Iraq, Sako: «È in atto un genocidio dei cristiani provocato dall’odio dei musulmani»

Di Redazione
29 Settembre 2017
Il patriarca a Roma: «I cristiani sono ormai meno di 500 mila e il mondo dovrebbe preoccuparsi: quando spariremo, non ci saranno più moderati in Iraq»
epa05602753 Iraqi Christians pray at the Church of our Lady of Perpetual Help in Ankawa area of Erbil, Capital of the Kurdistan region, Northern Iraq, 25 October 2016. Iraqi Christians of various communities, Chaldean Catholics, Assyrian Orthodox, and Assyrian Catholics gathered with their church leaders and priests on 25 October in Erbil to offer a collective prayer of support to the Iraqi forces in its fight against IS (Islamic State) group. Earlier on the same week many Christian majority villages east of Mosul had been freed from IS presence after battles with Iraqi Army and Kurdish Peshmerga forces. Louis Raphael Sako Chaldean Catholic Patriarch of Babylon and the Head of the Chaldean Catholic Church told EPA he has good hopes this will come to an end and expressed his wishes to a united Iraq whatever is the belief. EPA/AMEL PAIN

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In Iraq è in atto un vero e proprio «genocidio dei cristiani provocato dall’odio dei musulmani verso i cristiani». Non usa mezzi termini il patriarca caldeo di Baghdad, Mar Luois Rapahel I Sako, per denunciare quello che da anni sta accadendo in Iraq, l’invasione dei villaggi della Piana di Ninive da parte dell’Isis e la cacciata di tutti i cristiani: «Eravamo 1,5 milioni. Oggi siamo meno di 500 mila».

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]RICOSTRUZIONE E TESTIMONIANZA. Parlando a Roma alla conferenza internazionale di Aiuto alla Chiesa che soffre, il patriarca ha aggiunto: «La Piana di Ninive oggi è libera e sono circa 14mila le persone rientrate nei loro villaggi grazie anche all’aiuto della Chiesa e di organismi come Acs. I cristiani non sono soli». Ricostruire è importante, ma non basta perché «occorre testimoniare la nostra fede, questa è la nostra missione, fare leva sui cristiani e aiutare i musulmani ad aprire loro mente».

«COMBATTERE IL FONDAMENTALISMO». Sako ha esortato anche il governo e la comunità internazionale ad agiare prima che «la mentalità dell’Isis arrivi anche in Europa»: «È necessario sostenere l’istruzione come antidoto al fondamentalismo e alla mentalità tribale ancora vigente e basata su vendetta e violenza, promuovere il dialogo politico e culturale, separare religione e Stato, lavorare per una Costituzione forte che garantisca diritti di cittadinanza a tutti, continuare a dare aiuto umanitario».

MINACCIA DI NUOVE GUERRE. Oltre al fondamentalismo, ci sono altri fattori che spaventano il patriarca e i cristiani. Soprattutto le tensioni tra il Kurdistan, che ha appena votato per l’indipendenza, e il governo centrale di Baghdad. «La minaccia di nuove guerre è dietro l’angolo e a farne le spese saranno proprio i cristiani, che non sono in grado di far sentire la loro voce e chiedere il rispetto dei loro diritti», ha spiegato. «Abbiamo molta paura della possibile divisione del paese e dell’emigrazione. Gli Stati Uniti devono assumersi maggiori responsabilità e fare una analisi realistica della situazione. Tutti però devono aver paura della possibile sparizione dei cristiani dalla regione: se accadrà infatti l’Iraq non avrà più al suo interno persone moderate, amanti della pace e della riconciliazione».

Foto Ansa

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