Alan Patarga

Alan Patarga, nato a Roma nel 1979, ha viaggiato parecchio ma alla fine ha messo radici nella Brianza berlusconiana. A Mediaset dal 2008, coordina la redazione economica di TgCom24, Tg4 e Studio Aperto. Marito di Elisa, papà di Ginevra, Carolina e Guido, senza dimenticare la mascotte di casa Otto. È cattolico e liberale e non trova in questo alcuna contraddizione

Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis

Pora Stellantis

Se è tornata la Fiat che pretende incentivi e sussidi per non dover chiudere gli stabilimenti italiani è perché il modello Marchionne è stato rottamato. Gli errori strategici di Tavares, il disinteresse industriale degli Elkann, la scommessa sbagliata sull’elettrico

Protesta davanti al Reichstag a Berlino nel luglio scorso contro il cancelliere Olaf Scholz per il taglio dei fondi per gli aiuti internazionali previsto nel bilancio federale

Se si sgonfia la Germania

A parte la soddisfazione per il sorpasso nella crescita del Pil, c’è poco da gongolare per la frenata del sistema tedesco. Assieme al cuore produttivo del Vecchio Continente sono a repentaglio non soltanto varie filiere della nostra manifattura, ma la stessa Unione Europea

Cerimonia di benvenuto per la nave da tracciamento cinese Yuan Wang 5 nel porto di Hambantota, Sri Lanka

La Cina e il suo cappio monetario internazionale

Così nel nome della Nuova Via della seta Pechino offre a decine di paesi in via di sviluppo progetti faraonici e maxi prestiti per realizzarli. Ma non è che una “trappola del debito” con cui i poveri fortunati finiranno per condannarsi a un eterno vassallaggio verso il Dragone

Auto elettrica

Un’auto elettrica ci travolgerà

Costi sociali altissimi e più dipendenza dalla Cina in cambio di scarse performance e benefici discutibili (se non danni) per l’ambiente. L’Europa non vede l’ora di rottamare benzina e diesel per passare ai motori “green”. Per ora è un pessimo affare. Qualche numero

Una strada di Shanghai deserta per il lockdown anti Covid

Zero Covid, zero Pil

Così l’accanita strategia antivirus del regime di Pechino ha devastato l’economia cinese, messo in fuga gli investitori e aggravato l’ingorgo internazionale delle merci. Con conseguenze globali che il mondo, “distratto” dalla guerra in Ucraina, non ha ancora compreso

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