
«Cristiani sotto attacco in tutta la Nigeria. Ma Buhari dove vive?»

tratto da Acs – «In passato, i problemi legati alla sicurezza erano limitati al nord-est della Nigeria. Ora vi è insicurezza in tutto il Paese». Così dichiara, in un’intervista ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, monsignor Augustine Akubeze, arcivescovo di Benin City e presidente della Conferenza episcopale della Nigeria.
Il presule denuncia una insicurezza senza precedenti, «se non durante la guerra civile», che grava in particolar modo sui cristiani, come conferma il recente rapimento di quattro seminaristi a Kaduna, uno dei quali è stato rilasciato. «La notizia del sequestro ci ha riempito di tristezza», afferma il presule ricordando tuttavia che non si tratta di una novità per la locale comunità cattolica. «Molti sacerdoti e religiosi sono stati rapiti recentemente!». Riguardo al seminarista rilasciato, monsignor Akubeze informa che sta ricevendo cure mediche. Il presidente della Conferenza episcopale aggiunge che quasi tutti i seminari della Nigeria hanno mura di protezione, ma che «purtroppo però non sono sufficienti a fermare gli attacchi di Boko Haram».
Non tutte le strutture hanno invece telecamere di sicurezza. «Se tutti i seminari, i monasteri e i conventi che ospitano religiosi disponessero di telecamere, sarebbe utile perlomeno per catturare alcuni terroristi». Ma purtroppo le risorse della Chiesa sono limitate e le parrocchie sono perfino costrette a pagare per avere la protezione della polizia durante le messe domenicali.
Il presule ricorda anche il recente omicidio di Lawan Andima, membro dell’Associazione cristiani in Nigeria (Can) decapitato da Boko Haram, e si domanda perché il presidente nigeriano Muhammad Buhari abbia recentemente dichiarato di essere scioccato dalle numerosi uccisioni che avvengono in Nigeria, soprattutto a danno dei cristiani. «Molti nigeriani si chiedono se il presidente viva in un universo parallelo. Come può essere sorpreso? Dopo che alcuni di noi hanno partecipato a numerose sepolture di massa di cristiani uccisi da Boko Haram?».
Monsignor Akubeze si sofferma inoltre sulla composizione del governo guidato da Buhari, appartenenti alla stessa estrazione etnica hausa-fulani del presidente. «Il 95 per cento di loro sono musulmani, in un Paese in cui vi sono circa il 50 per cento di cristiani. Chi dovrebbe assicurare la nostra sicurezza appartiene ad una setta di una religione, ad un solo gruppo etnico, in una nazione multi-religiosa e multietnica!». L’appartenenza etnica del presidente getta ombre anche sulla totale passività con cui il governo sta affrontando l’emergenza rappresentata dalle violenze dei pastori islamisti fulani. Pur specificando che non vi sono prove certe di un supporto governativo ai fulani, l’arcivescovo di Benin City sottolinea come «la mancanza di azioni penali significative nei loro confronti alimenta ulteriormente la convinzione che essi godano del sostegno del governo federale».
Di fronte ad una grave mancanza di sicurezza e all’aumento di attacchi anticristiani, monsignor Akubeze rivolge tramite Acs un accorato appello ai governi e ai media occidentali. «Raccontate le atrocità che avvengono in Nigeria. In questo modo il nostro governo potrebbe sentirsi sotto pressione ed agire. La nostra speranza è che le nazioni dell’Unione Europea e gli Stati Uniti sentano l’obbligo morale di proteggere le vite dei cristiani e di tutti i nigeriani che vengono costantemente attaccati e uccisi da Boko Haram e dai pastori fulani».
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