
Il cielo in un tinello
Illuminata e machiavellica strategia per chi ha a che fare coi figli (soprattutto quelli con memoria prodigiosa)
Lincoln (e non voglio dir di più sull’argomento, solo il suo titolo. Film. Steven Spielberg. Daniel Day-Lewis. Andatelo-a-vedere) me l’ha insegnato ieri sera: la vita è strategia illuminata. E in ogni mamma c’è un’anima machiavellica.
Mai fare un complimento al secondogenito senza compensare la primogenita almeno con una carezza.
Mai imporre ai figli che mettano a posto la loro camera: innescate una gara («Chissà chi fa prima»), qualcosa ne verrà fuori, o passate direttamente alle minacce.
Mai lasciare i pargoletti completamente da soli quando hanno appena cominciato a camminare, nemmeno per qualche secondo, ad esempio in bagno o in cima alle scale: ne potrebbero scaturire conseguenze fastidiose, come rotoli di carta igienica nel water o punti in testa.
Mai essere completamente sinceri con la prole su quel che avete preparato per cena permettendo all’ansia di dover mangiare verdure di farsi largo nei loro cuori: devono arrivare carichi al momento in cui le devono mangiare davvero.
Mai lasciarsi scappare commenti esageratamente negativi su chicchessia: non tanto perché sia diseducativo, è che hanno un sacco di memoria, i piccoletti, soprattutto di fronte alle suddette persone.
Mai rifiutarsi di dare ai figli spiegazioni da loro richieste su parole da voi dette, concetti da voi espressi: ve tocca.
Mai lasciarsi cogliere alla sprovvista dal mattino: ormai dovreste saperlo che arriva subito dopo la notte, e che farfugliarsi nel letto «Ancora cinque minuti» equivale ad almeno un quarto d’ora di ritardo sulla tabella di marcia del resto della giornata, e che quindi aveva ragione la vostra, di mamma: «Prepara i vestiti la sera!».
Mai lasciare le frasi a metà: gli adulti quasi non se ne accorgono perché quasi non ascoltano, ma i “piccoli” non ti lasceranno andare a letto prima che tu abbia finito di dire quel che avevi da dire.
Mai dire: «Non ditelo a papà»: li stimolerà soltanto a farlo non appena il padre avrà varcato la soglia di casa.
Mai scordarsi di ricordarsi di incoraggiarli e complimentarsi per i loro successi: per ricordarsi di sgridarli non c’è bisogno di raccomandazioni, viene naturale e spontaneo.
Mai aspettarsi qualcosa da loro: semplicemente dite loro di farlo. Fornire il come, quando, perché non è strettamente necessario.
Mai rabbuiarsi quando i fanciullini non raccontano cos’hanno fatto all’asilo (io sono arrivata anche a: «Siete stati otto ore zitti e fermi seduti sulle sedie?» «Sì»): cominciate voi a raccontare cos’avete fatto durante la giornata (si può anche inventare).
Mai dimenticarsi, anche aveste 100 figli, di andare a vedere bei film ogni tanto.
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