L’esercito degli Stati Uniti è «debole», incapace di affrontare due grandi conflitti su scala regionale allo stesso tempo e a rischio addirittura di non essere in grado di gestirne «uno solo». È la fotografia impietosa dello stato delle forze armate americane scattata come ogni anno dalla Heritage Foundation. La verità, riassume il Wall Street Journal laconico, «è che la forza militare americana non è più ciò che era un tempo».
La marina cinese supera quella Usa
Negli ultimi nove anni, mai l’esercito Usa era stato definito «debole» e le cause sono tante. Tra le principali ci sono la diminuzione dei finanziamenti (oggi gli Usa spendono nell’esercito il 3% del Pil contro il 5-6% degli anni ’80), la difficoltà a reclutare nuovi soldati, addestramento e manutenzione insufficienti, l’incapacità di aggiornare le spese militari all’inflazione. A preoccupare sono soprattutto lo stato della Marina e dell’Aeronautica militare.
Per quanto riguarda la prima, l’obiettivo è lo stesso da anni: raggiungere la soglia delle 350 navi da guerra. Eppure il governo americano dimostra «una persistente incapacità di arrestare e invertire il trend che vede la flotta in continua diminuzione». Dal 2005 al 2020, la flotta americana è passata da 291 a 296 navi da guerra, quella cinese da 216 a 360.
Le navi americane sono ancora superiori a quelle cinesi, anche se in numero inferiori, ma il Dragone sta rapidamente colmando il gap tecnologico «in tutti i campi».
L’Aeronautica arranca
L’Air Force è messa, se possibile, peggio. Secondo l’Heritage Foundation è «molto debole»: a causa di velivoli «vecchi» e delle insufficienti ore di volo compiute dai piloti, l’Aeronautica «faticherebbe molto ad affrontare un avversario alla pari». I caccia e i bombardieri a disposizione sono appena il 40% di quelli su cui gli Usa potevano contare negli anni ’80. E poco più della metà sarebbero utilizzabili se una guerra scoppiasse a breve termine.
Anche le munizioni scarseggiano, tanto che l’Air Force potrebbe sostenere una guerra contro un avversario alla pari «per poco più di qualche settimana», con i rifornimenti che arriverebbero solo dopo 24 o 36 mesi. Se si considera poi l’addestramento dei piloti, le cose non vanno meglio. La soglia considerata adeguata per essere pronti a combattere è praticare 200 ore di volo all’anno, la media del 2021 per i piloti americani è stata di 100 ore circa.
Pochi fondi per l’esercito Usa
Pure l’esercito ha i suoi problemi. I fondi a disposizione per l’ammodernamento dell’equipaggiamento sono calati di 59 miliardi a partire dal 2018 e nel 2022, rispetto a una condizione considerata ottimale, sono venuti a mancare 20 mila soldati per mancanza di reclute.
Il Corpo migliore è quello dei Marine, che si è completamente riorganizzato per essere in grado di combattere una guerra nel Pacifico. Nonostante questo, dei 27 battaglioni di fanteria del 2011 ne sono rimasti oggi soltanto 21. Fondamentale, per il successo dell’intervento dei Marine in un teatro di guerra, sono le navi d’assalto anfibie che però la Marina non ha ancora consegnato.
L’Europa dovrebbe preoccuparsi
L’esercito americano resta, nonostante questi problemi, il migliore al mondo. È preoccupante però che il rapporto della Heritage Foundation lo giudichi incapace di combattere su due teatri di guerra allo stesso tempo. All’Unione Europea dovrebbero fischiare le orecchie.
Se infatti la Cina decidesse di attaccare Taiwan, come Xi Jinping ha di nuovo minacciato di fare domenica durante il discorso di apertura del Congresso del Partito comunista, gli Usa non potrebbero contemporaneamente combattere nel Pacifico e in Europa. I Ventisette paesi membri dell’Unione Europea dovrebbero fare attenzione a questi sviluppi: non è detto che per difendersi possano fare affidamento sugli Usa per sempre.
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