La preghiera del mattino

La Polonia brutta e cattiva al centro dell’Occidente

Joe Biden in Polonia con Andrzej Duda
Il presidente americano Joe Biden ieri in visita a Varsavia, Polonia, con l’omologo polacco Andrzej Duda (foto Ansa)

Sul Blog di Beppe Grillo si scrive: «L’utopia comincia a prendere vita. L’esperimento del reddito di base universale in Catalogna, una delle proposte del Cup (partito politico della Catalogna indipendentista), è praticamente pronto a vedere la luce. Per due anni, verranno erogati 800 euro al mese per adulto e 300 euro al mese per i minori di 18 anni a 5.000 catalani, per vedere come cambiano le loro vite, le loro città, l’uso dei servizi pubblici, ma soprattutto per dimostrare che questa strada, quella del reddito di base universale, è l’unica vera via per porre fine alla povertà e alla precarietà».

Come spiega il Financial Times, il prevalere di istinti estremistici in Catalogna sta danneggiando una delle più ricche aree della Spagna. Né va scordato come l’Argentina fosse una delle economie più floride sulla scena internazionale e come una cura di assistenza al posto di lavoro e produzione (tipo la famosa cura grillino-contiana) l’abbia portata, con l’aggiunta delle privatizzazioni al modo eltsinian-prodian-menemista, sulle soglie della miseria.

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Su Startmag Pierluigi Mennitti scrive: «Chiuso il sipario sulla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, la scena diplomatica internazionale si sposta più a est. Protagonista il presidente americano, prima piombato a sorpresa a Kiev, poi atteso a Varsavia, in Polonia, per una visita invece programmata da più tempo. Se il blitz in Ucraina assume un evidente valore dirompente, anche il viaggio a Varsavia è colmo di significati simbolici, proprio perché a lungo studiato. Innanzitutto avviene alla vigilia del primo anniversario dell’attacco russo a Kiev, proprio mentre la guerra vive una nuova fiammata. E poi perché il messaggio già rilanciato a Kiev (“Saremo al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”) partirà anche da quello che è il principale retrovia militare del fronte bellico. Da lì Biden vuol tranquillizzare soprattutto i paesi del fianco orientale della Nato che l’impegno degli Stati Uniti non verrà meno».

La guerra è la guerra, e si sta da una parte o dall’altra, anche quando si finge neutralità. Ma il conflitto militare non ha solo effetti semplificatori: pensate agli odiatori della Polonia conservatrice che ora devono fare i conti con una Varsavia come elemento centrale dell’asse antirusso.

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Su Affaritaliani Elly Schlein dice: «Sarà una ennesima delusione per chi l’ha votata. La destra non è cresciuta, ha sempre i suoi dodici milioni di elettori che si sono affidati prima a Berlusconi, poi a Salvini e ora a Meloni. Nonostante siano divisi. Sta a noi fare esplodere quelle contraddizioni».

Invece di mettere al primo posto le sue proposte, la Schlein punta molto sull’“esplosione del centrodestra”. Stefano Bonaccini con i suoi risvoltini, le scarpe senza calze, gli occhiali a goccia e le sopracciglia forse tatuate, probabilmente non è quell’uomo sopra le parti di cui avrebbe bisogno il Pd, ma meglio uno “sotto le parti” che una fuori da ogni parte costruttiva.

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Su Huffington Post Italia Angela Mauro scrive: «I ministri Ue frenano sulle accuse del segretario di Stato Blinken, secondo cui Pechino fornirà armi a Mosca. Borrell: “Wang Yi mi ha assicurato che non lo fa e non lo farà”. Ma dietro questa sicumera c’è una ragione più economica: mettere a rischio i rapporti commerciali con la Cina fa paura, soprattutto alla Germania».

Aiutare “senza se e senza ma” Kiev, cercare di finire la guerra, salvare il livello di globalizzazione acquisito in questi anni, evitare la terza guerra mondiale sia pure rafforzando gli assetti liberaldemocratici degli Stati: tutti obiettivi sacrosanti, chiari da enunciare, non sempre facilissimi da raggiungere.

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