Tra Galliani e Cappato è come scegliere tra il “campo” e il “camposanto”

Di Emanuele Boffi
19 Ottobre 2023
Elezioni suppletive in Brianza. Da una parte l'imprenditore cattolico e berlusconiano, dall'altro l'alfiere dell'eutanasia. Invito a un incontro
Adriano Galliani (Ansa)
Adriano Galliani (Ansa)

Lo sa anche Adriano Galliani che il suo avversario principale non è Marco Cappato, ma l’astensione. Lo sa perché la notizia che non tutti sanno è che il 22 e 23 ottobre si vota nel collegio di Monza a Brianza per le suppletive, cioè per assegnare il seggio al Senato che fu di Silvio Berlusconi.

Non lo sa nessuno, o quasi, e i motivi sono vari: la politica interessa sempre meno, il seggio non sarà determinante per spostare gli equilibri in Parlamento, il Paese ha altro per la testa (Israele, Ucraina, la manovra di bilancio, il calcioscommesse).

Il seggio che fu di Berlusconi

E così le suppletive finiscono a fondo pagina: se ne parla poco, se ne scrive poco. E questo è un problema soprattutto per Galliani che corre per il centrodestra unito e che teme, in una zona storicamente vicina al centrodestra, lo “scherzetto”. E cioè che i più motivati al voto siano quelli che vogliono strappare alla destra il seggio che fu di Re Silvio.

Fatto altamente simbolico, come altamente simbolica è la sfida tra Galliani e Cappato, la cui candidatura, come abbiamo già più volte scritto, è stata subìta dal Pd locale, che ha dovuto ingoiare il rospo per la scelta di Elly Schlein. Decisione significativa: si è indicata una persona esterna al partito, che ha caratterizzato tutta la sua esperienza politica con battaglie ideologiche che poco hanno a che fare con le esigenze del territorio (ulteriore aggravante per il Pd locale, che non rappresentanti in Parlamento).

La retorica del cambiamento

In queste settimane i due candidati si sono presentati nelle piazze dei comuni brianzoli e le parole d’ordine che hanno ripetuto dicono di due mondi lontanissimi. Non a caso lo slogan di Galliani, dal sapore berlusconiano e sportivo, è «scendi in campo con me!» con chiaro riferimento ai successi del Monza, di cui il nostro è vicepresidente vicario e ad. Il claim di Cappato è «la Brianza che cambia l’Italia»: il radicale ha voluto puntare sulla retorica del cambiamento, del progresso, delle “conquiste” sui diritti civili.

Sponsorizzando la sua candidatura, Riccardo Magi, segretario e deputato di +Europa, ha scritto sul Riformista:

«Questa volta si ha l’occasione di poter scegliere direttamente la persona Marco Cappato, e quindi di farsi rappresentare in Parlamento da una figura politica di cui si sa in maniera chiara in cosa crede, per cosa è disposto a lottare e come lo abbia già fatto. Si sa, infatti, tutto quello che Marco ha fatto per conquistare, passo dopo passo, diritti e libertà per tutte le italiane e gli italiani. Sul diritto di morire con dignità ma anche di vivere con le iniziative per il superamento della legge 40 e sulla gestazione per altri, per il suicidio assistito e per l’eutanasia legale, con le sue iniziative sul testamento biologico, sempre interpretando le aspettative di una parte degli italiani che è maggioritaria nel Paese».

Campo o camposanto

È chiaro che a Cappato della Brianza importi poco o nulla. Lui vuole entrare in parlamento per portare le sue battaglie sui “diritti”. Cosa ne pensi Galliani del suo avversario, lo ha detto a Libero, confermando come fra i due vi sia una distanza abissale:

«Lo rispetto. È espressione di una cultura molto lontana dalla mia, che invece si fonda sui valori cristiani e sui principi liberali, che sono gli stessi della gente della Brianza».

Date queste premesse, da quale parte batta il cuore di Tempi, lo potete bene immaginare. Ed è anche per questo che ci siamo impegnati a moderare un incontro che si terrà a Carate Brianza giovedì 19 ottobre alle ore 21 (via E. Vergani, 14). Tra uno che promette di farci scendere in campo e uno che promette di accompagnarci al camposanto, che scelta volete avere?

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