In Italia separarsi e abortire è più convienente che sposarsi e avere figli. Urge un Family pride

Di Alfredo Mantovano
27 Maggio 2013
La famiglia in Italia è discriminata. Un esempio: l’aborto è a carico del Servizio sanitario nazionale, l’ecografia è a pagamento

In Italia, in caso di separazione, gli alimenti corrisposti al coniuge sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi, ma non vi è alcuna detrazione se il denaro è trasferito all’interno della famiglia, per esempio per mantenere un figlio all’università. Quando si introduce una agevolazione fiscale (rottamazioni, ristrutturazioni…), essa viene riconosciuta senza limite di reddito; i sostegni alla maternità e le detrazioni per i figli a carico sono corrisposti invece in relazione al reddito. Chi fa sindacato gode di permessi e di distacchi; chi va a scuola per parlare con i docenti dei figli deve chiedere le ferie.

Il medico di base si sceglie liberamente, gli insegnanti per i figli no. Il professionista che assume la moglie nello studio non può dedurre dalla dichiarazione dei redditi il costo delle retribuzioni e dei contributi; se invece assume l’amante sì. È prevista l’obiezione di coscienza per la sperimentazione sugli animali, non per quella sugli embrioni. L’aborto è a carico del Servizio sanitario nazionale e si esegue il prima possibile, l’ecografia è a pagamento (quanto meno per il ticket) e ci si mette in lista d’attesa. L’elenco è lungo e, dopo la celebrazione della “giornata contro l’omofobia” – ennesima solfa di rivendicazioni gender –, è più che sufficiente per gridare contro le discriminazioni antifamiliari.

Ed è paradossale che si tenti di attribuire rilievo istituzionale, pubblicistico, alle unioni di fatto (in particolare omosessuali), mentre si procede nella de-istituzionalizzazione della famiglia; per esempio per mezzo del potere giudiziario, con interventi sempre più invasivi sui conflitti tra coniugi, tra genitori e figli e tra i figli stessi, nella prospettiva della prevalenza dell’interesse dei singoli su quello della famiglia. Di fronte alla “privatizzazione” della famiglia, parallela alla “pubblicizzazione” delle convivenze, urge un Family pride.

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29 commenti

  1. claudia

    sono incappata in questo articolo per caso.. a me sembra che qui si stia cercando di far passare come un ‘problema’ di pochi (il gruppo “Famiglia” come lo intendete voi) un problema che è di tutti.
    Io non sono sposata e se dovessi decidere di farlo sarebbe solo per evitare le conseguenze legali e burocratiche del non esserlo (come la tutela dei figli -che fuori dal matrimonio ditene quel che volete sono meno tutelati- , o il fatto di non poter far visita al compagno o prendere decisioni in caso di gravi problemi di salute ecc.). Questa a mio avviso, è discriminazione bella e buona. Voi parlate di discriminazione della famiglia ma in questo stesso articolo discriminate tutti coloro che non hanno le vostre stesse idee/orientamenti sessuali e non mi pare molto democratico.
    Io non credo nel matrimonio nel senso in cui lo intendete voi eppure non mi sento di discriminare nessuno. Non dovremmo forse essere tutti uguali agli occhi di Dio (o chi per lui) ???
    E allora, quando chiediamo più diritti, chiediamoli per tutti e non solo per coloro che la pensano come noi.
    Le ‘agevolazioni economiche’ non dovrebbero riguardare un gruppo specifico definito per orientamento religioso, preferenze sessuali o quant’altro. TUTTI, INDISTINTAMENTE, DOVREBBERO ESSERE TUTELATI DALLO STATO E AVERE GLI STESSI, IDENTICI, DIRITTI.
    Questo è a mio avviso il messaggio che andrebbe fatto passare smettendo di lamentarci sempre perché questo o quello ha un privilegio in più rispetto a me e l’unico pensiero è quello di toglierlo a ‘lui’ per averlo io.

  2. factum

    Mi sa che un eventuale Family pride è già stato scippato, meglio così il termine non mi piaceva.
    Guardate qui http://www.torinopride.it/ in effetti l’unico che non ha la faccia sorridente è in bambino.

    1. factum

      “il bambino” volevo scrivere

  3. remo

    Discriminazioni? Quali discriminazioni? Ma conosciamo l’italiano o no? Quelle citate sono LEGGI della Repubblica Italiana, Possiamo discutere se le leggi sono giuste, sbagliate, se sono da rivedere da correggere, ma utilizzare il termine discriminazioni non è corretto, anche perchè le leggi come assioma servono proprio per prevenire e punire le discriminazioni, per far si che tutti siano uguali etc.

  4. Su Connottu

    Se dovessi sposarmi adesso lo farei solo in chiesa.

    1. Su Connottu

      Cioè matromonio religioso SENZA effetti civili

      1. giulio

        perché scusa?
        questa non la capisco proprio.
        sposarsi in chiesa perché secondo te quello è un sacramento, ma perché non farlo anche civilmente?
        (non credo ci si possa sposare in chiesa senza essere sposati anche civilmente, ma non sono sicuro)

        1. Su Connottu

          Perchè il matrimonio civile è, meglio dovrebbe essere, un patto contrattuale che vincola i coniugi tra loro e con la società rappresentata dallo stato. Ma questo patto è basato su valori condivisi e impegni di reciproco sostegno.
          Se uno dei contraenti, lo stato, viene clamorosamente meno al patto e alle promesse, non capisco per quale motivo i coniugi debbano farsi passare per fessi.

          1. giulio

            su connottu,
            prob, lo stato potrebbe fare meglio. ma ti assicuro che tra le spese che hanno due single e quelle che ha una coppia di coniugi c’è un abisso…
            va bè se tu non lo vuoi quello civile ce lo prendiamo noi gay

          2. Su Connottu

            Mi stai dimostrando che la convivenza gay non c’entra un tubo col matrimonio, di cui ovviamente non sai niente. E’ appunto quello che penso anche io.

          3. giulio

            SuConnottu allora siamo d’accordo, tu hai il matrimonio in chiesa e io quello civile. anzi per rassicurarti cambiagli pure nome, chiamalo picopoco basta che lasci il documento così com’è

          4. giulio

            e fu li che messo difronte l’evidenza dei fatti (non è per nulla vero che il matrimonio civile sia da rottamare) che connotu spari

          5. Su Connottu

            Di fronte all’evidenza del fatto che non capisci l’italiano ho ben poco da aggiungere, caro cepu

          6. giulio

            il bue che da del cornuto alla colomba…
            riassunto :
            i matrimoni civili non sono buoni, tant’è vero che tu non ne usufruiresti, ma cmq non li darei ai gay

          7. Q.B.

            Carlomasi, la frase ideomatica è “il bue che dice cornuto all’asino”, non alla colomba. Sei una comica vivente.

            Allora, quando vai in Chiesa?

  5. ragnar

    Mah, posso dire la mia? C’é chi si sposa in chiesa e poi divorzia in comune, peró poi continua a vivere con il coniuge come se niente fosse accaduto. Per la Chiesa quello non é divorzio, in compenso si hanno grandissime agevolazioni fiscali…

    1. Su Connottu

      Ragnar,
      ci sto pensando seriamente a questa possibilità.
      E se passa il matrimonio gay lo faccio a prescindere, per principio.

      1. giulio

        sei libero di fare quello che vuoi. se pensi sia conveniente fallo, credi veramente freghi a qualcuno?
        certo non ti auguro di imbatterti nei 1000 problemi del non essere sposato dopo

  6. giulio

    francesco lo stesso family day la cui adesione fù di 4 gatti e in cui gli unici politici presenti erano al terzo divorzio? oltre che fini, che divorziò tipo la settimana successiva?

    1. Francesco

      Giulio, leggere (solo) il Corriere e La Repubblica fa male…

      1. giulio

        Francesco… se sto sempre qui a commentare le cavolate che scrivono questi giornalisti da strapazzo?
        se mai mi riferisco a repubblica per sentire un altra campana…
        unica differenza, repubblica è un giornale prestigioso e rispettato internazionalmente questo è un situccio di fondamentalisti religiosi

        1. Francesco

          Io credo a cio’ che vedo
          al Family day non c’ero, purtroppo, allora mi fido delle riprese televisive in diretta (RAI), che mi dicono che quei politici che sono andati la’ per farsi vedere non sono saliti sul palco e a loro NON e’ stata data la parola. Se “qualche” TG e “qualche” giornale ha detto che la presenza piu’ importante era quella, affari loro. Io preferisco ricordare Pezzotta, Rocella e quelle centinaia di migliaia di famiglie con bambini che facevano festa.

          Alla campana di Repubblica credo sempre meno. Ti suggerisco un metodo: vai ad una manifestazione, a un incontro, o a qualcos’altro cui ci tieni. Poi il giorno dopo leggi questi 3 giornali: Repubblica, Corriere, Avvenire. Confronti quello che hai vissuto con quello che riporta il giornalista di turno. E poi decidi se fare come il 90% degli italiani o se vale la pena essere onesti, veri (e magari credenti).
          Il metodo funziona, lo confermano i titoli di oggi su Parigi.
          Francesco

          1. giulio

            francesco ti do pienamente ragione. io vado ai gay pride, poi guardo i giornali e la tv e l’unica cosa che si vede sono 4 paia di tette delle uniche trans che se le sono scoperte.
            passano avidamente in rassegna ogni centimetro di pelle e aspetto folcloristico della manifestazione e si astengono di parlarle che esiste anche una parte del pride diversa e che esiste soprattutto un motivo per cui si marcia, oltre i matrimoni gay.

            cmq non è che io sia contro il family day, anzi ci verrei volentieri con mio marito se voi mi ci voleste.

          2. Francesco

            Siamo finito un po’ fuori tema, eh? Non vorrei che questo “situccio di fondamentalisti religiosi” come dici, ci banni… Meglio tornare in tema

          3. giulio

            francesco il sito a me già mi banna di suo, praticamente una cosa su due di quelle che scrivo viene tolta.
            cmq, complimenti nell’evadere la mia proposta di fare il family day assieme. ipocrita

          4. Francesco

            Se ti bannano e’ forse perche’ non sei un “fondamentalista religioso”.
            Se vuoi partecipare al family day sei benvenuto, ce n’e’ uno a Palermo Domenica prossima, al Parco Cassara’ :-). Io pero’ non riesco proprio a partecipare, sorry.
            Attendo tua risposta, visto che non puoi fare a meno di dire per ultimo la tua su questo “situccio di fondamentalisti religiosi”

  7. alessandro

    pienamante in accordo su iniziative a difesa della famiglia

  8. Francesco

    D’accordissimo, ma per favore lasciamo perdere il “pride”, mi ricorda altre cose gaie.
    Chiamiamolo “Family Day” ancora!

    1. beppe

      E SE COMINCIASSIMO A CHIAMARE LE COSE CON QUALCHE BELLA PAROLA ITALIANA TIPO ORGOGLIO, CHE DA ORA FA RIMA CON BERGOGLIO?

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