Iraq a pezzi. Curdi pronti all’indipendenza. Il leader Barzani: «Uno stato curdo è nel nostro interesse»

Di Redazione
26 Giugno 2014
Dopo l'occupazione di Kirkuk (e dei suoi pozzi petroliferi) da parte dei peshmerga e all'avanzata dell'Isil verso Baghdad, l'indipendenza del Kurdistan iracheno è più vicina

Isil-iraq-kurdistanIl governo iracheno vacilla, Baghdad è quasi sotto assedio, ma al nord, i curdi stanno ottenendo ciò che vogliono: l’indipendenza.
Mentre sunniti ed estremisti dell’Isil avanzano verso la capitale dell’Iraq, i peshmerga, forze dell’esercito della regione autonoma curda dell’Iraq, sono riusciti a entrare in possesso dei territori contesi con il governo centrale, compresa la città petrolifera Kirkuk. I poltici curdi, in questi giorni, stanno avanzando chiaramente l’ipotesi di creare uno stato indipendente da Baghdad.

IL PETROLIO DI KIRKUK. Dopo la conquista di Mosul e Tikrit da parte degli jihadisti dell’Isil, le forze curde Peshmerga hanno occupato Kirkuk per fermare l’avanzata delle milizie islamiste. L’esercito iracheno, nel frattempo, si era infatti ritirato verso sud, abbandonando in poche ore la città che è al centro di una disputa fra curdi e arabi che dura da più di settant’anni. Per i curdi, la fuga dell’esercito iracheno non è stata negativa. Anzi. «Kirkuk finalmente produrrà petrolio per i curdi», ha detto Muhama Khalil, il curdo a capo del Comitato economico nel Parlamento iracheno. «Per settant’anni il petrolio è stato utilizzato per acquistare armi per ucciderci. Ora abbiamo il nostro petrolio e servirà solo per i curdi».
Fino all’inizio di giugno, prima della rapida conquista dell’Isil, il controllo dei giacimenti petroliferi del nord era del governo nazionale guidato da al-Maliki. In cambio, al governo autonomo del kurdistan iracheno, andava il 17,5 per cento delle entrate del bilancio nazionale. Negli ultimi anni, inoltre, sono state scoperte grandi quantità di risorse naturali nelle provincie amministrate dal governo curdo. Le stime parlano di riserve pari a 45 miliardi di barili di petrolio e di quantità significative di gas naturale.

L’INDIPENDENZA. La conferma che i curdi sono pronti a staccarsi dall’Iraq è arrivata dal presidente del kurdistan iracheno Massoud Barzani. Lunedì, alla Cnn, ha notato che «l’Iraq sta cadendo a pezzi». «Noi non abbiamo causato il crollo dell’Iraq – ha osservato Barzani -. Sono stati altri ad averlo fatto. E non possiamo rimanere ostaggi di un destino ignoto».
I curdi iracheni da anni vogliono raggiungere l’indipendenza, dopo essere stati vittime per decenni dei vari regimi che si sono succeduti, da ultimo quello di Saddam Hussein. Oggi, con la disfatta del governo iracheno nell’assicurare la pace nei territori sunniti, i curdi non nascondono i loro intenti. «È giunto il tempo per il popolo del Kurdistan di determinare il suo futuro», ha aggiunto Barzani, che poi ha concluso: «Avere uno stato curdo a tutti gli effetti è nel mio e nell’interesse dei popoli curdi». Ora, grazie al petrolio di Kirkuk, può farlo con qualche garanzia in più.

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