Lubatti (T-Party Pd): «L’articolo 18 non è intoccabile»

Di Massimo Giardina
25 Ottobre 2011
Intervista a Claudio Lubatti tra i promotori di un manifesto che raccoglie le firme di molti amministratori locali del Pd e che chiede più liberalizzazioni e più riforme. «Non siamo rottamatori e non vogliamo essere una corrente, ma abbiamo voluto rompere gli schemi, sfidare il sistema e ragionare sul merito»

C’è una strana creatura che avanza nel Partito Democratico, qualcosa che all’interno della coalizione di centrosinistra non si era ancora vista e che sta attirando la curiosità della stampa e della politica nazionale. È il gruppo dei giovani trentenni del Pd il cui manifesto è stato pubblicato venerdì sul Foglio. Il manifesto dei «giovani curdi del Pd, i T-Party», come li ha ribattezzati il Foglio, contiene temi molti provocatori: riforma del lavoro, liberalizzazioni, pensioni. Argomenti che chiedono un cambio di rotta alla dirigenza del partito guidato da Pier Luigi Bersani.

A Radio Tempi è intervenuto Claudio Lubatti, assessore ai Trasporti del comune di Torino e ideatore dell’iniziativa insieme ad altri giovani amministratori locali del partito. «Abbiamo voluto rompere gli schemi, sfidare il sistema e ragionare sul merito». In questo modo Lubatti commenta il manifesto che lo vede firmatario. Occorre porre in essere «un’alternativa credibile dicendo cose chiare: liberalizzazioni, lavoro, trasporti. Abbiamo provato a dire qualcosa di forte, ma non abbiamo la pretesa di essere l’unica voce».

Lubatti vuol porre in evidenza che lo spirito del manifesto «non è un appello alla rottamazione, ma la richiesta al partito per una riflessione su tematiche importanti. Non siamo una corrente perché tra di noi ci sono persone di diverse provenienze». Tra i contenuti del manifesto vi è un chiaro e deciso riferimento all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. «L’articolo 18 non è intoccabile e le leggi sul tema del lavoro non corrispondono più alla realtà. Dev’esserci una discussione ed arrivare ad una sintesi che possa contenere più contenuti nel Pd».

Lubatti è cosciente delle conseguenze che potrebbero nascere all’interno della coalizione di centrosinistra, e che la seria presa in considerazione dei temi affrontati nel manifesto è più di “centro” che di “sinistra”. Al contempo, si dice pronto ad un confronto sia dentro sia fuori il Pd, partito dal quale, dice, «non intendiamo spostarci».

Ascolta l’intervista a Claudio Lubatti
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