La lotta per difendere la “liberté” comincia dalla passione per la “vérité”. Noi non siamo Charlie

Di Luigi Amicone
14 Gennaio 2015
Je suis qui? Chi sono io? Il prezzo della libertà non può essere la rinuncia alla verità. Anche noi in piazza contro il terrorismo islamico, ma non siamo Charlie

charlie-hebdo-terrorismo-islamico-francia-tempi-copertinaAnticipiamo l’editoriale del nuovo numero del settimanale Tempi, in edicola da domani (giovedì 15 gennaio) con una copertina dedicata ai fatti di Parigi e all’aria che tira nella Francia delle banlieue e in quella dei salotti intellettuali.

Anche noi siamo idealmente in tutte le piazze europee in nome della “liberté”. Ma cos’è libertà? Cos’è, senza verità? Cos’è se, come dice Il nome della rosa, libro di culto in Occidente, «il compito di chi ama gli uomini è di far ridere della verità» perché «l’unica verità è imparare a liberarci della passione insana della verità»? Ma se la verità è una passione insana, che verità ha la condanna della violenza e della “non libertà”?

Lotta al terrore non è il rito della Marianne. Né libertà è una unità che dura lo spazio di un mattino. Certamente non è né lotta né libertà ripubblicare, come hanno fatto i gesuiti della rivista Études, le vignette anticattoliche di Charlie Hebdo. Dove Gesù in croce denuncia il Conclave e papa Francesco è una ballerina a Rio (mancava solo la più famosa, la Trinità raffigurata come un trio di sodomizzatori). «Segno di forza» per i gesuiti francesi. Segno di confusione mentale e subalternità culturale secondo noi. Per questo noi non siamo Charlie.

Se di tutto si può ridere, ma è “discriminatorio” chiamare le cose col loro nome, che differenza c’è tra lo Stato Teocratico e lo Stato Ateocratico? La linea di demarcazione si assottiglia. Ed è la linea di chi, alla vigilia di nazismo e comunismo, ha preparato i cimiteri europei proclamando «il vero, il certo, il reale. Come lo odio!». Se questo è Nietzsche che muore pazzo ma ritorna nelle odierne ideologie europee, siano esse di marca buonista o teorie del gender, cosa dice Kouachi mentre è barricato e rivendica al telefono con Bfmtv «sono stato mandato da Al Qaeda nello Yemen»? Dice e proclama: «Non siamo killer. Siamo difensori del Profeta. Noi non ammazziamo nessuno». Eccolo l’altro volto – quello più efferato, al culmine della pazzia – dell’odio per il vero, il certo, il reale.

L’Europa di Babele tollera che interi quartieri delle sue capitali siano gestiti dalla sharia. Ma non che si mostrino croci o presepi, cultura e identità cristiane. Guai a parlare di famiglia uomo-donna. E fascista chi insorge contro la prepotenza. È libertà andare a braccetto con chi dichiara “terroriste” due donne solo perché guidano a viso scoperto e con chi, lo stesso giorno che abbraccia Hollande in piazza, a Gedda abbraccia il boia che sta infliggendo le prime cento frustate (delle mille, e dieci anni di galera) sentenziate per il blogger che ha osato dirsi “musulmano liberale”? Che libertà è dichiarare l’Ungheria para-fascista perché ha messo in Costituzione la difesa della vita e non alzare un dito per chiedere al Pakistan di fermare le stragi di cristiani e liberare una donna, madre di cinque figli, Asia Bibi, denunciata perché ha bevuto un bicchiere d’acqua “islamico” e che attende da cinque anni, chiusa in una cella senza finestre, di essere impiccata per “blasfemia”?

Dobbiamo andare avanti? Quanti esempi si affollano davanti ai nostri occhi. L’Europa? Come scrive Houellebecq, il nostro destino è segnato. A meno che, da persone veramente libere, da persone di qualunque credo e di qualunque ateismo; insomma, da persone realmente europee, ricominciamo a cercare e a difendere, qui e nel mondo, la libertà nella verità.

@LuigiAmicone

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21 commenti

  1. mauro

    concordo, concordo, concordo, grazie luigi, anche per la tua amicizia

  2. Ratioplus

    tu puoi essere quello che vuoi,”amicone”,per le vittime di charlie hebdo hanno gia’ parlato le campane di Notre Dame e marciato i 3 milioni di uomini laici,musulmani,cristiani che vogliono vivere insieme,in pace e in liberta’.
    continua pure la linea dell’odio sul tuo giornaletto,questa tragedia vi ha smascherati nella vostra piccola cattiveria,nella vostra piccola fede,nei vostri immondi compromessi.

    1. Geppo

      Ratioplus, ci fai o ci sei ?

      1. Su Connottu

        Direi tutti e due, sommati a un eccesso di onanismo autobiografico

    2. To_NI

      Se bastassero le campane che suonano e la marcia, più o meno numerosa, per cambiare le cose. Troppo poco per vivere insieme, in pace e libertà. Troppo facile.
      Non chiamerei una linea d’odio constatare l’inutilità di come sapete agire.

  3. riccardo

    Oggi questa satira é celebrata da tutti come la punta di diamante della libertà europea. Il grande equivoco é che la libertá non é imbrattare quello in cui tu non credi, ma permettere anche a questi infantili imbrattatori di esprimersi. La differenza é abissale come l’equivoco che ne è nato.
    Questi “maestri del pensiero” pieni di soldi e perfettamente allineati si cullavano nell’idea di essere anche degli originali e creativi vomitando le solite quattro cose sul sesso per infangare tutto e tutti quanti non allineati con loro (che sono poi sono tutte uguali ste vignette, il sesso sguaiato per coprire il cinismo e il nichilismo).
    Hanno vomitato su Cristo e sulla Chiesa, ma questo dai tempi di Gesù lo fanno tutti.
    Poi hanno vomitato su Maometto dopo aver tirato su ed illuso generazioni sul fatto che niente vale se non quello che é di moda. Sono due facce del nichilismo che si scontrano, quelli per cui c’é solo Dio e l’uomo e la realtá sono niente e quelli per cui non vi é nulla e tutto e tutti possono essere insultati in nome del pensiero corretto stabilito da potere.
    Certo loro andando a prendere l’aperitivo in centro a Parigi, gli altri a sfangarla orfani ghettizzati dai primi nelle periferie.
    I figli hanno ucciso i loro padri insipienti.
    Io non sono Charlie, non voglio esserlo, ma daró la vita perché sulla mia terra anche Charlie possa essere libero di scarabocchiare le sue stupidaggini e magari crescere e cominciare a dipingere. Ma la libertá da difendere é anche quella di poter dire: io non sono Charlie, non voglio esserlo. Mi fa schifo.

    1. Su Connottu

      Riccardo il tuo intervento è forse il più nitido tra tutti quelli che ho letto in questi giorni, qui e altrove.
      Mi rappresenta completamente se non in un punto, che riconosco come un mio limite.
      Io non darò mai la vita per consentire a Charlie di scorreggiare i suoi insulti, non ce la farei proprio.
      Forse potrei dare cinque euro…
      Facciamo due.
      Uno

  4. lcll

    Faccio il riassunto, al netto di alcune cose platealmente ridicole.
    Da una parte c’è il cattolicesimo nella versione specifica di Amicone, unica possibilità di verità, dli libertà ed anche di sopravvivenza dell’europa e probabilmente dell’umanità tutta.
    Dall’altra parte c’è ogni cosa che con coincide con tale visione e che, in questa non coincidenza, è tutta ed ugualmente responsabile di morte e distruzione.

    1. Su Connottu

      Faccio anch’io il riassunto: Lcll non ha capito nulla

      1. yoyo

        Cambia immagine, Su Connutu. Catherine ha detto pochi mesi fa le frasi più inumane sul aborto.

        1. Su Connottu

          Catherine ha a che fare con me quanto Charlie Hebdo, e l’ondata conformista, hanno a che fare con la libertà di espressione: niente. L’ironia mi sembrava abbastanza chiara.

          1. yoyo

            Ok.

          2. Sebastiano

            Eh, ma che vuoi, loro la presa per i fondelli la esaltano solo quando è verso gli altri…

    2. To_Ni

      Non solo non ha capito, ma non si rende conto che al punto in cui siamo arrivati è una diretta conseguenza del tipo di umanità figlia di una cultura come la sua o dei suoi solidali.
      E l’interpretazione che attribuisce, con il solito mantra -accusa di un cattolicesimo che vuole imporre un “unica possibilità di verità”, omette che lui e compari di fatto appartengono a chi impone che l’unica verità è che “non esiste verità”. Non hanno, così, nessun argomento per rendere degna e difendibile l’umanità.

  5. Sebastiano

    “Études”, nome emblematico. Lorsignori hanno studiato tanto, ma proprio tanto per capire come potevano sputare addosso ai cadaveri di tutti i cristiani che, per difendere quello che questi figuri dileggiano, hanno perso – non metaforicamente – la testa (e dunque hanno poco da ridere). Fosse per me li manderei tutti in missione in Arabia Saudita. Li sì che scoppieranno. Ma non dalle risate.

    1. EquesFidus

      Più facile che si convertano all’Islam: la domanda non è in cosa credano costoro, ma se hanno o meno mai avuto fede.

  6. Raider

    Non vorrei ripetermi, Direttore, Leggo e sottoscrivo. Dal riferimento al ‘papa’ o a uno dei ‘papi’ del realtivismo elevato a regime, Umberto Eco, ai gesuiti, che, tanto per non giudicare neppure se stessi, ripubblicano le vignette anti-cattoliche di Charlie Hebdo, sfidando non si cpascie, chi se il papa uscito dalle loro schiere di combattenti indomiti per la fede di cui si prendono gioco; o per scandalizzare chissà quale mostro di semplici fedeli che, nella Francia primogenita dell’ateismo, ancora vanno in Chiesa, malgrado Etudes si dedichi a cose più amene.
    Senza dire che si sono guardati bene, i gesuiti coraggiosi, dal riproporre le vignette, assai più blande, molto meno blafeme, che prendevano di mira l’Islam. Come la copertina del numero di Charlie Hebdo che esce oggi: Maometto non ride, piange perché, come dicono gli islamici, l’islamismo è doppiamente vittioma: vittima degli islamisti e anche – capito? Anche – dei vignettisti di Charlie Hebdo… E la scritta in alto: tutto è perdonato! Da chi? Eh! Da chi vorrebbe continuare a fara satira col permesso dei carnefci di ogni libertà? I quali, infatti, hanno già fatto sapere che non gradiscono nemmeno di essere perdonati, loro che hanno agito in conformità a un Maometto che dalla copertina Charlie Hebdo li sconfessa: manco che una qualunque rivisticola blasfema fosse l’università al Azhar, manco i vignettisti avessero l’autorità coranica di un consesso di imam e ayatollah; manco Charlie Hebdo fosse Etudes che prende a pernacchie la fede cristiana della gente che va in chiesa e che i jihadisti ammazzano con tanto scrupolo perchè i gesuiti ci ridano, rieptendo anche loro: tout est pardonné – agli assassini. Perchè i signori gesuiti, per non sapere giudicare, non vedono la differenza fra ridere, anche di se stessi e rendersi ridicoli, ridicolizzando in conto terzi la propria fede colpita e affondata in mille forme e luoghi del mondo; così come fanno confusione fra il papa gesuita e il papa laico, interpretando l’uno con l’altro, Generale dell’Ordine della corretta risata di scherno.

    1. Giuseppe

      Concordo in pieno con l’articolo e con il commento.
      E, per dare un contributo significativo, segnalo l’indirizzo e-mail della Compagnia di Gesù a Roma:
      [email protected]
      Inondiamolo di messaggi che gli facciano capire che il popolo cristiano non è quello che pensano i redattori [o forse devo chiamarli “bestemmiatori”?] di Etudes.
      Buona giornata.

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