Gli tolgono pane e acqua, ma non sono i medici che uccidono Vincent Lambert, è lui che muore (?!)
NESSUNA SPINA DA STACCARE. Come nel caso di Eluana, anche nel caso di Vincent non c’è nessuna spina da staccare. L’uomo di 38 anni respira in modo autonomo, risponde agli stimoli, sorride, piange ma viene nutrito e idratato in modo artificiale. La moglie di Vincent ha chiesto ai giudici che idratazione e alimentazione vengano sospese e l’uomo lasciato morire, i genitori e i fratelli vogliono invece che continui a vivere. Vincent non ha mai lasciato nessun testamento biologico e non ha mai nominato un suo tutore legale e legittimo.
COMMISSARIO DEL GOVERNO. Secondo quanto dichiarato oggi dal “rapporteur”, «interrompendo i trattamenti, i medici non uccidono [Vincent]», è lui che si avvicina «alla fine della vita». Vincent deve morire perché «per quanto forte sia l’amore di un fratello, di una sorella e soprattutto dei genitori, questo non è abbastanza per tenere in vita il paziente». Le sue «lesioni irreversibili», «senza speranza di miglioramento», fanno sì che nutrirlo diventi una forma di «accanimento terapeutico» che lo «mura nella sua solitudine e incoscienza».
«VI SEMBRA MORENTE?». Vincent in realtà non è affatto solo, visto che è accerchiato dall’affetto dei suoi genitori e dei suoi fratelli. Ma per il magistrato deve comunque essere lasciato morire di fame e di sete, cosa che dalla sospensione della nutrizione avverrà «entro tre o cinque giorni». L’avvocato dei genitori ha protestato davanti a questa argomentazioni sventolando una foto di Lambert urlando: «Vi sembra che abbia l’aria morente?». Poi, per ricordare che il paziente non è affatto in uno stato di incoscienza, ha letto una email che la madre ha scritto martedì scorso: «Ho tenuto Vincent tra le mie braccia. Lui aveva gli occhi pieni di lacrime e mi guardava».
ULTIMA SPIAGGIA. Se i 17 giudici martedì seguiranno il consiglio del “rapporteur”, sarà una sentenza storica per la Francia, la prima a legalizzare di fatto un caso di eutanasia. Ai genitori e ai fratelli di Vincent rimarrebbe allora una sola possibilità: fare ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, l’unica in grado di ribaltare una eventuale sentenza di morte.
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13 commenti
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togliere cibo e acqua ad un essere umano e‘ peggio di un omicidio perche‘ prevede anche una tortura atroce.Nemmeno i cani sono trattati in questo modo.
La giustizia di Dio colpira‘ non solo chi ha torturato ed ucciso un innocente debole ed indifeso , ma anche chi ha sostenuto tale crimine,facendosene complice. Su questo non vi e‘ alcun dubbio.
Penso che ognuno di noi dovrebbe scegliere prima di trovarsi nella situazione di non poter esprimere la propria volontà. I familiari di queste persone meritano rispetto. In assenza di decisione della persona ritengo si dovrebbe tutelare la vita. Ma il caso della Englaro mi ha vista dalla parte del padre. Quel padre ha assistito la figlia per anni e anni, ha visto le amiche della figlia laurearsi, sposarsi fare figli mentre la propria rimaneva in un letto, ferma immobile, senza contatti e scambi, sospesa in un sonno senza fine. Bloccata nel tempo. Senza i progressi della medicina non sarebbe vissuta così tanto. La nutrizione parenterale crea vite non vissute, lasciate nel limbo. Non conosco il caso di Vincent ma se è cosciente dovrebbe essere tutelato, per vivere. Anche se cerebro leso, il diritto a vivere non si tocca. Ci mancherebbe. E’ lo stato di coma irreversibile che arrivati ad un certo punto porta inevitabilmente ad accettare l’ineluttabile ovvero che non si sveglierà più e che la natura deve fare il suo corso.
Allora lasciate la natura fare il suo corso, quando sarà il momento morirà, nonc’è bisogno di togliergli l’acqua! Se dovessimo lasciare tutto alla natura non dovremmo prendere mai nemmeno un’aspirina!
Chi l’ha assistita per anni ed anni NON è stato il padre, ma delle suore che l’hanno amata e curata fino alla fine….e che non l’hanno eliminata.
Forse il padre non poteva assisterla da solo. Comunque conosceva la figlia ed i desideri della stessa meglio di noi o delle suore, visto che l’aveva conosciuta nel pieno delle proprie facoltà mentali. I miei familiari sanno bene che io non vorrei mai vivere così. Non l’ho scritto e questo potrebbe portare chicchessia a decidere per me al posto delle persone che mi hanno amata. E francamente non mi sembra logico. Forse ognuno di noi dovrebbe, per legge, scrivere le sue ultime volontà, prima di essere incapace di esprimerle.
La conosceva talmente bene che non ha voluto vederla nemmeno al funerale.
Uno che ama veramente sua figlia non la trasforma in un grimardello ideologico a favore di partitini noti per ricercare spasmodicamente il sovvertimento morale degli italiani.
Se vogliamo parlare di strumentalizzazione allora mi dispiace ma non sono i partitini ad aver strumentalizzato il caso, ma casomai chi ipocritamente ha definito Eluana così viva e vegeta da poter teoricamente sostenere anche una gravidanza oppure quel parlamentareche si è messo ad urlare all’assassinio davanti alle telecamere. Infine vorrei aggiungere che quando si è amata una persona si può volere ricordarla come era in vita e non andare al funerale non significa necessariamente non vivere quel lutto.
Nella Francia di hollande la follia criminale regna sovrana !
Spesso sono anche i genitori che fanno la scelta di interrompere la nutrizione, mancanza d’amore? personalmente penso ci voglia un rispetto inusitato verso un genitore che fa una scelta del genere
Si, ma come si diceva a chi si trincerava dietro il rispetto per Beppino Englaro, non tutte le scelte sono uguali.
In tutti questi casi troviamo i genitori impegnati per il mantenimento delle cure e il coniuge contrario. Non vi dà da pensare che le motivazioni siano di natura tutt’altro che filosofica?