
Guadagnare con l’eutanasia. In Belgio uccidere diventa redditizio

Quest’anno in Belgio verranno uccise con l’eutanasia 3.479 persone. O almeno questo è quello che prevede l’Inami, l’Istituto nazionale per l’assicurazione sanitaria e invalidità. Il Comitato assicurativo ha infatti deciso di iniziare a versare ai medici che praticano l’iniezione letale un rimborso e ha di conseguenza fatto una stima di quanta gente potrebbe morire.
L’eutanasia di un paziente vale 180 euro
Per ogni paziente ucciso i dottori belgi che si prestano alla pratica riceveranno 180,24 euro. La somma comprende le attrezzature utilizzate ma non i farmaci, che continueranno a essere fatturati dal medico alla persona che richiede la “buona morte”.
Per stanziare un budget annuale l’Inami ha dovuto ipotizzare quante persone moriranno nel 2025. Avendo predisposto una somma pari a 627.055 euro, facendo di conto, risulta che l’Istituto si aspetta 3.479 casi di eutanasia, un dato assolutamente irrealistico dal momento che rappresenta un aumento di neanche il 2% rispetto al 2023.
In base all’ultimo rapporto sull’eutanasia, due anni fa sono state soppresse in Belgio 3.423 persone, il 15% in più rispetto al 2022 e oltre il 14.000% in più rispetto a 20 anni fa. Pensare che in due anni (2024 e 2025) il tasso di decesso aumenterà del 2% scarso è improbabile, per usare un eufemismo.

I problemi del Belgio con l’eutanasia
Il solo fatto di prevedere una remunerazione – che non è ancora entrata in vigore in attesa dell’apposito decreto reale – per i medici che praticano l’eutanasia è allo stesso tempo rivelatore e inquietante.
Da un lato, sembra il riconoscimento che uccidere una persona non è una prestazione sanitaria come un’altra e dunque merita un incentivo per chi vi si presta.
Inoltre è probabile che dopo i casi scandalosi di Tine Nys e Godelieva de Troyer – e la conseguente introduzione da parte del Parlamento su obbligo della Corte costituzionale di un sistema di sanzioni graduale per i medici che violano la legge sull’eutanasia – i medici vadano convinti che vale ancora la pena prestarsi all’esecuzione della morte di Stato.
Le possibili derive
Dall’altro, prevedere un compenso per l’uccisione di un paziente potrebbe spingere i medici a sorvolare sui requisiti formali della legge – come già avviene oggi – per praticare l’eutanasia a quante più persone possibile.
La remunerazione demolisce anche uno dei principi ispiratori della legge, quello secondo cui la pratica dovrebbe essere libera, gratuita e disinteressata. Un interesse, anche se esiguo, è stato fissato in Belgio. Oggi uccidere frutta 180,24 euro. Domani chissà.
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