Manif francese e italiana, amici croati, Sentinelle in piedi: le voci di chi difende la famiglia in Europa
Si può fare, e quindi si deve fare, seguendo gli esempi positivi che vengono da altre nazioni. In primis la Croazia, dove – come è noto – il primo dicembre scorso il 66 per cento dei votanti ha approvato il referendum per introdurre nella Costituzione la definizione di famiglia come fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna. Al convegno “La buona politica. I cattolici, la famiglia e il futuro dell’Italia”, organizzato a Roma per iniziativa di Alleanza Cattolica sabato scorso, ha colpito la testimonianza di due delle più attive esponenti del comitato promotore del referendum croato, Zeljka Marki e Mirjana Andi.
Quando cerchiamo alibi per coprire il nostro disimpegno su un fronte così cruciale dovremmo pensare che a pochi passi da noi un gruppo di persone ha vinto una grande battaglia politica dopo aver raccolto in appena 15 giorni un numero di firme pari al 10 per cento degli elettori – così prescrive il loro ordinamento per promuovere il referendum, mentre in Italia si hanno due mesi di tempo e l’1 per cento degli elettori – e avendo contro l’intero governo di Zagabria, il Capo dello Stato e tre quarti dei media.
Sono riecheggiate le grandi manifestazioni parigine della Manif pour tous, attraverso le parole del portavoce Jean-Pier Delaume Myard: certo, dopo l’approvazione della legge sul matrimonio fra persone dello stesso sesso, ma in tempo utile per fermare l’imposizione dell’educazione al gender nelle scuole e l’utero in affitto. Sono state raccontate le prime significative esperienze della Manif italiana, con Filippo Savarese, e di Sentinelle in piedi, con Raffaella Frullone, che riempiono le piazze richiamando l’attenzione con l’equilibrio e i contenuti invece che per gli slogan.
Il convegno di Roma non si è limitato a dare seguito e ragioni a questa pur giustificata reazione; è stato un insieme di voci “per”, non “contro”: per la famiglia e le sue necessità quotidiane nella grave crisi economica e demografica in atto, per il rispetto integrale dell’uomo, per la libertà di educazione in capo ai genitori (e non al ministro delle pari opportunità), per la rispettosa accoglienza delle persone omosessuali, cui esorta il Catechismo della Chiesa cattolica, che non vuol dire approvazione degli atti e delle pratiche di omosessualità. Un insieme di “per” che già alla fine del 2013 avevano portato più associazioni e movimenti, ecclesiali e non, a condividere il manifesto “sì alla famiglia”, base tematica della costituzione dell’omonimo Comitato.
Un ulteriore terreno operativo del Comitato sarà la sottoposizione ai candidati a ogni consultazione elettorale, a cominciare dalle prossime europee, di un atto di impegno, soprattutto se eletti, a orientare le proprie scelte politiche ai contenuti del manifesto “Sì alla famiglia”. Una proposta che ha già trovato significative adesioni fra i rappresentanti dei parlamenti europeo e nazionale che erano presenti e sono intervenuti al convegno di Roma. Come ha detto in apertura il sociologo Massimo Introvigne, «se la demografia, e per altro verso la solitudine, stanno alle radici della crisi, la famiglia è la prima risposta alla crisi»; e se «come ha detto papa Francesco aprendo il Concistoro sul tema, “la famiglia oggi è disprezzata, è maltrattata”», dire sì alla famiglia – il che implica dire no a chi la disprezza e la maltratta – è dunque la conclusione e insieme l’inizio di tutto, l’ultimo, ma per importanza il primo, comandamento della dottrina sociale oggi». Si può fare, e quindi – con l’aiuto di Dio – si deve fare.
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13 commenti
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Aho. Toglià. tu chi voti ? Pe’ curiosità, senza spocchia
noi cattolici siamo molti di più dei gay,lesbiche li sconfiggeremo democraticamente con forte opposizione politica, alle prossime europee non votate a sinistra campo fertile per i LGBT,
Sì, ma ormai ci sono infiltrazioni lgbt anche a destra e nel centro, pertanto l’unica soluzione è votare partiti e candidati (non solo per le europee ma per qualunque cosa) programmaticamente contrari a questo sfacelo. Non c’è altra soluzione, altrimenti si cade nel facile tranello di queste lobby, che hanno insediato uomini un po’ ovunque (anche se la maggioranza è concentrata a sinistra, PD e SEL in primis) e quindi un tale, credendo di votare a favore della famiglia naturale e della retta coscienza, finisce in realtà per favorirli comunque e favorirli nei loro progetti libertici ed innaturali.
Ma certo, cosa c’è di più liberticida e innaturale che amare un ‘altra persone e volere che gli aspetti della vita in comune siano regolati e tutelati da precise norme come per le coppie etero? Cosa c’è di più liberticida e innaturale che pretendere di non essere derisi e umiliati, o peggio aggrediti?
Esistono molti istituti giuridici per garantire e regolare tutti vostri tipi di rapporti, …. perché allora un matrimonio?
Esiste una legge che deve difendere tutti (etero e gay) allo stesso modo dalla violenza e dalla umiliazione, e che riconosce aggravanti per i motivi futili ed abietti … perché ne vuoi una speciale su misura?
Non so, vediamo…, perché c’è in tutto il resto del mondo occidentale e non solo una specifica legislazione contro gli hate crimes, che in Italia esclude proprio gli omosessuali? Perché per un’aggressione con lesioni anche gravi le pene sono così irrisorie da far sì che pestare un gay sia più che altro un merito da mettere nel curriculum?
Se le pene sono irrisorie è un altro discorso. Ma non vedo perché la violenza non deve essere perseguita allo stesso modo.
In Italia dubito che esiste una emergenza violenza per gli omosessuali. Credo che non sia superiore a quella subita quotidianamente da altre categorie di persone … solo che sui gay c’è una risonanza particolare… li vogliono più protetti di altri.
Ti assicuro (ne ho visto di violenti) che per chi vuole pestare è accidentale se è gay etero, alto , grosso, colorato ecc. (pure questi fanno curriculum).
Per come hanno messo le cose, ci impediranno di decidere. La nostra democrazia è ostaggio di burocrati amici loro.
Operano con tecnica massonica.
Sì, ma quando i politici, non solo quelli più “affidabili” su questi temi, come p.es. Eugenia Roccella e Carlo Fidanza, ma anche quelli spesso inclini al compromesso, come, sempre p.es., Maurizio Gasparri, vedono una sala piena – eravamo circa 200 persone, i non romani tutti giunti a spese proprie – e la confrontano con quelle delle loro manifestazioni partitiche, poco affollate non ostante le mobilitazioni dei rispettivi apparati, sono costretti a riflettere. Avete mai notato che, quando i TG di qualunque colore trasmettono servizi su queste ultime, riprendono quasi soltanto gli oratori, e solo le prime due o tre file degli spettatori? Semplice, perché le altre sono vuote!
La vostra famiglia non ve la tocca nessuno, rimarra tale e quale.
Potete starvene tranquillamente a casa.
A meno che non vogliate andare a rompere le scatole ad altre persone.
è sicura? noi non gay non diamo diamo fastidio a nessuno,non facciamo manifestazioni come i LGBT.
Bene, Shiva, adesso che ce l’hai detto tu siamo piu’ tranquilli.
Puoi anche smettere di commentare su questo sito, tanto non sarai mai d’accordo con noi.
Shiva e’ che finché non ci saranno anche da noi le charter school i figli bisogna anche mandarli a scuola dove pare che gli romperanno le scatole parecchio spiegandogli che le famiglie arcobaleno sono il massimo della libidine e cambiare sesso una doppia libidine coi fiocchi.