L’alleanza tra Putin e Kim è più pericolosa dei missili ipersonici

Di Leone Grotti
23 Novembre 2024
Mosca potrebbe condividere con Pyongyang tecnologia missilistica e nucleare in cambio di soldati da usare in Ucraina. «Un'arma nucleare tattica potrebbe anche finire in Iran»
L'incontro in Nord Corea di giugno tra Vladimir Putin e Kim Jong-un
L'incontro in Nord Corea di giugno tra Vladimir Putin e Kim Jong-un (foto Ansa)

La guerra in Ucraina è un’occasione unica per la Corea del Nord. Agli occhi del dittatore Kim Jong-un, il conflitto può riportare il paese (e soprattutto se stesso) al centro della scena internazionale – dopo il fallimento delle trattative con Trump del 2018-2019 -, alleviare i problemi causati dalle sanzioni internazionali e permettere un nuovo impensabile sviluppo tecnologico all’esercito. E questo grazie al nuovo alleato Vladimir Putin, disposto a tutto pur di vincere il braccio di ferro con l’Occidente in Ucraina.

E mentre emergono nuovi dettagli sul rinnovato rapporto tra Pyongyang e Mosca, cresce l’apprensione dei paesi Nato: la minaccia che pone una Corea del Nord dotata di armamenti ancora più letali è più temibile per l’Occidente degli ultimi test missilistici condotti dalla Russia in Ucraina.

Soldati e armi per Putin

A novembre Russia e Corea del Nord hanno ufficialmente ratificato il trattato di mutua difesa che impegna i due paesi a difendersi reciprocamente nel caso vengano attaccati. Pyongyang ha finora inviato 11 mila soldati a combattere in Russia per riprendere le parti della regione di Kursk occupate dall’Ucraina, ma secondo Bloomberg Kim Jong-un potrebbe inviare fino a 100 mila truppe, meno di un decimo del totale dell’esercito nordcoreano.

Non solo, da metà 2022 la Nord Corea ha anche fatto arrivare 16 mila container carichi di armi, soprattutto proiettili di artiglieria da 152 millimetri, proiettili da 122 millimetri, missili anticarro e per la difesa aerea.

L’aiuto nordcoreano, di cui Mosca ha estremo bisogno visto l’altissimo numero di morti e feriti che la guerra in Ucraina macina ogni giorno, non è certo gratuito. Dal punto di vista economico, secondo fonti dell’intelligence sudcoreana, ogni soldato frutterà alla Corea del Nord 2.000 dollari al mese (la maggior parte dei quali finirà nelle casse statali).

Petrolio e tecnologia militare per Kim

Pyongyang è sempre a caccia di valuta internazionale, ma i vantaggi per il regime di Kim non finiscono qui. Come dimostrano le immagini satellitari analizzate da Open Source Centre, la Russia ha consegnato alla Nord Corea oltre un milione di barili di petrolio da marzo, violando le sanzioni delle Nazioni Unite, che permettono a Pyongyang di comprare solo 500 mila barili all’anno.

Se la Corea del Nord utilizza per le necessità quotidiane il carbone, il petrolio è essenziale per far funzionare la macchina da guerra di Kim. Fino ad oggi, il regime è stato costretto ad aggirare l’embargo comprando petrolio, probabilmente di pessima qualità, da reti criminali e in modo rischioso.

Ora può farlo alla luce del sole dal terzo produttore di petrolio al mondo (Mosca estrae 11,2 milioni di barili di greggio al giorno).

La Nord Corea simula un attacco nucleare
La Nord Corea simula un attacco nucleare (foto Ansa)

«La Nord Corea ha potere contrattuale»

L’intelligence sudcoreana ritiene però che soldi e petrolio siano soltanto la punta dell’iceberg. La Russia avrebbe fornito a Pyongyang anche missili di difesa aerea. Soprattutto, però, ciò a cui il regime di Kim aspira davvero è l’avanzamento tecnologico del proprio arsenale bellico. Come dichiarato dal ministro della Difesa sudcoreano, Kim Yong-hyun, «è molto probabile che Pyongyang abbia chiesto in cambio la tecnologia militare per migliorare le proprie armi nucleari tattiche, i missili balistici intercontinentali, i satelliti di ricognizione militare e i sottomarini nucleari».

In passato la Russia «è sempre stata restia a condividere simili tecnologie militari, ma forse ora i suoi calcoli sono cambiati», ha dichiarato alla Bbc uno dei massimi esperti di Corea del Nord, Andrei Lankov. «I russi hanno bisogno di truppe e questo dà alla Corea del Nord più potere contrattuale».

«Un’arma nucleare può finire all’Iran»

La collaborazione tra Russia e Corea del Nord rappresenta un rischio enorme per l’Occidente. Mentre Putin accusava la Nato di voler scatenare la guerra mondiale, Kim Jong-un dichiarava: «La Penisola coreana non è mai stata così vicina a uno scontro che potrebbe degenerare in una distruttiva guerra termonucleare. Abbiamo provato in passato a negoziare con gli Stati Uniti fin dove abbiamo potuto, ma poi abbiamo capito che a questa superpotenza non interessa la coesistenza».

Una guerra tra Corea del Nord e del Sud, dove sono stanziati anche 28.500 soldati americani, non è l’unico rischio che gli Stati Uniti devono calcolare, secondo Eric Penton-Voak, ex funzionario britannico, già coordinatore del gruppo di esperti dell’Onu sulla Corea del Nord: «Una situazione in cui questi regimi autocratici lavorano insieme e si sostengono a vicenda nel raggiungere ciò che vogliono, ignorando la comunità internazionale, è molto pericolosa. L’ultima cosa che si desidera è che un’arma nucleare tattica nordcoreana finisca in Iran, ad esempio».

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La collaborazione tra Iran e Nord Corea

Una simile eventualità non è così remota. Il missile balistico iraniano Shahab-3 è stato realizzato sulla base del modello nordcoreano Rodong e l’Emad, uno di quelli utilizzati nell’attacco a Israele del 14 aprile, è un’evoluzione dello Shahab-3.

Ad aprile il ministro delle Relazioni economiche con l’estero, Yun Jong-ho, ha visitato l’Iran dopo essere stato in Russia. Teheran ha dichiarato che durante i colloqui si è parlato solo di rapporti commerciali bilaterali, ma gli Stati Uniti temono che Pyongyang possa vendere al regime islamico il missile balistico intercontinentale Hwasong-15, in grado di montare una testata atomica. Il missile è da almeno due decenni il sogno proibito del Grande ayatollah Ali Khamenei, perché permetterebbe all’Iran di minacciare direttamente l’Europa occidentale e anche gli Stati Uniti.

Le ramificazioni della guerra in Ucraina sono sempre più vaste e i pericoli che pone il prolungamento del conflitto sempre più grandi. Anche di questo parlava Putin quando a giugno, davanti alla possibilità che i paesi Nato concedessero a Kiev di utilizzare missili a lungo raggio occidentali contro la Russia, disse: «Anche noi possiamo armare i vostri nemici».

@LeoneGrotti

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