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I limiti della democrazia liberale e il ruolo decisivo delle minoranze cristiane

Di Matteo Forte
05 Luglio 2022
L'aborto, la guerra, l'Occidente, la Russia. Riflessioni sulla crisi dell'ordine mondiale, i suoi nemici interni ed esterni, e il pericolo dell'individualismo radicale
corte suprema democrazia
Polizia schierata davanti alla Corte Suprema americana nelle ore in cui si attendeva la sentenza sulla Roe v. Wade (foto Ansa)


La Corte suprema americana non ha cancellato l'aborto con un tratto di penna. Né avrebbe potuto. Tuttavia nella distinzione tutta liberale per cui il potere non è concentrato in un unico blocco ma diviso, ha rimandato la questione al legittimo dibattito dei rappresentanti dei cittadini eletti per legiferare nei singoli Stati americani in un senso o nell’altro, poiché quello all’aborto non è un “diritto” federale costituzionalmente garantito. Che l'Occidente oggi sia tutto relativismo e gay pride, per dirla con Kirill, non coincide dunque con il fatto che il suo è un sistema liberale. Semmai tutte queste cose (anche per l'imporsi di nuovi diritti e istituti per via giudiziaria) disfano la democrazia liberale. I veri avversari di quest'ultima paradossalmente sono interni, non esterni. Sono quanti si definiscono, verrebbe da dire “impropriamente”, liberali.
I populisti sostenitori della democrazia illiberale alla Orban e i protettori del Ruskij Mir (Mondo russo), disposti a soste...

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