Fiume di terra, Chiedi alla polvere, Il cielo è dei violenti
Di Miber
27 Agosto 2021
Tre minirecensioni per tre libri di James Still, John Fante e Flannery O'Connor. Non spiegazioni esaustive, ma solo lampi e spunti per incuriosire
Fiume di terra
Furore di Steinbeck esce l’anno prima per la stessa casa editrice. È la crisi post 1929, vista con gli occhi di un bambino, ma mentre in Furore si scappa sulla Route 66, qui si parla della sopravvivenza di chi vive nelle montagne degli Appalachi, nelle miniere di carbone.
Anni dove molti contadini divennero minatori rincorrendo uno stipendio migliore, come la famiglia raccontata in questo libro autobiografico: «Figli miei, dove stiamo andando su questo possente fiume di terra, dove ci sta spazzando tutti?».
È una vita di sopravvivenza, che non si lamenta, non accusa, anzi quasi sorride di sé: «Mamma, sono tornato dalla prigione perché il governatore ha saputo che avevo domato l’incendio che vi si era scatenato; – Una faccenda pericolosa, figliolo, chi ha appiccato quell’incendio andrebbe frustato con un nerbo di bue. Chi è stato, figliolo? – Sono stato io mamma».
«Una sera me ne stavo a sedere sul letto della mia stanza d’albergo. Era un momento importante della mia vita; dovevo prendere una decisione nei confronti dell’albergo. O pagavo o me ne andavo, così diceva il biglietto della padrona di casa. Era un bel problema, degno della massima attenzione: lo risolsi spegnendo la luce e andandomene a letto».
Inizia così e c’è chi ha usato la parola capolavoro per un libro che un non assomiglia a nessun altro, almeno tra quelli scritti in terra nordamericana. Qui, Signore e Signori, si parla di Arturo Bandini, in una storia che potrebbe essere stata scritta da Cervantes o da Boccaccio o forse no, da D’Annunzio.
Il nostro eroe rincorre la gloria e una cameriera messicana, nella polvere di Los Angeles: «È una polvere- dice Fante – da cui non cresce nulla, una cultura senza radici, una frenetica ricerca di riparo, la furia cieca di un popolo che cerca una pace irraggiungibile».
Muore un vecchio maniaco religioso che aveva rapito tempo prima il nipote. A quest’ultimo, prima di morire, dà ordine di battezzare il figlio dello zio dove il ragazzo viveva, prima di essere rapito dal vecchio nonno. Solo che il battezzando è disabile e lo zio, padre del bambino, aveva vissuto la stessa esperienza del ragazzo.
Fanatismo religioso che ti fa chiedere, seguendo il Vangelo di Matteo: cosa può succedere se il cielo diventa proprietà dei violenti? La risposta è cruda, spietata, terribile.
Ci sono libri che non ti dicono cosa è ma cosa non è. Di una scrittrice finissima, qui molto in voga: è il male, punto e basta, se avete bisogno di farvelo spiegare anche prima di spegnere la luce e chiudere gli occhi.
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