracolose conversioni di massa sul bagnasciuga o di fronte ai funzionari di frontiera – per modo di dire: le frontiere, di fatto, sono state abolite dalla Marina Militare italiana, dal Ministero degli Interni, dai governi degli ultimi 30 anni: e Renzi ne sta traendo le somme, da bravo scolaretto che è ha accettato scodinzolando di felicità e senza abbaiare tutte le richieste della Culona – Juncker, ja; Schulz, jawohl; il Patto di Stabilità è più sacro della Nuova Alleanza; il Fiscal Compact è il sigillo e il pegno della salvezza eterna.
Ora, se vuole rispondere, grazie. Sennò, penserò che lei parla per partito buonista preso, il Cattolicesimo, il Cristianesimo, la fede in Dio non c’entrano, lei si è convertito – senza nemmeno rendersene conto – alla neo-religione onusiana, umanitaria con gli immigrati, trans-umanista con noialtri.
Le ho già risposto, Cisco, ma niente post. Non mi ripeto, anche perché vedo che lei ignora le obiezioni e le ragioni da me addotte, appellandosi a Convenzione di Ginevra, che andrebbe rivista come altre cose, proprio di fronte a fenomeni in cui l’immigarzione massiccia (presentata come se gli immigrati fossero nelle condizioni degli schiavi deportati dall’Africa nelle Americhe fra XVII e XVIII secolo, principalmente: cose da pazzi… Tutti quegli africani alti, in media, un metro e novanta, di stazza variabile fra 100 e 120 chili, che vengono soccorsi reggendoli per un braccio da volontarie e volontari che gli arrivano, sì e no, al gomito); e le soluzioni del cardinale Biffi, che ci esporrebbero all’accusa di discriminare i non cristiani, col risultato di indurre a mentirci bellamente quei musulmani che da noi ci vogliono venire facendo carete false e figurarsi le false abiure e professioni di fede. Del resto, di fronte ai ricongiumimenti familiari di islamici e non che si trovano gà nell’Ue grazie alla non politica sull’immigrazione, lei e Biffi che potreste rispondere? Dato che mi sembra lei poco abbia da rispondere a Piero, a Augusto e se vogliamo, anche a me.
La risposta che io mi aspetterei, innanzi tutto, sarebbe di ripristinare la sovranità sui nostri confini: mentre Alfano sa solo piagnuclare con grande autorevolezza che ci vogliono più fondi dall’Ue (come dire agli immigrati: venite avanti, ci sono i soldi, c’è posto); di vivere nascosto per non afre notare troppo la propria inutilità e incapacità; e di riemergere o per gloriarsi di un successo investigativo che rischia di compromettere con le sue dichiarazioni a tutti denti, o per rimuovere un prefetto che parla fuori dsi denti. E con gente così e come lei, devo dirle, Cisco, la fuga dal servizio militare di donne velate incinte o con bambini al collo e attaccati alle gonne e renitenti alla leva di tutte le età da ogni parte dell’Africa, potrà continuare indisturbata, nel disprezzo delle nostre leggi (un bella premessa a quel che ne conseguirà) e con la benedizione di sua angelicità mons. Zerai.
E quante se ne sono distrutte invece?
Le donne violentate da qualche clandestino, valgono forse meno?
E con la crisi attuale, mantenere a 40 euro al giorno, piu’ sigarette e carte telefoniche (ché senno’ si arrabbiano e fanno rivolte e distruggono tutto) questi “bisognosi”, mentre i vecchi pensionati frugano nei cassonetti e la gente si suicida perche’ non trova lavoro o neppure un minimo aiuto o agevolazione economica, ti pare bello?
Tu sei il classico cattolico che fa il buono con il portafogli e la salute degli altri (il detto romanesco e’ un altro, ma…). Il Buon Samaritano mica ha portato il ferito in una locanda e gli ha detto “Beh adesso vedetevela voi, curatelo e sfamatelo voi”. Se ne e’ preso LUI carico (per un periodo limitato, tra l’altro, mica vita naturaldurante).
Quello che dici sull’immigrazione sono solo balle politicamente corrette, che gli psicologi e i “mediatori culturali” danno in pasto alla gente comune per giustificare il loro stipendio.
Prova a leggerti il libro che ho segnalato ad Augusto.
La verita’ e’ che il 90% della gente che viene qui e’ uscita di galera e che i governi di li’ si rifiutano di mantenere. In piu’ qui c’e’ il paese di Bengodi, dove tutti i crimini, le prepotenze, e anche solo i desideri vengono giustificati pur di non incorrere nell’accusa di razzismo.
Ma quale integrazione ci puo’ essere in chi RIFIUTA categoricamente i valori autoctoni e PRETENDE che i locali assumano i suoi?
non capisco perche’ il mio commento sia in moderazione. Non credo di aver scritto alcuna “parola chiave” o cose del genere. Comunque ti ho gia’ risposto. Aspettiamo che la moderazione la sblocchi.
E quante se ne sono distrutte invece?
Le donne violentate da qualche clandestino, valgono forse meno?
E con la crisi attuale, mantenere a 40 euro al giorno, piu’ sigarette e carte telefoniche (ché senno’ si arrabbiano e fanno rivolte e distruggono tutto) questi “bisognosi”, mentre i vecchi pensionati frugano nei cassonetti e la gente si suicida perche’ non trova lavoro o neppure un minimo aiuto o agevolazione economica, ti pare bello?
Tu sei il classico cattolico che fa il buono con il portafogli e la salute degli altri (il detto romanesco e’ un altro, ma…). Il Buon Samaritano mica ha portato il ferito in una locanda e gli ha detto “Beh adesso vedetevela voi, curatelo e sfamatelo voi”. Se ne e’ preso LUI carico (per un periodo limitato, tra l’altro, mica vita naturaldurante).
Quello che dici sull’immigrazione sono solo b***e politicamente corrette, che gli psicologi e i “mediatori culturali” danno in pasto alla gente comune per giustificare il loro stipendio.
Prova a leggerti il libro che ho segnalato ad Augusto.
La verita’ e’ che il 90% della gente che viene qui e’ uscita di galera e che i governi di li’ si rifiutano di mantenere. In piu’ qui c’e’ il paese di Bengodi, dove tutti i crimini, le prepotenze, e anche solo i desideri vengono giustificati pur di non incorrere nell’accusa di razzismo.
Ma quale integrazione ci puo’ essere in chi RIFIUTA categoricamente i valori autoctoni e PRETENDE che i locali assumano i suoi?
Mi scuso con Cisco per essermi rivolto a lui con il ‘tu’ che non uso mai con chi non conosco personalmente: ma avevo appena discusso del caso di questo sacerdote cui hanno dato la patente di angelo implume e senza aureola con un amico: è stato come continuare a discutere con lui (che è d’accordo con me, comunque).
Credimi Piero, i cattolici contrari all’invasione sono più di quanti crediamo. La posizione di tanti cattolici non è quella di alcuni cattolici come renzi,vendola,alfano ecc o di qualche prelato terzomondista.
No, non ci credo. TUTTI quelli con cui ho parlato (tranne te, ovviamente! 😉 ) dicono che “dobbiamo fare uno sforzo”, “dobbiamo rinunciare”, come se per mantenere migliaia e migliaia di disperati bastasse rinunciare ad un caffe’ al giorno, o a non comprare l’iPad.
E se sono quanti tu dici, DOVE SONO? Che fine hanno fatto? La verita’ e’ che si vergognano, anche se lo pensano in cuor loro, per paura di sentirsi dire “razzisti”, un po’ come Mary McFly quando gli dicevano “fifone”.
Ti credo , Piero , ma io e tanti altri cattolici che conosco con la pensano come quelli che conosci tu.Sono comunque problemi loro, Piero, ognuno è responsabile delle proprie azioni , cattolico o non cattolico.
In Eritrea c’è un polpottismo anti-occidentale che dovfrebbe fare la felicità dei terzomondisti di ritorno; e si diffonde l’Islam, in una terra fino a qualche decennio fa, tollerato perché gli sceicchi pagano bene e perchèp è una religione anti-occidentale. Sulle traversie che possano durare anni e anni di donne e bambini, espsoti a traversate del deserto, angherie da polizia e banditi e costano o dovrebbero costare cifre enormi, è lecito avere forti dubbi. Probabilmente, andare incontro a pericolo di ogni genere sarà vero per giovani che hanno voglia di avventura e si possono difendere, bene o male. ma un paese come l’Eritrea, che non produce nemmeno un chiodo e campa di elemosina internazionale, i ‘viaggi della speranza’ sono pianificati dal governo, che ci lucra e si libera di popolazione in esubero. E l’Ue è vincolata a patti con i Paesi arabi produttori di petrolio che risalgono agli anni ’60-’70, tanto è vero che p stato dichiarato che, da qui al 2050, il ‘fabbisogno’ di immigrati dell’Ue è di 150 milioni di immigrati. Non si arriverà a questa cifra, mi auguro, ma questo sgombra il campo da colpevolizzazioni e vittimismi di prammatica e al alto rendimento retorico.
In ogni caso, non c’è solo l’Eritrea. Gli africani – per limitarci solo a questo continente – che vorrebbero stabilirsi nell’odiato Occidente sono 650 milioni. L’ideologia immigrazionista è solo uno dei punti qualificanti del Pensiero Unico e dell’agenda globalista: non ha senso rigettare questi programmi per una parte e poi, accettare tutto quello che non ci interessa o sembra compatibile con la rassegnazione come ‘valore condiviso’ rispetto a quello che si è deciso di subire come ‘inevitabile’.
Caro Raider,
quando distribuivano “le doti”, lei era sicuramente in prima fila e ne avrà fatto incetta ma le è sfuggita una e cioè il dono della sintesi.
Scherzi a parte (di cui ha dimostrato di conoscerne bene l’uso), la frase che emerge sempre in quasi tutti i suoi lunghi scritti è “il Pensiero Unico” lasciando ad intendere che chiunque lo condivida è un poveretto che si è lasciato abbindolare dai poteri forti. Non le mai venuto in mente che qualcuno forse ci possa credere davvero e consapevolmente almeno quanto lei crede nei suoi valori? Mi creda io ho preso sul serio quello che lei sostiene e forse non sarò così intelligente quanto lei ma prima di dire che non sono d’accordo ho provato a leggere la realtà con i suoi occhiali. Ed è per questo che continuo a leggere i suoi commenti e quelli di altri che spesso sono anche diciamo “inopportuni”.
Ho già avuto modo di risponderle che si può essere tutt’altro che sintetici a dispetto e a prezzo della brevità e soprattutto, della chiarezza o congruenza del discorso, col rischio sempre incombente di ridurre i propri interventi a battute e slogan e affermazioni apodittiche; mentre prima di stabilire se si è sintetici o no, bisognerebbe tenere conto di quanto si ha da dire. e ce ne sarebbe ancora molto, sui temi ‘epocali’ in oggetto. Quindi, su doni e condanne ricevuti o inflitti non è il caso di insistere.
Il Pensiero Unico è la pretesa elevata a dottrina ufficiale degli enti sovranazionali, da cui scende a cascata su tutte le istituzioni e strutture in subordine, per cui o si è d’accordo con determinate tesi o si è banditi in forza di leggi non scritte o di altre che stanno pensando a scrivere Scalfar8 et al. Non ho mai ritenuto che quanti opinano diversamente da me siano, in blocco, ottenebrati dalla persuasione palese e occulta: ma il potere di interdizione del politicamente corretto condiziona e intimidisce e nel caso, inibisce in modo, a volte, permanente le capacità critiche di un sacco di gente: è un dato di tutta evidenza. Lei, invece – e non è certo l’unica -, sembra ritenere che sia, per es., Raider a guardare tutti dall’alto in basso e a minacciare la libertà di espressione e opinione degli altri: che non è una prova di lucidità – lo dico nel suo interesse -, per non dire altro, per poter connsiderare attendibili i rilievi da lei mossi a me personalmente.
Sulla inopportunità dei miei commenti e di quelli di altri, sono a sua disposizione: ma vedo che gli occhiali di cui si serve non le permettono di andare oltre la cortina fumogena delle sue visioni della realtà, in cui non trovano posto le domande e i dati storici che costellano i miei post. Potrebbe cominciare a tenerli nel debito conto, prima di ritenere che sia cortesia e non prova di supponenza continuare a leggere post che suscitano, più che altro, lagnanze e qualche ironia sulla mancanza di sintesi da parte mia. Se è un modo per bilanciare la mancanza di argomenti da parte sua, sarà un difetto, ancora una volta, su cui potrebbe evitare di insistere, cara Filomena.
Diciamo che la mia critica in tono umoristico, rispetto alla sua carenza di sintesi espressiva, era un modo gentile per dire che la forma di espressione richiesta nei social network, di solito non prevede l’uso di una sintassi molto articolata che, sia pure apprezzabile, rende a tratti pesante il periodo e poco “fruibile” in termini di attenzione e tempo dedicato, anche in considerazione del fatto che spesso questo tipo di comunicazione avviene attraverso cellulare e in situazioni dove si svolgono in contemporanea altre attività.
Gioco forza, anche a prezzo di omettere alcuni approfondimenti al pensiero (che possono essere fatti per esempio a latere), viene richiesto un certo grado di sintesi, ma soprattutto una certa linearità espositiva, tale da rendere il più possibile scorrevole il testo. Pena il rischio di non essere letti o di essere mal interpretati. La mia dunque più che un giudizio, voleva essere una richiesta di semplificazione dovuta alla necessità di adeguare la comunicazione al mezzo informatico usato. In quanto all’uso di slogan, con tutti i limiti che può generare, non impedisce di affrontare in un secondo tempo (vedi eventuale post successivo) i lati magari considerati rilevanti che una comunicazione così veloce potrebbe trascurare.
Il problema (condiviso spesso da chi usa i social) è soprattutto rendere immediatamente percepibile il messaggio che si vuole trasmettere perché questo aumenta l’interesse nel proseguire lo scambio di idee.
Rispetto al Pensiero Unico che io credo semplicemente sia il pensiero della maggioranza delle persone, non sarei così negativa perché al di là dell’influenza dei media, esso risponda ai bisogni dell’uomo di oggi.
Già so che lei giudicherà superficiale quanto sopra ma in realtà per me sono più importanti i bisogni delle persone rispetto a quello che lei e molti altri definite l’ordine naturale predefinito.
Infine sull’ultima frase del mio post precedente non ci siamo capiti. I commenti “inopportuni” non erano riferiti a lei.
Senza alcuna difficoltà, sul mio modo di esprimermi le dò ragione, Filomena, riconosco che è poco Net-genico. Senza volere troppo addentrarmi nei fatti miei a scapito di quello che gliene può importare agli altri, ci deve essere qualcosa di auto-punitivo nella frequenza con cui incorro in sgrammaticature di ogni genere. La mia formazione è un’altra. Ma basta così.
Vorrei darle ragione anche sul pensiero della maggioranza: questo darebbe speranza di poter tornare a discutere in modo democratico, non solo in questo spazio offerto dal Direttore
Sull'”ordine naturale predefinito”: c’entrerà pure, ma è l’ordine politico tassativo a apparire più pertinente. Purtroppo.
A titolo di esempio – e poi, chiudo: sono intervenuto più che abbastanza – di mistificazioni e divieti del Pensiero Unico a proposito di immigrazione e integrazione (però, come sa, senza assimilazione degli immigrati, dato che questa integrazione/non assimilante sarebbe un pessimo segno di mentalità imperialista!): qualcuno, non ricordo chi, vicino al suo modo di pensare, scriveva, qui, che usare il termine “razza” non vuol dire essere razzistI. Non è così. Il Pensiero Unico e la genetica politicamente corretta – Francesco e Luca Cavalli Sforza, Edoardo Boncinelli e altri – ha stabilito che le razze non esisstono e che il termine è una forma di discriminazione lessicale, proponendo – anche in questo caso – la sostituzione del termine obbrobrioso con termini quali “gruppo umano”, “etnia” e via dicendo: se non sembra un’ipocrisia lessicale imposta con la forza dell’atuorità scientifica e presto o tardi, con misure di legge. Tuttavia, la polizia scientifica – non io o i fascisti – è in grado di stabilire di stabilire l’appartenza di un individuo alla razza, oltre che l’età e il sesso, sulla base di qualche micragnosa “traccia biologica”. Eccole un esempio di mistificazione, demonizzazione e falso in atto pubblico da parte di gente che parla dall’alto di una cattedra in ossequio e al servizio del Pensiero Unico.
A proposito di quella che lei definisce ipocrisia lessicale su cui in molti casi convengo, io penso che quando un termine viene “sporcato”, come per esempio quello da lei citato, razza, da fatti luttuosi se non da veri e propri genocidi, sia giusto non usarlo più per esprimere concetti positivi perché inevitabilmente connoterebbe in maniera negativa l’intero messaggio.
Questo però non significa che il suo significato originale non esiste più e da qui probabilmente nasce l’ipocrisia di chiamare la stessa cosa con un altro termine.
Rispetto invece alla possibilità di discutere i temi condivisi dalla maggioranza o anche dalla minoranza delle persone, mi trova sempre disponibile anche perché credo che queste condivisioni non necessariamente sono definitive e nella vita si può anche cambiare idea
Qualcuno sosteneva infatti che solo gli stolti non cambiano mai idea.
Anch’io posso convenire che vi sono parole associate a eventi storici che le ‘macchiano’: ma la procedura di ‘depurazione’ lascia molto più che perplessi, anche perché si tratta, spesso più che no, del tentativo di cancellare i contenuti logici o scientifici o storici in nome di un’ideologia che induce a censure che non permettono un dibattito aperto quanto si dice di volere sempre garantire. Nel caso da me riportato, che vi siano scienziati che sanciscono come anti-scientifici concetti che non lo sono – e quindi, scienziati capaci di condizionare con una menzogna iol libero dibattito all’interno della società – va considerato un fatto altamente diseducativo e ‘disincentivante’ della libertà di pensiero e di parola, un fattogravissimo che meriterebbe di essere condannato, prima di tutti, proprio da quelle forze politiche le quali o tacciono e acconsentono e mentono al proprio elettorato; o incassano e sentitamente ringraziano.
L’uso dei termini però è una convenzione sociale e il fatto di chiamare le stesse cose con un altro nome posto che anche lei conviene che in alcuni caso è opportuno, non impedisce il dibattito sul significato del termine. Nel caso di specie il dibattito può continuare sia che un determinato gruppo lo identifichiamo come razza o come etnia.
Aggiungo che se è possibile che in fase di trasformazione dei termini il significato logico, storico o tradizionale possa essere strumentalizzato, è anche vero che può semplicemente essere esteso o ridotto in virtù di un adeguamento del vivere sociale e delle modificazioni culturali di un popolo. Questo però non è necessariamente negativo nell’accezione di cui al mio commento precedente: solo gli stolti non cambiano mai idea e questo vale anche nell’interpretazione della realtà che ci circonda.
Tuttavia, l’opportunità di usare un termine più o meno indicato va rimesso alla responsabilità del locutore e non imposto a norma di legge o per condizionamento ‘ambientale’: in definitiva, un termine è usato in modo scorretto quando lo si associa a un concetto o a un soggetto che non corrisponde al significato proprio.
Ma è più grave, ripeto, che si usino certi termini e si stabilisca quali parole usare e quali no per mettere fuori gioco un contraddittore e nello stesso tempo, porre limiti artificiali al dibattito: questo significa non semplicemente violare le regole del gioco dialettico o danneggiare un soggetto, ma cambiare unilateralmente le regole del gioco e a gioco in corso.
Fuor di metafora: quando si stabilisce che certe parole che l’ideologia gender o immigrazionista proibiscono e si dice o anche, intima a giornalisti e docenti quali parole usare, non si registra un mutamento sociale cui adeguare leggi del discorso e del codice civile, ma si vuole determinare apriori (e irrversibilmente, magari) un mutamento di paradigma. E’ un abuso, dunque, non solo lessicale, ma etico, politico e culturale. Chi usa il termine ‘razza’, per restare all’esempio di cui sopra, è considerato – per ora – un ignorante maleducato, anche se è un poliziotto che ha solide prove scientifiche dalla sua: da qui a ipotizzare divieti a norma legge non ci corre molto: la polizia scientifica sarà arrestata o sciolta in un mare in tempesta di correttezza politica che non risparmierà nemmeno i pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni.
Gentile Filomena ,i commenti che Lei ritiene “inopportuni ” possono invece essere molto apprezzati da altri lettori di Tempi che li ritengono invece più che opportuni e realistici.
Sono d’accordo Raider, tra qualche anno ci renderemo conto della tragiche conseguenze di questa accoglienza a tutti i costi di tutti
Quella di Padre Zerai mi sembra una soluzione ragionevole. Resta il problema di coinvolgere una Europa ormai preda delle peggiori ideologie anticristiane, e che usa la solidarietà solo come propaganda politica, il cui apice è ben rappresentato dalla Boldrini.