In Florida Romney conquista il 46% dei voti. Solo un’alleanza tra Gingrich e Santorum può batterlo
Mitt Romney s’è abbattuto come un ciclone sulla Florida strapazzando tutti i suoi avversari con uno squillante 46% e rilanciandosi come candidato da battere per la nomination. Dietro, con il 32%, Newt Gingrich, il grande sconfitto che però non molla e annuncia senza fare una piega che «ormai è una corsa a due, tra un conservatore doc e un moderato del Massachusetts». Dal Convention Center offlimits per i cronisti stranieri, l’ex Governatore dà il ben servito a Barack Obama: «Sono pronto a guidare il partito e gli Stati Uniti. Sta finendo la sua era. E sta cominciando un’era di prosperità: leadership vuol dire assunzione di responsabilità, non accampare sempre delle scuse». Entusiasmo anche in un Hotel di Orlando, dove l’ex speaker ha fatto capire che non molla la presa: «La partita è tutt’altro che conclusa».
E in linea teorica i numeri gli potrebbero anche dar ragione: se Mitt ha ottenuto il 46,4%, sommando il suo 31,9% e il 13,4% di Rick Santorum, in effetti emerge un partito ancora spaccato a metà. Per questo motivo, di fronte a tantissimi fan, sintetizza che dopo il voto del Sunshine State «è iniziata una lotta a due». «Il potere della gente alla fine sconfiggerà il potere dei soldi». Davanti a lui, i suoi agitavano grandi cartelli con su scritto: “46 to go”, cioè il numero degli Stati in cui si deve ancora votare per lo sfidante a Barack Obama. E proprio il presidente, parlando a un iniziativa elettorale a Washington, ha fatto capire che non cederà il passo tanto facilmente: «Sono assolutamente convinto che siamo sulla strada giusta per uscire dalla crisi. La mia determinazione è più forte ora di quanto non lo fosse nel 2008», ha concluso lanciando un messaggio chiaro agli affondi dei suoi avversari, in Florida: cacciarlo dalla Casa Bianca non sarà facile per nessuno.
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