Cosa insegna l’inchiesta sul Mose? Che in questa Italia versione Ddr corrotti e anticorrotti finiscono per fare lo stesso gioco
Dai Promessi Sposi: «Non già che mancassero leggi e pene contro le violenze private. Le leggi anzi diluviavano; i delitti erano enumerati, e particolareggiati con minuta prolissità; le pene, pazzamente esorbitanti e, se non basta, aumentabili, quasi per ogni caso, ad arbitrio del legislatore stesso e di cento esecutori… Con tutto ciò, anzi in gran parte a cagion di ciò, quelle gride, ripubblicate e rinforzate di governo in governo, non servivano ad altro che ad attestare ampollosamente l’impotenza de’ loro autori; o, se producevano qualche effetto immediato, era principalmente d’aggiunger molte vessazioni a quelle che i pacifici e i deboli già soffrivano da’ perturbatori, e d’accrescer le violenze e l’astuzia di questi».
Ecco, se ci fosse in giro un solo grande Manzoni invece che un’infinità di mediocri Scalfari, l’Italia che da vent’anni affonda negli scandali e non riesce a masticare altro che guano, riconoscerebbe i suoi Renzo e Lucia. Li racconterebbe e, finalmente, si metterebbe in viaggio. Invece siamo sempre lì, inchiodati alle grida di bacchette magiche per rendere gli uomini onesti per Legge e commissariamenti della società per mano dei magistrati. I quali, come si è visto al Mose, non sono affatto immuni dalla corruzione.
Lo stesso Carlo Nordio, procuratore capo delle inchieste sulle ruberie veneziane, ha citato Tacito a Radio Radicale per rammentarci un’evidenza solare: «Corruptissima re publica, plurimae leges. Più la repubblica è corrotta, più promulga nuove leggi». Il consiglio di Nordio? «Se dovessi dare un suggerimento a Renzi gli direi di lasciar stare le nuove leggi. Le leggi ci sono». Piuttosto «è necessario che il Parlamento riduca le leggi, le semplifichi, le renda più chiare e trasparenti». Perciò, «la nomina di un commissario straordinario conta molto poco nella lotta concreta contro la corruzione».
Solo nell’anno in corso e solo l’operatore Vodafone ha ricevuto dalle autorità italiane più di 605 mila richieste di informazioni sulla localizzazione di cellulari, orari, data delle chiamate, persone che comunicano. Dalla Francia, Vodafone ha ricevuto solo 3, dicasi tre, richieste. Dal Belgio 2 e dal resto del mondo poche centinaia. Dunque, siamo il popolo più spiato del mondo. Probabilmente, se si includono le intercettazioni, non c’è italiano che svolga una professione “a rischio” che non sia sotto controllo. Sarà un caso che, somigliando ormai alla famigerata ex Germania Est, condividiamo con quel tipo di società comunista anche il profluvio di apparati statali e di leggi ideologicamente perfette, perciò buone solo a far sprofondare la società nella corruzione e nel fallimento? Questo è il punto: bisogna rifondare la Repubblica e riformare lo Stato.
Occorre liberare la società dai commissari del popolo e dalla enfasi totalizzante ogni dimensione della vita pubblica che il circuito mediatico-giudiziario dà ai fenomeni di corruzione: non più informazione, ma ideologia. E ideologia come alibi per giustificare l’oppressione e la grassazione dello Stato nei confronti dei cittadini.
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17 commenti
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La doppia morale dei laicones giustizialisti d’accatto, che commentano a cottimo qualsiasi cosa sotto qualsiasi pseudonimo, anche stavolta fa perdere loro la bussola, sicché essi dimenticano che il nonno materno di Manzoni si chiamava Cesare Beccaria, illustre illuminista che a suo tempo scrisse cose non molto dissimili da quelle che scrive oggi Amicone.
Come lo scorpione fa fuori la rana nella nota favola, anche i laicones attaccano il direttore anche quando in teoria sarebbe d’accordo con loro.
Se ho capito bene quello che ha scritto il Direttore si può riassumere con: “l’eccesso di leggi fa l’uomo ladro”.
Anche supponendo che l’eccesso di leggi non sia esso stesso una creazione dei ladri per sguazzare nel fango, bisogna affermare con forza che l’uomo resta libero di fronte alla legge: proprio perché la legge può uccidere.
” La legge uccide, lo spirito vivifica”. Impariamo ad essere cristiani.
C’erano una volta Adamo e Eva a cui fu data una sola regola, riuscirono a infrangerla!. E’ stato sbagliato darle quella regola?, ricordati chi gliela diede. Non esistevano i corrotti giudici italiani e le persone che volevano i colpevoli in galera, eppure Caino uccise Abele. Se ci fosse stata una legge che condannava gli omicidi, il direttore Amicone avrebbe dato la colpa alla legge.
Ribadisco ” la legge uccide, lo spirito vivifica”. C’ era una volta il lupo Luigi con cappuccetto rosso.
Mi arrendo, hai ragione. Questa sera inizio a buttare i 10 comandamenti. C’è giusto una vicina che mi ha fatto venire un pensierino,,,, Ti chiedo, per cortesia, di avvisarmi quando potrò impunemente mangiarmi cappuccetto rosso.
La corruzione è una dipendenza come quella da stupefacente. Si incomincia con una piccola bustarella nel caso delle tangenti fino alla dipendenza totale del denaro, mentre con una bustina nel caso della droga fino alla dipendenza dell’eroina.
E non esiste nessuna legge che può risolvere il problema nè in un caso nè nel altro la dimostrazione di questo sono Di Pietro e Giovanardi.
Caro lupo Luigi non buttare via niente. Cerca. Buona notte.
Dal momento che “gli illustriamiconi” a differenza ” dei mediocriscalfari” non propongono esplicitamente nulla in sostituzione delle leggi per combattere la corruzione, mi chiedo cosa farebbero loro concretamente sull’onda manzoniana. Pensano di affidarsi alla Provvidenza, tanto per rimanere in tema di Promessi Sposi?
Il tuttologo Amicone ne ha sparata un’altra delle sue. Come amiconepensiero ci vuole propinare che in Italia si intercetta come si faceva nella DDR. Amicone meriterebbe di andare a vivere in un paese con un regime simile a quello che c’era nella DDR così si accorgerebbe che in Italia si intercetta per colpire corrotti e mafiosi, nella DDR lo si faceva per chi non la pensava come il regime.Differenza che Amicone non è in grado di cogliere, in quanto sembra che più che articoli ci trasmette delle veline. Mentre tutti i giornali cercano, più o meno, di farci capire cosa è avvenuto a Venezia su questo giornale si vuole far passare la linea che la corruzione è frutto delle troppe leggi. INCREDIBILE
Caro Luigi Lupo,
rileggi attentamente l’artiicolo e ti accorgerai che non è l’elevato numero di leggi a favorire la corruzione, ma l’elevato numero di leggi rende molto più complesso la loro applicazione e sicuramente questo contribuisce a depontenziare il potere di prevenzione che la norma dovrebbe in primis garantire. In pratica produrre nuove norme, appesantire le pene o alleggerirle è simile al comportamento di chi avendo il compito di chiudere una buca in una strada, si limita a metterci un segnale o a ridurre il limite di velocità. Moralmente e legalmente è in regola, ma la buca rimane e con il tempo si allarga, fino a rendere impraticabile la strada.
Al posto dell’esempio della buca trovo invece più calzante l’esempio sulle casseforti. Non so quando fu costruita la prima cassaforte, ma di sicuro dopo un pò un ladro l’aprì e allora la seconda fu fatta più complicata, ma poi un ladro aprì anche quella e la terza…… Dimmi tu, è meglio smettere di rendere sempre un pò più dura la vita ai ladri? Poverini i ladri per continuare a rubare sono costretti a comperare attrezzature sempre più costose e quindi a rubare sempre di più, lasciamo tutto aperto e che facciano quello che vogliono
Consiglio: rileggi l’articolo e vedrai che parla di troppe leggi,
“Il consiglio di Nordio? «Se dovessi dare un suggerimento a Renzi gli direi di lasciar stare le nuove leggi. Le leggi ci sono». Piuttosto «è necessario che il Parlamento riduca le leggi, le semplifichi, le renda più chiare e trasparenti”
Anche tu rileggi l’articolo e, forse, capirai che parla anche di troppe leggi. Più che alle buche pensa ai sistemi d’antifurto, che diventano sempre più sofisticati man mano che i ladri riescono a violarli. Che dobbiamo fare? smettere di mettere l’antifurto e lasciare che i ladri facciano quello che vogliono.
Che poi troppe leggi, magari che si contraddicono, sono un male non ci vuole certo l’amicone pensiero per capirlo, lo dicono tutti da sinistra a destra.
Caro signor Luigi io non sono quasi mai d’accordo con il tuttologo Amicone, però voglio raccontarle un fatto a me accaduto.
Io lavoro in una scuola e mi capita di trovare in cortile o sul ciglio del marciapiede d’ingresso degli oggetti (chiavi, documenti, portafogli , occhiali e oggetti vari…) avviso la segreteria o la bidella di aver trovato degli oggetti che se riconosciuti vengono restituiti ai legittimi propietari.
Nel Giugno del 2009 ho trovato un telefonino vicino l’ingresso della scuola come faccio di solito ho avvisato sia la segreteria sia la portineria della scuola. Dopo una settimana non avendo avuto riscontro ho chiesto a un mio amico se riusciva ad identificare di chi era questo telefonino ma tutti i dati erano stati cancellati, la sfortuna ha voluto che questo mio amico, premetto incensurato e con l’adozione di due figli a carico ha messo nel cellulare la sua Sim per poter avere riscontro dei dati del telefono ebbene dopo nove mesi questo mio amico ha avuto un invito a comparire nella stazione dei carabinieri di zona per chiedergli del telefono intecettato, perchè facente parte di un furto.
Il mio amico mi chiama e mi chiede del cellulare in oggetto che io avevo depositato nella scrivania della portineria della scuola e mai più usato, prendo il telefono e insieme lo portiamo alla stazione dei carabinieri, ebbene a tutt’oggi siamo indagati per ricettazione e il pubblico ministero non ha voluto sentire nessun testimone , nè la bidella, nè la segretaria, nè i genitori,
che volevano testimoniare il fatto.
Ecco come è ridotta la Giustizia Italiana a mio discapito.
Si è sempre considerato la sfera del diritto e quella della politica come due facce della stessa medaglia. Il mondo delle regole e il mondo del potere: il potere che crea le regole, le regole che trasformano il potere di fatto in un potere di diritto.
Ormai questa società italiana appare putrefatta e moralmente fiacca. Tutta, non soltanto il governo e il sottogoverno: tra chi sta dentro il palazzo e chi sta fuori c’è una corrispondenza. La corruzione dei politici e dei loro manager è una costante della vita politica italiana e forse non soltanto italiana: nasce soprattutto dal bisogno di procurarsi l’enorme quantità di soldi che coinvolge tutti o quasi, creando una ragnatela di reciproci ricatti
Anche perchè c’ è una forma di corruzione e malaffare di cui nessuno (tanto meno le sinistre, i grillini e i magistrati) si occupa. Cioè la delinquenza dei Centri Sociali.
Solo a Milano okkupano (= rubano) una trentina di edifici privati e pubblici (per un valore immobiliare di decine di milioni di euro), con la complicità della giunta Pisapia, che scrive ai Questori di “non sgomberarli” perchè sono “ragazzi volonterosi”…..
Tutte cose che, guarda caso, da anni vengono dette dalla Lega. Troppe leggi = troppe scappatoie. Basterebbe applicarle con il dovuto rigore. Ma nessuno ha voglia di farlo sul serio. Perché? Perché a qualcuno piace poter immergere la propria coscienza nel guano della corruzione e così guadagnarsi il futuro pane e vantarsene con i soci.