Dopo il passaggio del nanokiller, può succedere un nuovo inizio

Di Luigi Amicone
13 Aprile 2020
Se non ci saranno assalti ai palazzi, guerre, distruzioni e qualcosa di peggio degli anni Venti, dall'emergenza coronavirus può partire una rinascita inimmaginabile
Un uomo su una strada quasi deserta a Murcia, Spagna, per l'emergenza coronavirus

Articolo tratto dal numero di aprile 2020 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.

Nei momenti del pericolo, si vede di che pasta sono fatti i leader. E se sono leader. Non stiamo a dettagliare, ma abbiamo capito che i migliori capi politici del futuro, ammesso che ci sia un futuro politico, appartengono al campo di combattimento in cui si sono formati affrontando la Monarchia Assolutista del coronavirus. In questo senso i principali protagonisti della stagione appena seppellita dall’epidemia sanitaria, sono più che cancellati.

La prosopopea di Beppe Grillo collassa nel fantasma di un ectoplasma. D’altronde lui è scappato dalla scena epidemica e i suoi si sono liquefatti in jella andata al governo per far stare ancora peggio gli italiani. Delusi e depressi a causa di una spavalderia analfabeta, Joker e i suoi epigoni possono reinventarsi solo dando all’Italia, e specialmente al Sud, carestie, tumulti e un finale da tragedia greca.

Analogo destino, spiace sospettarlo anche se la partita non è ancora chiusa, potrebbe toccare a Matteo Salvini. Troppo avanti nella gestione del consenso via social, per non cadere per terra col naso nel rigagnolo per colpa di un virus più veloce dei like su Facebook.

Il Pd non è più altro che un indistinto agglomerato di onesto grigiore.

Infine la più resiliente potrebbe essere la famosa Giorgia. Ma ha il difetto di guidare un partito a centro di gravità romano.

Ma il non plus ultra – quanta nostalgia canaglia! – resta Silvio Berlusconi. Ma cosa ci siamo persi come Italia, a causa di vent’anni di persecuzione giudiziaria a somma zero?! Berlusconi meriterebbe la presidenza della Repubblica. A 85 anni? Bè, Napolitano ha occupato il trono quirinalizio fino ai 90. E l’hanno fatto beato nonostante abbia impedito a Berlusconi di salvare una disabile, Eluana Englaro, morta per fame e per sete, con un decreto legge d’emergenza. Dunque “Que viva Silvio!”. Ancora. 

Diciamo che mentre si attendono gli esiti degli ultimi tamponi, cioè se vi sarà o non vi sarà vita sulla terra dopo il passaggio del nanokiller (in caso la mia rubrica la faccio correggere da Dio in diretta), non credo che neanche i magistrati potranno andare avanti a interpretare le loro funzioni come se “nulla fudesse”. Ma mai dire mai. Se Marco Travaglio vincesse il concorso da pubblico ministero e Piercamillo Davigo diventasse un giornalista, ecco che avresti l’Italia definitivamente sotto un treno. 

Dunque, a parte la ricostruzione di un mondo che non c’è più e a parte Mario Draghi che speriamo tenga botta e l’Europa realizzi la sua proposta di intervento rapido con debito pubblico e nient’altro che debito, la sfida stratosferica che si intravvedeva in fondo al tunnel di una tragedia planetaria, la vedono tutti.

Se non succedono assalti ai palazzi, guerre, distruzioni e qualcosa di molto peggio degli anni Venti del secolo scorso, può succedere una bellezza di rinascita inimmaginabile. Da una parte dell’ordine che potrebbe ricordare quanto ci disse David Jaeger, ebreo israeliano istruito al rabbinato e invece poi diventato cattolico, attualmente giudice della Sacra Rota. Sul fronte della lotta per il significato della vita, disse Jaeger, «dobbiamo pregare per la secolarizzazione di tutta la terra. Allora Gesù Cristo si ergerà per tutti i popoli come gigante sull’orizzonte della storia». Dall’altra, perché la prima mi ricorda vagamente il giorno del Giudizio Universale, può succedere una ripresa, tutta impregnata della coscienza che aveva Agostino circa il significato della presenza dell’uomo nel mondo. 

Pensate un po’, sono convinzioni espresse dall’ebrea Hannah Arendt all’indomani dell’Olocausto, 6 milioni di vittime e un’Europa ridotta a polvere, cadaveri e macerie:

«“Initium ut esset, creatus est homo”, l’uomo è creato per cominciare, per dare inizio a qualcosa. Ogni singolo uomo è sempre come un nuovo inizio nel mondo. È proprio in questa stupefacente capacità di iniziare, è in questa continua “natività” che risiede l’unica, vera arma contro i totalitarismi (e le calamità, ndr) di tutti i generi».

Foto Ansa

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