La Russia alle “Olimpiadi dei cecchini” per conquistare l’America Latina

Di Paolo Manzo
14 Agosto 2022
Sono iniziati in Venezuela gli "Sniper Frontier", ai quali partecipano tra gli altri Russia, Cina e Iran. Si tratta di un'esercitazione militare congiunta che minaccia direttamente gli Stati Uniti
Un soldato partecipa agli Sniper Frontier

Un soldato partecipa agli Sniper Frontier

È iniziata ieri e durerà sino al 27 di agosto l’ottava edizione della “Sniper Frontier”, un’esercitazione militare organizzata dalla Russia che si terrà in Venezuela, nello stato occidentale di Lara, vicino a Maracaibo e alla Colombia. «È un evento senza precedenti. Il Venezuela ha infatti partecipato ad esercitazioni, soprattutto con la Russia, ma fuori del contesto latinoamericano. È la prima volta che queste potenze hanno la possibilità di esercitazioni congiunte nella regione sudamericana», spiega Víctor Mijares, professore di scienze politiche e studi globali presso l’Universidad de los Andes. Per poi aggiungere: «È chiaramente un segno di diplomazia militare, dove si manda un messaggio agli Stati Uniti: il Venezuela ha degli alleati».

Esercitazioni con Cina, Iran e Russia

All’esercitazione parteciperanno cecchini e corpi speciali degli eserciti di 34 nazioni tra cui spiccano Cina, Iran, Bielorussia, Siria, Bolivia, Ruanda, Niger e, ovviamente, Russia. Secondo un rapporto del Center for a Secure Free Society (Sfs), un think tank specializzato in sicurezza di Washington, si tratta di un movimento «che si propone di posizionare risorse militari in America Latina e nei Caraibi. Le nazioni Vric, acronimo che sta per Venezuela, Russia, Iran e Cina, si stanno preparando a fare una forte dichiarazione che la regione è pronta ad abbracciare una forza multipolare». Le esercitazioni hanno come obiettivo quello di «normalizzare la presenza delle forze speciali di Cina, Russia e Iran in America Latina, il che rappresenta un rischio non solo per gli Stati Uniti, ma per l’intero continente», sottolinea Joseph M. Humire, il direttore dell’Sfs. A suo avviso «le forze militari di questi paesi – stiamo parlando di cecchini e di unità come la Quds Force che sponsorizzano il terrorismo – rappresentano una minaccia per Washington».

Per il viceministro della Difesa di Putin, il generale dell’esercito Pavel Popov, quelli che lui definisce Giochi internazionali dell’esercito rappresentano solo «un’eccellente piattaforma per presentare le capacità delle armi e dell’equipaggiamento militare. Nonostante i tentativi senza precedenti da parte dell’Occidente di rafforzare l’isolamento della Russia e di altri stati sovrani, l’ambito geografico dei Giochi dell’esercito continua ad espandersi», ha tenuto a precisare Popov, sottolineando che per la prima volta la “Sniper Frontier” si terrà in America Latina.

L’America Latina è una priorità per la Russia

L’esercitazione prevede anche operazioni a poche decine di chilometri dai confini marittimi degli Stati Uniti e l’esercito russo si starebbe preparando a inviare alcune unità navali. Altra fonte di preoccupazione per l’amministrazione Biden è che la “Sniper Frontier” si aggiunge alla recente cooperazione militare siglata tra Teheran e il dittatore venezuelano, Nicolás Maduro, le cui truppe hanno sfilato per la prima volta con droni iraniani, in occasione dell’ultima festa per l’indipendenza in quel di Caracas.

Insieme al rafforzamento delle relazioni belliche tra Iran e Venezuela, Daniel Ortega, il dittatore del Nicaragua, ha rinnovato un accordo con la Russia che consente a soldati, aerei e navi russe di pattugliare i confini di questo paese e di condurre esercitazioni congiunte. Firmato nel bel mezzo della guerra tra Russia e Ucraina, questo patto dimostra che la presenza in America Latina è una priorità per Mosca. Da vedere se ci sarà una reazione da parte degli Stati Uniti, che tradizionalmente sono sensibili alla presenza militare di altri paesi in questa parte di mondo. Basti pensare a quanto accadde nel 1962 quando Washington giunse sull’orlo di una guerra nucleare dopo lo spiegamento di sistemi missilistici sovietici a Cuba.

Minaccia diretta agli Stati Uniti

Secondo il quotidiano venezuelano Tal Cual, «queste attività fanno parte di un nuovo tentativo del governo Maduro di rafforzare le relazioni con queste nazioni per sfidare gli Stati Uniti». Tal Cual cita anche le dichiarazioni di Putin, il quale avrebbe affermato che Washington «non si è resa conto che sono emersi nuovi centri potenti, che sono sempre di più e si rafforzano. Un anno e mezzo fa, parlando al forum di Davos, avevo sottolineato che l’era dell’ordine mondiale unipolare era finita, nonostante tutti i tentativi di salvarlo e preservarlo con ogni mezzo possibile. Quando gli Usa hanno vinto la Guerra Fredda si sono dichiarati rappresentanti di Dio sulla Terra ma oggi non è più così».

Dal canto suo l’ambasciatore russo in Venezuela, Sergey Melik-Bagdasarov, ha detto alla Tass che «questa cooperazione tecnico-militare continua a espandersi secondo i piani tracciati. Non ci sono dubbi che in caso di necessità sia la Russia che il Venezuela siano in grado di prestarsi mutua assistenza in modo rapido ed efficace».

@pmanzo70

Foto Ansa

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