
Delitto di Perugia, Bongiorno: «Nessun “bunga bunga” tra Amanda e Raffaele»
Dopo la pausa natalizia è ripreso in aula il processo per il delitto di Meredith Kercher davanti alla corte d’Assise d’appello di Firenze. Oggi la parola è andata alla difesa dei due imputati, Raffaele Sollecito e Amanda Knox. «In questo processo il movente sembra un optional. Ne abbiamo sentiti due e questo la dice lunga sulla fluidità del processo» ha detto uno degli avvocati di Sollecito, Giulia Bongiorno.
«NESSUN BUNGA BUNGA». L’avvocato Bongiorno nella sua arringa si è soffermata sulla figura di Amanda Knox: «Così americana, con un cognome sexy, venne rappresentata come disinibita, una ventenne che andava a letto con tutti, astuta, con quel soprannome, foxy: Amanda è diventata protagonista di quel festino ed è il sole che illumina gli indizi a carico di Raffaele. Perugia non voleva pensare che uno sconosciuto, un mostro, fosse entrato in una casa e avesse ucciso una studentessa. E allora ci fu il “miracolo” e si scelse il movente emotivamente più tranquillizzante, un festino finito male». Poi l’avvocato ha proseguito: «Raffaele non era un cagnolino. Non è che può uccidere per amore di Amanda. Non esageriamo. Il rapporto che c’era fra Amanda e Raffaele era tenero, appena sbocciato, non ha nulla a che fare con il ‘bunga bunga’, è un bacio che si dà solo con il naso». Bongiorno ha concluso, andando all’attacco dell’accusa: «Per alcuni investigatori, i primi sospettati sono come i primi amori, non si dimenticano, anche se le figure di Amanda e Raffaele risultano subito incompatibili con la figura di Guede». Il 20 gennaio è prevista l’udienza in cui l’accusa, rappresentata dalla procura generale, potrà replicare. La sentenza è prevista per il 30 gennaio nel tardo pomeriggio.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!