
«È qui Egli, adesso!». Dove? A tavola, in braccio alla sua mamma in un quadro di Carl Larsson dove nonna e servette ti fissano con occhi gioiosi: un bambino è nato per noi, «è qui Egli, adesso», dicono gli sguardi a te rivolti in un salone addobbato a Natale e in cui ritrovi quelli di amici e parenti quando in una casa nasce un bambino e corri a “trovarlo”; ed ecco, aperte le porte, gli sguardi di amici e familiari brillare di un «ti stavamo aspettando, guarda». È qui, adesso: e tu ti farai largo tra tutte quelle persone, il nonno appisolato sulla sedia, il ragazzino incantato dalle luci dell’albero coi dolcetti in mano e raggiungerai il centro della tavola. Hai visto il suo viso far capolino tra il via vai di ospiti vestiti a festa, e lui ha visto te: cerca il tuo sguardo come cercò quello di un agnellino grigio e ricciuto nella grotta splendente chiamandolo a sé, «fratellino mio», nella fiaba di Hedwige Louis-Chevrillon, come guardò il colombo che lo ninnò col suo tubare nella poesia di Pamela Lyndon Travers.
Aspettando il Natale, 25 storie d’Avvento
Abbiamo tra le mani il libro Aspettando Natale. Calendario d’Avvento. Ogni giorno una storia di Annalena Valenti, Raffaella Carnovale e Valeria De Domenico (e qui trovate come averlo, e qui trovate come ascoltarlo): l’hanno fatto apposta, pensi, sfogliando le illustrazioni di Carl Larsson e le 25 storie «d’Avvento» scelte per noi e per i nostri bambini. Poesie, racconti, fiabe e leggende, una al giorno per ritrovarci in questo mese di dicembre uomini, stelle, pastori, angeli, asinelli in attesa di quello «scampanio giubilante e clamoroso» quando l’Eterno svelerà il suo volto in un bambino e dalle buche, le tane, usciranno volpi fulve e argentate come nel Miracolo del Bosco di una leggenda svizzera e dentro un canestro, tra i pannolini caldi, il primo fratellino della Lia del Dono di Natale di Grazia Deledda emetterà il suo primo vagito.
Tre ristampe in meno di trenta giorni, cose mai viste, storie mai ascoltate, «e poiché le profezie sono sempre accompagnate da segni meravigliosi, ecco che abbiamo scelto alcune di quelle storie che più colgono il ponte che si crea tra tutte le cose del mondo e il loro significato. “Chiarezza che della terra fa cosa di cielo”» scrive Annalena nella prefazione, citando la poetessa Ada Negri e invitando sulla strada di Betlemme fino al rivelarsi del «segreto onnigioioso». «È qui Egli, adesso», è la certezza di Solov’ëv ed è il quadro di Larsson Adesso è di nuovo Natale dove un bambino che si intravede a tavola scuote lo spazio, lo abbraccia attirando a sé chiunque incroci il suo sguardo, a dire con evidenza palpabile che la gioia della nascita non è solo di quella gente festante, è per il mondo, per te che lo stai guardando.
Annalena e amiche, che tutto fanno per i bambini
Noi qui, ricordiamolo, si ama Annalena Valenti, Mammaoca, dal 1999, cioè dagli albori, quando esordì con questo pseudonimo (un compromesso tra il favolista Perrault e il nome di battaglia scritto su un aereo della RAF, “Mother Goose”) su Tempi, amiamo la sua solida rocca dalla quale suo marito Gigi Amicone, il nostro Gigi, ha annunciato ogni santo Natale l’arrivo di Cristo la tigre, una rocca popolata da madri, padri, figli e amiamo il Péguy che agita il cuore di Annalena e le sue compagne di armi, fiabe e avventure da sempre: «Tutto quel che si fa lo si fa per i bambini». Ma questo libro, questo è davvero per loro: chi mai ha scritto un libro in cui il Bambino guardasse dritto in faccia i bambini?
Fuori il marasma è quello di sempre, l’Europa torna a impegolarsi sul Gesù bandito, le scuole a festeggiare l’inverno, la luce, la politica a farsi tentare dalla dad, sdottorare sul numero di commensali al cenone e «il vaccino come miglior regalo per i nostri figli» (copy Bertolaso), la sbilanciata eroica natura del mondo in cui l’impossibile c’è, è qui, non trova posto nemmeno nelle vetrine delle librerie, dove il Natale s’è fatto predica laica, cartonati chic, riciclo creativo: «è la festa dei cretini» pensi come la Pasionaria di Guareschi nello Zibaldino facendo il verso a madre e fratello intento nella recita della poesia «è Natale, è Natale – è la festa dei bambini – è un emporio generale — di trastulli e zuccherini!».
Come Deledda, Saba, Chesterton, Solov’ëv
Poi apri Aspettando Natale ed eccola, «Ben trovata, capanna e la tua roba. E d’essa fu la gioia, nel mattino!», ecco l’abete, gli gnomi, uno straccionello, il nome più dolce e più caro, il brigante e la rosa fiorita nella neve, le lucciole meravigliose «portatrici di stelle sulla terra», il vento che vibra alla porta di Babouchka, il poeta che «aprii la stalla per vedere se era lì. C’era!», la gioia della primavera rifiorire nella tempesta. Chi mai ha raccontato ai bambini come Saba, Chesterton, Agatha Christie, i fratelli Grimm, le leggende popolari che «è qui Egli, adesso»? Chi mai l’ha fatto così, scovando il fatto che succede ora, adesso, nelle pieghe delle storie di tutti i tempi, e nel viso un po’ discosto e nascosto del Bambino in braccio alla sua mamma che cerca il viso di ogni bimbo, agnellino, gnomo e straccionello? A noi, leggendo, non resta che accompagnare i bambini per mano a farsi largo tra abeti, servette, gonnelloni, campane e gorgheggi festanti verso l’ospite d’onore: è qui Egli, adesso! Adesso è di nuovo Natale.