Cosa non torna nelle tesi di Alberto Alesina, che trattava gli uomini come fossero Btp

Di Marco Cobianchi
16 Giugno 2020
Il libro "L’Italia fatta in casa" firmato dall'editorialista del Corriere recentemente scomparso è il peggiore attacco alla famiglia che l’ideologia economica abbia mai prodotto
Alberto Alesina

Articolo tratto dal numero di giugno 2020 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.

È scomparso Alberto Alesina, economista, habitué della prima pagina del Corriere della Sera dove scriveva quasi sempre in coppia con il collega Francesco Giavazzi (io li ho sempre chiamati bibì e bibò).

Non ne avrei parlato se, il giorno dopo la scomparsa, bibò (Giavazzi) non mi avesse ricordato, nel suo articolo sul Corriere, che il collega aveva scritto il libro L’Italia fatta in casa (insieme ad Andrea Ichino). Ovviamente ne ha tessuto le lodi mentre io penso che L’Italia fatta in casa sia il più ideologico e violento attacco alla famiglia che l’ideologia economica abbia mai prodotto. Peraltro, in alcune parti, letteralmente sbagliato (leggete la parte sul divorzio).

La tesi di quel libro è che le famiglie italiane sono un freno alla crescita economica in quanto “producono” in casa ciò che all’estero viene comprato sul mercato (cura dei figli, pulizie, cibo). Quindi, non comprando, non fanno aumentare il Pil.

Motivo? Le donne stanno troppo in casa. Soluzione? Detassare il lavoro in modo da incentivarle a mettersi alla ricerca di un impiego in modo tale che, stando poco a casa, tutte le cose che facevano loro le fa qualcun altro.

E fin qui, tutto ok, ma c’è il problema della mobilità. Le famiglie italiane sono troppo coese, lo Stato, con la cassa integrazione, rende troppo “certo” il reddito del padre e per questo i figli stentano a muoversi per cercare un lavoro.

Soluzione? Rendere più precario il lavoro dei padri così da promuovere una “corretta allocazione delle risorse” che non sono solo finanziarie, ma anche umane. Un uomo trattato alla stregua di un investimento in Btp, in pratica.

Quando uscì il libro, Alesina trovò il modo di accusare il mondo cattolico il quale, avversando le sue idee, era de facto complice del mancato sviluppo del mercato il quale si sarebbe giovato tantissimo se qualcuno avesse messo in pratica le sue tesi.

Accidenti! Sorvolo sui macroscopici errori, sulle previsioni sbagliate, sulle valutazioni buffonesche di bibì e bibò sulla crisi del 2008 perché non mi piace infierire, mi basta che sia chiaro che la matematizzazione di tutto, ovvero la riduzione di tutto ad un algoritmo modificabile attraverso lo spostamento di un peso o dell’altro, non risolve il problema della felicità dell’uomo, ma lo annichilisce perché lo fa diventare una funzione all’interno di un universo meccanico. Una specie di radice quadrata.

E quando la si critica, sulla base della semplice osservazione dei fatti (il “familismo amorale”, per esempio, non è colpa della famiglia, ma delle élite), la scienza (?) economica si comporta come quella donna che, scoperta dal marito a baciare un altro uomo, gli risponde “Ecco, vedi, non mi ami più, credi a quello che vedi e non a quello che ti dico io”.

Foto Ansa

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