Non solo il “Corano europeo”, l’Ue ha un debole per i “progetti” islamisti

Di Mauro Zanon
21 Aprile 2025
I dieci milioni di euro per una ricerca sul ruolo del Corano nell'identità europea sono solo l'ultimo esempio di finanziamenti a iniziative vicine ai Fratelli musulmani
Corano europeo
Fedeli musulmani in preghiera per la fine del Ramadan in piazza del Plebiscito a Napoli, lo scorso 30 marzo (foto Ansa)

Parigi. «Il nostro progetto si basa sulla convinzione che il Corano abbia svolto un ruolo importante nel plasmare la diversità e l’identità religiosa dell’Europa nel Medioevo e nel primo periodo moderno, e che continui a farlo». Gli autori di queste righe non sono i responsabili di un’associazione islamica che mira a imporre una contro-narrazione secondo cui il testo sacro della religione musulmana rappresenta il fulcro della storia europea, bensì una trentina di ricercatori italiani, spagnoli, francesi, ungheresi e olandesi che hanno ottenuto 9.842.534 euro dal Consiglio europeo della ricerca, organismo creato dalla Commissione europea e finanziato dal bilancio dell’Ue, per un progetto intitolato “Il Corano europeo”.

Quasi dieci milioni di euro per il “Corano europeo”

A rivelare i dettagli dell’iniziativa è stata un’inchiesta del quotidiano francese Le Journal du dimanche. Il progetto “Il Corano europeo”, noto anche con l’acronimo “EuQu”, è iniziato il 1° aprile 2019 e terminerà il 31 marzo 2026. L’obiettivo? «Scoprire come il Corano abbia influenzato la cultura e la religione in Europa tra il 1150 e il 1850» e «mettere in discussione le percezioni tradizionali del testo coranico e le idee consolidate sulle identità religiose e culturali europee», si legge sul sito ufficiale. Il progetto rientra nel programma “Eccellenza scientifica” dell’Unione europea, il cui fine è recuperare il «terreno perso nella corsa alla produzione scientifica d’avanguardia e all’eccellenza» rispetto agli Stati Uniti (sic).

Dal 2007 sono stati finanziati 17.000 progetti, ma “Il Corano europeo”, come evidenziato dal Journal du dimanche, è uno dei progetti “scientifici” che ha ricevuto il finanziamento più corposo. In confronto, un progetto sull’informatica quantistica ha ricevuto 15 milioni di euro nel 2013. L’ex capo di Frontex, Fabrice Leggeri, oggi eurodeputato del Rassemblement national, ha accusato Bruxelles di «finanziare la riscrittura della nostra storia e di spianare così la strada alle future rivendicazioni islamiste», mentre Céline Imart, eurodeputata dei Républicains, il partito gollista, ha sottolineato che questo progetto «non contribuisce in alcun modo alla leadership scientifica europea»: si tratta invece di «un caso di proselitismo identitario in netto contrasto con i valori e la storia europei».

Il ricercatore amico dei Fratelli musulmani

Il progetto coinvolge diverse università europee e l’Italia partecipa con l’Università degli Studi di Napoli l’Orientale. Tra i partner, c’è anche l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti – Pescara. Fin dalla prima presentazione pubblica di EuQu, John Tolan, professore di Storia medievale all’Università di Nantes – uno dei quattro co-direttori assieme all’orientalista italiano Roberto Tottoli – ha riconosciuto che «parlare di un Corano europeo è un po’ una provocazione», lui che nel 2018 ha pubblicato il libro «Mahomet l’Européen».

Come riportato dal Journal du dimanche, nel 2019 Tolan è stato invitato a tenere una conferenza intitolata “Il Profeta nel pensiero europeo” dall’Istituto europeo di scienze umane di Parigi, organismo vicino ai Fratelli musulmani. Lo stesso anno, nel 2020 e nel 2022, ha inoltre partecipato a eventi organizzati dall’associazione Musulmans de France, descritta dal ricercatore del Cnrs Haoues Seniguer come “testa di ponte della neo-fratellanza musulmana in Francia”. Infine, nel 2024, il professore dell’Università di Nantes ha ricevuto un premio dall’Unione turco-islamica degli affari religiosi in Francia, emanazione della Presidenza degli affari religiosi, ossia un’amministrazione dipendente dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

L’ambizione educativa del “Corano europeo”

Oltre all’aspetto “scientifico”, il progetto “Il Corano europeo” ha anche un’ambiziosa componente pedagogica: sono infatti in corso due mostre, una a Tunisi e l’altra a Vienna. Quest’ultima mira a “mostrare che l’islam è sempre stato parte integrante della cultura europea”, ha spiegato Jan Loop, co-direttore del progetto finanziato dall’Ue. Altre dedicate al “Corano europeo” sono previste a Nantes, Lione, Budapest, Granada, Rabat e, secondo le informazioni del Journal du dimanche, persino in Vaticano!

Con i dieci milioni di euro che Bruxelles ha sborsato per finanziare il progetto, gli autori hanno potuto produrre anche un saggio, “Il Corano europeo”, in compagnia della ricercatrice dell’Università di Copenaghen Naima Afif, traduttrice degli scritti del fondatore dei Fratelli musulmani, Hassan el-Banna (Afif, nel quadro del progetto, pubblicherà a sua volta un libro, intitolato “Il Corano europeo ebraico”).

L’obiettivo dei ricercatori è quello di toccare tutte le fasce d’età, compresi i più giovani. Il 23 aprile, la casa editrice Petit à Petit pubblicherà infatti un fumetto dal titolo “Safar, l’histoire du Coran en Europe”. E grazie all’abbondanza di fondi pubblici, sono già previste traduzioni in inglese e in altre lingue, affinché il progetto sia il più internazionale possibile.

Corano islamismo francia
Uno studente muslulmano in Francia legge il Corano in camera sua durante i mesi di lockdown per il Covid nel 2020 (foto Ansa)

Soldi europei non solo per il “Corano europeo”

Non è certo la prima volta che l’Unione europea finanzia iniziative applaudite dagli islamisti. Secondo quanto rivelato dal sito francese Fdsouche, nel biennio 2021-2023 il Ccib ha intascato dalla Commissione europea 53.119 euro per lottare contro “l’islamofobia sessista”. Il finanziamento sbloccato a favore del Collettivo contro l’islamofobia in Belgio rientra nel progetto “Magic”, ossia Muslim Women and Communities against Gender Islamophobia, promosso dall’Institut Européen de la Méditerranée e accolto a braccia aperte dai funzionari Ue. «Magic prevede un insieme di iniziative e di formazioni, campagne di sensibilizzazione, attività di dialogo, di diffusione e di comunicazione», si legge nella presentazione del progetto. Nel 2023, sempre Fdsouche, aveva rivelato che, col pretesto della “lotta all’islamofobia”, la Commissione Ue guidata da Ursula von der Leyen aveva concesso 100 mila euro a favore di varie associazioni vicine ai Fratelli musulmani, tra cui Al Fanar.

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Una fondazione con sede in Spagna che nel 2020 aveva espresso la sua solidarietà agli islamisti del Collectif contre l’islmophobie en France, gruppuscolo sciolto dall’ex ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin per le sue ambiguità con l’islam radicale dopo l’assassinio del professore di storia e geografia Samuel Paty. La studiosa del Cnrs Florence Bergeaud-Blackler, nel suo libro Le frérisme et ses réseaux, ha scritto che «i Fratelli musulmani vogliono riformare non solo l’islam, ma anche lo sguardo europeo sull’islam». Il progetto EuQu conferma che gli utili idioti europei dell’islamismo sono i loro migliori alleati.

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