La libertà religiosa è a rischio in Occidente? Cosa accade (oggi) in Australia e (domani) da noi
Articolo tratto dall’Osservatore Romano, a firma del cardinale arcivescovo di Sydney George Pell (nella foto con Benedetto XVI) – Le sfide alla libertà religiosa nei Paesi occidentali sono serie, e non posso essere banalizzate, ma dobbiamo anche guardare alle cose in prospettiva. Nel più ampio contesto globale e storico, la stima del numero di cristiani martiri nel ventesimo secolo va da 27 a 45 milioni di persone. Le stime dei martiri relativi ai primi dieci anni del terzo millennio vanno da 100 a 150.000 all’anno. Grazie al cielo in Australia come in molti Paesi occidentali la libertà religiosa non è una questione di vita o di morte.
In Australia non esiste attualmente minaccia di persecuzione religiosa. Le sfide che dobbiamo affrontare sono di ordine diverso, ma comunque serie. Non derivano dalla persecuzione violenta ma dalla determinazione delle autorità governative, delle corti e dei tribunali di promuovere una particolare visione del mondo, specialmente in due ambiti strettamente interconnessi: l’ambito relazionale, la famiglia e la sessualità, da un lato; l’aborto e la tecnologia riproduttiva dall’altro. Si tratta infatti di una tendenza emergente anche in Australia.
Nello Stato di Vittoria, l’atto di riforma della legge sull’aborto (2008) impone ai medici obiettori di coscienza rispetto all’aborto di inviare i pazienti a colleghi che possano mettere in atto la procedura. All’inizio di quest’anno, il Governo federale ha cambiato la legge per rimuovere le garanzie che assicurano agli enti sanitari religiosi finanziati dal Governo di operare nei vari servizi secondo le proprie convinzioni. Saranno ora obbligati ad agire anche contro le loro convinzioni religiose e a fornire stanze doppie anche a coppie non sposate o omosessuali.
Un legislatore del Parlamento del Nuovo Galles meridionale si è ispirato allo stesso principio per proporre di eliminare nelle leggi di quello Stato le protezioni alla libertà religiosa che consentono alle scuole confessionali di accertarsi che il loro personale condivida l’etica e la testimonianza di queste scuole.
Se questo è giustificabile sul piano dei diritti umani, un approccio per il quale alcuni diritti sono applicati in maniera così estesa da poterli usare per ottenerne altri, mentre altri sono applicati nel modo più restrittivo possibile, nel lungo periodo sarà fatale per il rispetto degli stessi diritti umani. La libertà religiosa è la cartina di tornasole. Se viene indebolita, altri diritti fondamentali come la libertà di associazione e la libertà di parola si indeboliranno.
Recentemente, all’Università di Sidney, un gruppo pro-life ha creato Life Choice, un’associazione che promuove il dibattito sull’aborto e sull’eutanasia. La loro prima domanda di finanziamento all’Unione studentesca è stata respinta perché (è stato detto) questo gruppo non avrebbe promosso la vita studentesca! È stato presentato ricorso al direttivo plenario dell’Unione studentesca e il gruppo Life Choice ha ottenuto il riconoscimento per un voto.
Due dettagli sono interessanti. Il professore Peter Singer, filosofo australiano dell’Università di Princeton, è intervenuto per sostenere il diritto al riconoscimento di Life Choice; uno degli oppositori dell’Unione studentesca ha affermato che il diritto di una donna di scegliere l’aborto viene prima della libertà di espressione. Questo episodio rende l’idea di ciò che può accadere in futuro.
Alcune persone vorrebbero che le voci e le testimonianze religiose fossero escluse dallo spazio pubblico, e io ho il sospetto che questo obiettivo verrà perseguito attraverso piccole modifiche progressive a leggi e regolamenti piuttosto che con un assalto frontale. Ma potrà esserci anche un conflitto politico aperto, a partire dalla questione del matrimonio tra persone dello stesso sesso (che non è inevitabile in Australia). Se questo fosse legalizzato ci sarebbero fortissime pressioni per presentare le unioni omosessuali come equivalenti al matrimonio e impedire l’insegnamento della concezione cristiana della sessualità, del matrimonio e della famiglia, anche nelle scuole religiose.
Se coloro che in Australia puntano a questo obiettivo pensano che i parroci, le scuole e le istituzioni cattoliche si adegueranno a queste richieste, stanno facendo un grosso errore di calcolo.
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13 commenti
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Allora zero soldi anche per aborto e scuola statale.
No quelli sono previsti dalla legge,democraticamente votata da un parlamento eletto a suffragio universale. Se non ti sta bene provi a cambiarla, altrimenti emigri.
E’ la democrazia, bellezza.
anche se si instaura una dittatura che elimina la democrazia (vedi Hitler)?
Se per questo anche le scuole paritarie sono riconosciute da una legge, precisamente la 62/2000, democraticamente votata da un parlamento eletto a suffragio universale. Se non ti sta bene, prova a cambiarla, altrimenti emigra. È la democrazia, Giovanni.
PS. Mi sembra sia stato cancellato dalla redazione un commento di Remo, che, pur condividendo, non mi pareva offensivo.
Se per questo anche le scuole paritarie sono riconosciute da una legge, precisamente la 62/2000, democraticamente votata da un parlamento eletto a suffragio universale. Se non ti sta bene, prova a cambiarla, altrimenti emigra. È la democrazia, Giovanni.
PS. Mi sembra sia stato cancellato dalla redazione un commento di Remo, che, pur non condividendo, non mi pareva offensivo.
le proprie convinzioni personali di stampo confessionale non devono intaccare la vita degli altri nell’esercizio di loro diritto o all’interno di cariche pubbliche o di attività commerciali…come se fosse accettabile che non vengano fornite stanze doppie a famiglie ove la coppia è formata da due persone dello stesso sesso o da persone non sposate…stiamo scherzando vero?
La persona non può essere al di sotto dello stato in quanto senza di essa lo stato non esisterebbe. La proprietà privata è un diritto inviolabile dell’essere umano. Se lo stato esercita un suo arbitrio sulla persona, non stiamo parlando di democrazia ma di dittatura, a tutti gli effetti.
la soluzione al problema è semplice, l’educazione non deve essere più centralizzata e gestita dallo Stato. Libertà completa di costruire scuole o università senza il controllo dello Stato.
Ma allora senza anche i contributi dello Stato
esatto, come è stato sempre fatto da quando esiste l’università (1088)
per fortuna ( forse ) in australia non c’è ancora un fesso che concede il duomo ad un mistificatore come pablo coelho. una vergogna .
per fortuna ( forse ) in australia non c’è ancora un fesso che concede il duomo ad un mistificatore come pablo coelho.