Fermarsi o avanzare verso la Crimea? Il dilemma “invernale” dell’Ucraina

Di Leone Grotti
23 Novembre 2022
Per la prima volta dallo scoppio della guerra, l'esercito di Kiev può concedersi il lusso di decidere come portare avanti il conflitto. I russi, in difficoltà, scavano trincee e attendono
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Da agosto l’Ucraina ha riconquistato circa il 55 per cento del territorio che la Russia le ha strappato a partire da febbraio. Eppure, nonostante un esercito demoralizzato e mal equipaggiato, i soldati di Mosca controllano ancora il 20 per cento circa del paese e con l’inverno alle porte non si vede la conclusione del conflitto, pronto invece a cambiare per l’ennesima volta.

L’Ucraina punta alla Crimea o si ferma?

Per la prima volta, nota il New York Times, la continuazione della guerra dipenderà più dalle intenzioni di Kiev che da quelle del Cremlino. Dopo la conquista di Kherson, in seguito alla ritirata russa, l’esercito a sud può scegliere se avanzare ancora verso la Crimea oppure fermarsi per l’inverno.

Ora molte delle linee di rifornimento russe sono a portata di tiro dei sistemi missilistici occidentali forniti all’Ucraina. Attraversare il fiume Dnipro e attaccare per gli uomini di Volodymyr Zelensky non sarà però semplice dal momento che i russi hanno scavato tre linee di trincee e costruito fortificazioni per attendere gli ucraini da una posizione di forza. Per avanzare ancora, Kiev dovrebbe mettere in conto molte perdite tra i suoi uomini. Ma la minaccia è concreta, tanto che l’esercito russo sta scavando trincee anche nella parte settentrionale della Crimea.

Danni «colossali» alle infrastrutture

Allo stesso tempo, la ritirata da Kherson ha permesso alla Russia di riposizionare migliaia di uomini a est, nel Donbass, dove infuria la battaglia per il controllo della province di Donetsk e Luhansk. Una battaglia si combatte nelle trincee lungo l’asse Svatove-Kreminna, l’altra attorno a Bakhmut.

Nel frattempo, per demoralizzare il nemico e spingerlo a sedersi al tavolo delle trattative, l’esercito russo continua a bombardare le infrastrutture ucraine con missili e droni. Milioni di persone sono già senza acqua, riscaldamento ed elettricità. Secondo Volodymyr Kudrytskyi, amministratore delegato dell’operatore della rete elettrica nazionale ucraina Ukrenergo, i danni sono già «colossali».

La diplomazia alla prova dell’inverno

La strategia al momento non sembra funzionare. È vero che Zelensky ha tolto il veto a trattare con la Russia, anche se Vladimir Putin è ancora al potere, ma non sembrano esserci passi avanti in questo senso.

Il generale Mark Milley, capo dello Stato maggiore congiunto americano, è ancora convinto che nonostante l’Ucraina abbia ottenuto «un successo dietro l’altro a fronte dei continui fallimenti russi», l’esercito occupante non può esser respinto definitivamente con le armi. Ma solo con la diplomazia.

Da circa un mese le figure più importanti dell’amministrazione Biden stanno dialogando con le controparti russe. Appare però improbabile che i colloqui diano esito positivo prima dell’arrivo dell’inverno.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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