
La Libia è un paese al collasso. L’Egitto vuole un fronte comune contro gli islamisti, l’Italia ci pensa
A tre anni dall’uccisione di Muammar Gheddafi e dalla caduta del regime, neanche un terzo dei libici afferma di stare meglio di prima. Una ricerca dell’Istituto danese contro la tortura Dignity, pubblicata dal Guardian, offre una panoramica della condizione del popolo libico tre anni dopo l’intervento della Nato e alle porte di un nuovo possibile intervento delle Nazioni Unite.
COLLASSO DEL PAESE. Le quasi tremila interviste realizzate dall’Istituto hanno portato a questi risultati: quasi un terzo della popolazione soffre di problemi mentali, come attacchi di ansia e depressione. Il 63,6 per cento dei libici teme l’instabilità politica, il 61 per cento il collasso del Paese. Il 56,6 per cento si sente insicuro nella propria città, mentre il 46,4 per cento vede un futuro fosco per il Paese.
POPOLAZIONE MARTORIATA. Inoltre, il 20 per cento delle famiglie libiche ha almeno un componente scomparso, l’11 per cento uno arrestato e il 5 per cento uno ucciso. Delle persone arrestate, il 46 per cento afferma di essere stato picchiato, il 20 per cento torturato e il 16 per cento soffocato. Tra il 3 e il 5 per cento degli arrestati sono stati abusati sessualmente o torturati con scariche elettriche.
UN ALTRO INTERVENTO ONU? In un momento in cui il governo legittimo si trova nell’est del Paese, a Tobruk, esiliato dagli islamisti che hanno conquistato Tripoli, a Bengasi si combattono l’esercito regolare e le milizie dei terroristi, mentre la città di Derna è occupata dallo Stato islamico, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha dichiarato: «La Libia è al collasso. Se l’Onu ce lo chiede, pronte le nostre truppe per aiutare il Paese (…) con un intervento di peacekeeping, rigorosamente sotto l’egida Onu».
LA RICETTA EGIZIANA. Come dimostrano i dati sopra pubblicati, il primo intervento sotto l’egida Onu ha prodotto risultati disastrosi. Il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi (con il Papa nella foto), che ha da poco concluso una visita in Italia e Vaticano, ha chiesto di fare «fronte comune per combattere il terrorismo» e «stabilizzare la Libia» con questo piano: «[In Libia] – ha detto al Corriere della Sera – regna il caos, ma soprattutto si stanno creando basi jihadiste di estrema pericolosità. La Nato non ha completato la sua missione. Perché dopo la guerra che ha eliminato Gheddafi la Libia è stata abbandonata? Non credo a nuovi interventi militari e l’Egitto non ne ha compiuti e non ne compie. Invece la Comunità internazionale deve fare una scelta molto chiara e collettiva a favore dell’esercito nazionale libico e di nessun altro», rifornendolo di armi e intelligence. Anche se il piano del presidente egiziano dovesse funzionare, la sua approvazione dovrà scontrarsi con Qatar e Turchia, che hanno già messo il proprio cappello sopra le milizie islamiste che sconvolgono il Paese.
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Nelle divagazioni geo-politiche a mano libera e a mente piena di prospettive future, progetti in fase di esecuzione e complotti permanenti, non c’è nulla di male, a parte la riduzione deilla realtà a un risiko in cui ogni logica procede autonomamente, privlegiando alcuni attori, escludendone altri, esaltando il ruolo di questo, condannando quello a non si capisce bene se decrescita felice o frustrazione bellicista.
Ormai, ci si informa a forza di citazioni, la partita è chiusa e decisa: finalmenhte, ci sarà un mondo in cui domineranno i cinesi (che comprano oro anche al minuto), che sappiamo in quale grande democrazia rispettosa dei diritti umani vivano, specie di quelli delle bambine, di quelli dei tibetani e dei cristiani (a proposito di questo, nulla da dichiarare dai complottisti & mistificatori riunti), fra gli altri;
comanderà la Russia (ne sarei felice per loro: almeno, un Paese che non vuole rinnegare le proprie radici cristiane), malgrado il prezzo del petrolio al ribasso per danneggiare Putin e così, favorire i consumatori, tranne gli italiani, che pagano la benzina più degli altri;
quindi, comanderà o prospererà chi sta più simpatico a russi e cinesi (con 100 milioni di maschi in cerca di compagnia e gli arabi che coprono le donne dalla testa ai piedi, sarà un bel problema);
l’Occidente sarà una scomparso, questa malacarne, questa feccia della storia, questi barbari parassiti che devono tutto, la loro cosiddetta civiltà e il loro illusorio benessere agli altri;
e di colpo, in questa prefigurazione di un glorioso futuro, dell’Islam si perdono le tracce, senza nemmeno poterne dare la colpa a Yinon. E buonanotte aurea a tutti, anche se Gheddafi, con la cosiddetta “carta straccia”, ha (con)vissuto alla grande. Anche Putin è un grande, ma la Russia non deve dipendere, come noi, dalle risorse energetiche di altri: e la Russia ha una storia che non ha dimenticato e che i complottisti non possono falsare, avendo conosciuto bene gli islamici per sapere come trattare con loro: come a noi, pertanto, non è consentito, sulla base degli accordi sottoscritti fra eurocrati e potentati arabi che ci ricattano: petrolio in cambio di immigrazione, multiculturalismo che annienta l’identità cristiana europea per consentire agli islamici di conservare la loro e imporcela per mezzo dei trend demografici, lde petrolio, dei petrol-dollari o dinari e delle nostre – nostre: almeno queste – leggi.
A prescindere da tutte ste pappardelle, ste BENEDETTE armi al governo libico anti-islamisti, gliele vogliamo dare o no?
Ho letto l’intervista del Corsera al generale libico.
Non ripeto il contenuto, tanto anche la maggior parte di voi l’avrà letta.
Che cavolo aspettiamo, ad averli sul nostro territorio i nemici?
Il generale ha detto che ci sono tre gruppi da annientare prima che sia troppo tardi: per due di loro non è un grosso problema, almeno ora.
Solo uno dei tre richiede maggior impegno.
Tra un anno, però, le cose rischiano di essere diverse.
Bisogna entrare nell’ordine di idee che se non li eliminiamo là, ci toccherà INEVITABILMENTE farlo qua.
E farlo qua significherà distruggere case, ponti, strade, e mettere a serio repentaglio la vita dei civili, i quali dovranno essere sfollati prima dell’arrivo delle milizie islamiche.
E’ questo che si deve capire: o là o qua. Sta a noi scegliere dove.
“Che cavolo aspettiamo, ad averli sul nostro territorio i nemici?”
Fra basi e installazioni militari degli USA in Italia ce ne sono circa 113. Non dobbiamo aspettare : già fatto.
Quelli non sono nemici, sono ALLEATI.
L’alleanza si chiama NATO.
O stai con la NATO, o con la jihad.
Unica eccezione: la Russia, che può fare da sola. E anche la Cina.
Scommetto che se vengono davvero qua quelli della jihad, tu sei uno di quelli che gli apre la porta e gli da il benvenuto.
E questo oggi.
Quarant’anni fa: o stavi con la NATO, o col Patto di Varsavia.
NO ALTERNATIVES.
(O meglio, per avere un’alternativa dovevi disporre di un apparato militare che per noi sarebbe stato più irraggiungibile della Luna).
“Quelli non sono nemici, sono ALLEATI”
Alleato ha un significato ben preciso nella lingua italiana non corrispondente alle loro caratteristiche.
“O stai con la NATO, o con la jihad”
I nostri “alleati” dimostrano viceversa che condizione necessaria sufficiente per stare con la NATO è stare con la jihad.
“Quarant’anni fa: o stavi con la NATO, o col Patto di Varsavia”
Ti correggo : o stavi con la NATO o andavi al cimitero.
Caro Menelik, il tizio che passa il tempo a correggere con tanto sprezzo del ridicolo non solo lei, ma la storia e la realtà dei fatti, lo fa in nome, appunto, del politicamente corretto, coniugando il verbo al passato, al presente e al futuro. La minaccia – per questo mistificatore che, non è la prima volta, dimostra di non conoscere la storia, tanto da ritoccarla maldestramente, così come non riconosce le statistiche delle Fondazioni vaticane quando presentano rilevazioni in contrasto con le paranoie ratificate in senso islamicamente corretto -; la minaccia lla nostyra libertà, cdemocrazia e benessere, secondo i correttori che non hanno imparato la storia e quindi, nulla dalla storia, cui non perdono l’occasione di dare così belle e istruttivelezioni, veniva dalla N.A.T.O, non dal Patto di Varsavia. Noi italiani, col partito Comunista più forte d’Occidente – e le conseguenze, per es., sul piano dell’egemonia culturale le paghiamo ancora oggi -, noi italiani avremmo dovuto – in contrasto con quanto sottoscritto a Yalta da Russi e Americani (e inglesi e francesi come vallette: Churchill se la prese tremendamente con Roosevelt, saltarano fuori cose “turche” con le indagini della Commissione McCarthy, successivamente confermate in éra post-sovietica ) – schierarci con la Cortina di Ferro. Nemmeno con quello che si sapeva e si sa e malgrado si sia visto com’è andare a finire, i mistificatori si danno pace.
Ne parlano tanto, di pace, per spingerci alla guerra, secondo le loro logiche paranoidi:
o stai con l’Islam – con tutto quello che è successo ed è acclarato e tutto quello che succede ee è attestato dalle Fondazioni vaticane (fra le altre), con le cronache migratorie e il multiculturalismo imperante di supporto – e fai la guerra a N.A.T.O., U.S.A., Israele, Paesi del Golfo;
o stai con piccoli e grandi satana e dici “no” all’immigrazione, “no” al multiculturalismo e “no” al politicamente corretto: e allora, dalle blandizie alla minaccia: peggio per te. “Nasrallah non dimentica”.
Una tale cecità di fronte alla storia e alla realtà; una sordità così clamorosa di fronte all’identità storica, culturale, giuridica, demografica e agli interessi poltici e economici del nostro Paese, identità e interessi del quale vengono fatti coincidere – tramite l’intermediazione paranoica dei Piani Yinon e succedanei – con quelli della globalizzazione, dell’immigrazione, del politicamente corretto e della dhimmitudine, squalifica ogni asserzione venga da gente che come formidabile obiezione non alle tesi, ma a fatti provati e a documenti incontestabili, accusa chi non sanno smentire di essere ebrea.
Non temere, caro Raider, quello che scrive quel flippato non mi sposta di un millimetro.
Leggo qualche riga e poi lo mollo a bollire col suo brodo.
Tanto quello che lui pensa è del tutto ininfluente, la guerra all’isis si sta già facendo adesso, e con efficacia, direi.
E probabilmente anche in Libia, in qualche maniera, si interverrà.
La posta in gioco è troppo grossa, ci possono essere anche mille Lei, e alla prova dei fatti si vedrà che chiacchierano tutti al vento.
Come hanno fatto quando c’era il Patto di Varsavia.
@Focauld_
Personalmente credo che la condanna a morte di Gheddafi sia stata comminata dalla finanza anglo-sionista a causa dei punti n.1 e 2 :
“1) Gheddafi iniziava a pretendere oro (E NON PIU CARTA-STRACCIA) per il commercio del petrolio. In pratica voleva ripudiare il dollaro per sostituirlo con una nuova moneta comune a tutti gli stati nord-africani e del medio-oriente chiamata: “dinaro africano”. Moneta interamente aurea.
2) Gheddafi stava usando parte dei proventi del petrolio libico per finanziare la creazione del Fondo Monetario Africano che avrebbe liberato i paesi africani dall’usura bancaria del Fondo Monetario Internazionale.”
A questo riguardo vi è ora un pesce molto più grosso (ed intelligente) per questi squali che segue le orme di Gheddafi, e si chiama Putin (e Cina) :
gli USA e i sauditi stanno deprimendo il prezzo del greggio per danneggiare Putin; contemporaneamente, tengono artificialmente basso il prezzo dell’oro per salvare il dollaro. Putin è costretto a vendere il greggio sottocosto, ma immediatamente coi profitti compra oro, parimenti sottocosto. Alla lunga, la perdita sarà compensata dal buon investimento. Ovviamente è la scommessa che il dollaro cesserà di esistere entro un paio d’anni, vaporizzato dalla stampante folle della Fed. E quando il dollaro sarà imploso, Putin venderà il greggio russo “solo” in oro, anche agli europei. Questo scrive l’avvocato Dmitrij Kalinichenko su Investcafe.
Per la Cina, la volontà della Russia di pagare le merci con l’oro occidentale è molto conveniente. La Cina molto probabilmente i dollari commerciali, o una parte sostanziale li sostituirà e di fatto li ha già sostituiti, con l’oro fisico.
La Russia acquista merce direttamente dalla Cina con l’oro al prezzo attuale. Mentre la Cina compra risorse energetiche russe con l’oro al prezzo attuale. In questo rapporto russo-cinese il dollaro non trova posto, è un intermediario inutile, da escludere.
I rapporti fra (ex) economie forti, emergenti e deboli, rapporti fatti di interessi, spesso, conflittuali, lascia spazio a manovre di ogni genere per l’accaparramento di risorse, il mantenimento o l’acquisizione di livelli di benessere, la definizione di equilibri che rispecchiano i reali rapporti di forza, equilibri che, come è ovvio, non è detto siano più giusti, migliori o più convenienti agli uni di quanto non fossero agli altri così come era nel pregresso. Tutto questo non riguarda, nel bene come nel male, solo l’Occidente, una compagine non unitaria di interessi, una realtà sempre più logorata all’interno da fattori legati anche alla diminuita capacità di sostenere la competizione in atto.
Processi storici di questa portata, con le contraddizioni, gli errori, i rovesciamenti di fronte, le tensioni aperte o latenti che comportano, non necessitano, per essere spiegati, di piani complottistici che, come le vecchie ideologie, permettono di dare una visione coerente e confortante di situazioni, come si suol dire, multifattoriali, sovrapponendo a tutto l’idea in grado di dominare gli eventi in modo infallibile.
L’attacco alla Libia è stato voluto da Francia e Inghilterra per subentrare all’Italia nel ruolo di partner di un nuovo regime, da instaurare sulla scia della scelta dell’amministrazione Obama delle “primavere arabe”, che hanno travolto allo stesso modo un Paese come l’Egitto di Mubarak, “amico” delle strategie care, secondo i complottisti, al signor Yinon; Paesi ai margini della stessa scena araba, come la Tunisia di Ben Ali; la Libia di Gheddafi, “riabilitato” nel consesso internazionale del santuario onusiano; e infine, il regime di Assad, stretto nel gioco diplomatico fra Iran, Turchia e Paesi del Golfo.
Abbattere Mubarak per sostituirlo con i Fratelli Musulmani, ostili a Israele e ai Paesi arabi moderati (e ai cristiani) non sembrerebbe una prova di saggezza dei pianificatori non occulti e non dimostra rispetto della stessa logica che ispira i sostenitori del complotto; l’Egitto alla testa di una coalizione per liberare la Libia dagli islamisti, cioè, di una forza che – come l’Egitto non ostile a Israele – sarebbe manovrata dallo stesso Israele, da U.S.A. e sauditi, dovrebbe suonare come una assurdità anche a chi non intende rinunciare ai complotti paranoici, per cui anche ciò che è in contrasto con gli obiettivi del complotto è un frutto del complotto. Pertanto, non è chiaro se l’Italia che appoggiasse questa operazione farebbe il gioco di Yinon o si opporrebbe a esso: ma questo è un problema solo se si vuole difendere una teoria come un’altra. Forse, sarebbe più opportuno chiedersi se l’Italia ha interesse o meno a partecipare a una colazione di questo genere per fare i propri interessi, innanzi tutto. Intervenire adesso, però, mostrerebbe l’insensatezza – a dir poco – di chi, in Italia, ha voluto la distruzione della Libia di Gheddafi perché, sostanzialmente, questi era diventato un amico di B. Nemmeno partecipando all’impresa ci faremmo una bella figura (già: ma che ce ne importa, no?)
Per restare a Gheddafi, l’idea di creare fondi monetari per l’Africa sembra un po’ velleitaria e più che altro, pubblicitaria; lo stesso rais aveva cercato di destabilizzare il Centro Africa, non era un agnellino, non lo è mai stato; se l’idea di non sottostare al FMI è giusta, non è nuova e non è un’esclusiva di gente anche meno filo-occidentale del defunto o più anti-semita di lui. Lo stesso discorso vale per tutto il resto, scoprire ora che Gheddafi era un benefattore dell’umanità, quanto tutti gli internazionalisti, terzomondisti e democratici del globo lo giudicavano un dittatore non meno perfido di Saddam Hussein o Assad, è una cosa che fa riflettere sulla volubilità sentimentale come contrappasso e contraltare alla monomania ideologica, che trova il collante di tutto nell’antisionismo e nell’antisemitismo.
Da “Libyan Free Press” 20 Marzo 2012 (che rinfresca la memoria) :
Ecco i 10 motivi che hanno spinto la NATO a rovesciare il legittimo governo libico di Muammar Al Gheddafi :
1) Gheddafi iniziava a pretendere oro (E NON PIU CARTA-STRACCIA) per il commercio del petrolio. In pratica voleva ripudiare il dollaro per sostituirlo con una nuova moneta comune a tutti gli stati nord-africani e del medio-oriente chiamata: “dinaro africano”. Moneta interamente aurea.
2) Gheddafi stava usando parte dei proventi del petrolio libico per finanziare la creazione del Fondo Monetario Africano che avrebbe liberato i paesi africani dall’usura bancaria del Fondo Monetario Internazionale.
3) Gheddafi stava spigendo e influenzando l’unione dell’Africa in modo che fosse abbastanza potente da non farsi più schiacciare dalla tirannide reazionaria d’occidente.
4) Gheddafi ha finanziato la costruzione dei satelliti RQ1 ed RQ1R che di fatto rendono l’Africa indipendente dalle multinazionali occidentali per quel che riguarda il settore delle telecomunicazioni. Risultato? Le multinazionali, in mano ai banksters usurai, siccome perdono 500 milioni di euro annui ordinano ai loro governi di togliere di mezzo il cattivone che non accetta l’imposizione della loro schiavitù e signoraggio.
5) La banca centrale libica è nazionalizzata e non è quindi di proprietà della gang di banchieri internazionali che possiedolo le banche centrali d’occidente. La Libia era il paese con il minor debito pubblico al mondo (3.3% in rapporto al PIL). In pratica non aveva debito e quel poco che aveva era in mano alle famiglie libiche e non agli speculatori occidentali. Non è un caso che una delle prime azioni dei “ribelli” mercenari della NATO sia stata quella di creare una propria banca centrale privata…e indebitata…
6) Gheddafi non accettava le ambasciate sioniste in Libia. Tra le altre cose ha esplicitamente detto che Israele è dietro tutte le guerre in Africa e che la gente di Gaza è oppressa da questi terroristi.
7) La volontà delle multinazionali occidentali di rubare (privatizzando) le risorse statali libiche mettendo a capo della Congrega Nazionale Traditori il servo di Washington: Jalil. E’ importante notare che quando va bene le multinazionali di rapina concedono l’elemosina del 7% di royalties allo Stato italiano il quale ne concede una frazione alla regione che viene devastata. La Libia di Gheddafi prevedeva il pagamento dell’80% delle royalties allo stato libico. Questa è una ulteriore conferma del livello di sovranità e progresso umano raggiunto in Libia.
8) Ha avuto il coraggio di dire la Verità in faccia a tutta la congregra dell’ONU spiegandone tutte le contraddizioni e in particolare come tale organizzazione che sarebbe dovuta nascere per evitare le guerre ne abbia in realtà provocate almeno 65 mietendo milioni di vittime. Tutte queste guerre hanno avuto come protagonisti i paese con il diritto di veto. Inoltre tra le altre contraddizioni ha fatto notare anche come l’ONU sia uno strumento dittatoriale e imparziale tramite cui 5 paesi decidono la vita e la morte di tutti gli altri stati.
9) Ha richiesto alle Nazioni Unite di aprire le indagini su tutte le guerre e sui criminali che le hanno scatenate facendo riferimento in particolar modo alla guerra in Iraq che definisce come: “la madre di tutti i mali”.
10) Era un nemico dell’industria che lucra sulla salute umana. E sempre quel giorno all’ONU disse: “I virus vengono create dalle ditte farmaceutiche per vendere i loro medicinali.E’ un crimine vendere i medicinali,i medicinali devono essere gratis per tutti, perché non sono un lusso ma una necessità”.
Sono sempre stato contrario all’antisemitismo da parte del regime di Gheddafi, ma in Libia si viveva bene, i cattolici erano rispettati come in pochi paesi musulmani e c’era un benessere sociale diffuso. L’alleanza nato-monarchie del golfo ha visto quest bella torta e non ha perso tempo per papparsela, con le tragiche conseguenze che adesso vediamo in ,Libia.I cittadini libici adesso vivono in un’inferno peggio di quello irakeno , ma del resto al “liberatori ” tutto interessava, tranne il benessere dei libici .
interessante davvero, tutte queste cose su gheddafi non le sapevo. in particolare quella sui farmaci. cioè la penso anche io come la pensava gheddafi (e aggiungo che non si saprà mai cose c’è nei medicinali, forse sostanze peggio dei virus creati a priori).
volendo dire la mia credo che la ragione principale della cacciata di gheddafi sia soprattutto una, e vale dirla secondo quanto è accaduto: cacciato gheddafi sono aumentati gli afflussi migratori in italia, soprattutto islamici (con gheddafi in libia non ci passavi per andare in italia/europa). inoltre il paese è sempre più preda dei fondamentalisti, e a rimetterci sono i cristiani. ora pare che il califfato abbia pure la siria e così è fatta. se vogliono quelli dell’isis hanno il principale ponte per l’europa. e con gente già da noi pronta ad entrare in azione. e USA e UE che non fanno nulla contro l’isis, e che ancora condananno l’italia perchè non accoglie gli immigrati.
senza dimenticare l’ebola, poichè oggi la libia è come detto il ponte per l’italia e per tutta l’africa sub-sahariana. ah ebola e il discorso torna ai virus creati a priori.
sono malizioso ma è difficile non esserlo.