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Breve guida alla religione woke, tra peccati originali, vittime sacrificali e tabù

Razzismo, cambiamenti climatici, trans. Michael Shellenberger e Peter Boghossian mettono in fila i dogmi dei cantori del pensiero unico

Piero Vietti
16/11/2021 - 6:25
Cultura
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Il wokeism – corrente di pensiero nata in America che si definisce “risvegliata” e dunque consapevole di problemi sociali gravi come razzismo e disuguaglianze e agisce di conseguenza per risolverli – sta assumendo sempre più i contorni di una religione.

Cleese dei Monty Python si auto-cancella

Fenomeno principalmente anglosassone, il wokeism sta cominciando a colpire l’Europa. Movimento progressista di sinistra, negli Stati Uniti è diventato, con sfumature variabili, il pensiero unico di gran parte dei media, delle istituzioni e delle università, polarizzando il discorso pubblico su temi come razzismo, ambiente, gender, droga e, soprattutto in America, criminalità, malattia mentale e i senzatetto. Un esempio recente? Senza ritirare fuori i già raccontati casi di Peter Boghossian e Kathleen Stock, e la nascita dell’Università di Austin in risposta al clima illiberale che si respira nell’accademia statunitense, pochi giorni fa a Cambridge si sarebbe dovuto tenere un incontro pubblico con John Cleese, attore e storico membro dei Monty Python.

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Cleese avrebbe dovuto parlare tra le altre cose del suo show su Channel 4 in cui racconta storie di persone “cancellate” dalla cancel culture tanto cara al wokeism. Peccato che uno degli altri ospiti, lo storico dell’arte Andrew Graham-Dixon, sia stato messo nella blacklist degli organizzatori perché una settimana prima, in un incontro pubblico, ha fatto un’imitazione di Hitler all’interno di uno speech in cui il dittatore nazista non era certamente esaltato, anzi. Eliminato Graham-Dixon, lo stesso Cleese si è auto-cancellato dall’evento: «Avevo in programma di parlare agli studenti della Union di Cambridge questo venerdì», ha twittato il comico, «ma ho sentito che qualcuno è stato “blacklistato” per aver fatto un’imitazione di Hitler. Mi dispiace dover dire che ho fatto la stessa cosa in uno show dei Monty Python e, per questo, mi “blacklisto” da solo prima che lo faccia qualcun altro». Cleese si è poi scusato «con tutti quelli che, a Cambridge, volevano parlare con me, magari potete trovare un contesto in cui le regole woke non si applichino».

Miti e credenze woke

Michael Shellenberger, giornalista e scrittore esperto di energia e clima, ha scritto recentemente sulla sua newsletter di essere rimasto impressionato dalle similitudini che ci sono tra l’antirazzismo e l’ambientalismo apocalittico (di cui Shellenberger ha scritto nel suo “Apocalypse Never”), e di come entrambi siano una religione: «Ognuna propone un peccato originale come causa dei mali attuali (ad esempio la schiavitù e la rivoluzione industriale). Ognuno ha dei demoni colpevoli (i bianchi, i “negazionisti del clima”, ecc.), vittime sacrificali (i neri, i poveri isolani, ecc.), gli Eletti, autoproclamatisi crociati contro i cattivi (gli attivisti Black Lives Matter, Greta Thunberg, ecc.). E ognuno ha una serie di tabù (non si può dire che “tutte le vite contano”, criticare le energie rinnovabili, ecc.) e riti purificatori (inginocchiarsi, chiedere scusa, comprare quote per compensare la CO2)».

Da qui l’idea di scrivere, con Peter Boghossian, una Tassonomia della religione woke. Sette categorie: razzismo, cambiamenti climatici, trans, criminalità, malattia mentale, droghe, senzatetto. Per ognuna è stato trovato un peccato originale, un diavolo tentatore colpevole, i miti, le vittime sacrificali, gli Eletti, superstizioni, tabù, riti di purificazione, formule di purificazione. Lo schema è uno spasso, se non fosse inquietante, e Schellenberger scrive che «siamo rimasti sorpresi da quanto sia stato semplice compilare ciascuna categoria e dalle affascinanti somiglianze e differenze tra di esse».

«Abbiamo deciso di pubblicare la tassonomia della religione del woke perché era utile alla nostra comprensione del wokeism come religione e sentivamo che avrebbe potuto aiutare gli altri. La tassonomia identifica miti comuni e credenze soprannaturali e aiuta a spiegare perché così tante persone continuano a sostenerli, nonostante le prove schiaccianti che siano false. Non ci illudiamo che la tassonomia ridurrà il potere che il wokeism ha sui veri credenti. Ma crediamo anche che aiuterà a orientare coloro che sono confusi dal suo irrazionalismo e cercano una panoramica accessibile».

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Bianchi e negazionisti, cattivi supremi

Il peccato originale del razzismo è la schiavitù, i colpevoli i bianchi e i poliziotti, i paesi asiatici crescono perché gli asiatici sono suprematisti bianchi, le vittime sacrificali sono i neri e i nativi, gli Eletti che possono parlare di razzismo sono i BLM e chi teorizza la Critical race theory, bisogna sostenere che la matematica è razzista, che i bianchi di oggi sono colpevoli degli errori dei bianchi di ieri; non si può dire che c’era più razzismo una volta, che i neri stanno meglio di un tempo, che la polizia non uccide neri disarmati più che persone di altre razze, né che c’è razzismo da parte dei neri nei confronti dei bianchi, e così via.

Simile lo schema sui cambiamenti climatici, che abbiamo visto applicato alla perfezione durante i lavori della Cop26: i peccati originali sono i combustibili fossili, la rivoluzione industriale, lo sviluppo economico dell’occidente e gli allevamenti intensivi, i cattivi sono i petrolieri, i negazionisti e Monsanto; le certezze senza fondamento da ripetere sono che il clima sulla Terra era migliore un tempo, che gli incendi e gli eventi estremi aumentano per colpa del riscaldamento globale, che le vittime sono i giovani, il Sud del mondo, le Maldive e l’agricoltura sostenibile, gli Eletti sono i climatologi, gli attivisti, i giornalisti, l’Onu, Greta e Malthus; bisogna credere che avanti così e ci sarà un’estinzione di massa causata dall’uomo, che la prosperità non serve per essere felici e che l’agricoltura bio basterà a sfamare il pianeta proteggendo la natura.

Il peccato originale del genere binario

Anche la categoria trans, letta con la lente della religione woke, ha il suo peccato originale (il genere ridotto a solo due alternative), i suoi cattivi (chi pensa che il sesso sia biologicamente determinato, le Terf, chi si oppone a che gli atleti trans competano con le donne biologiche), i suoi miti (le donne e gli uomini trans sono identici agli uomini e alle donne biologiche, la violenza contro i trans è in aumento), le sue superstizioni (i bloccanti della pubertà e un’operazione possono cambiare il sesso biologico, una persona può cambiare sesso identificandosi nell’altro), le sue parole d’ordine (“Cis-”, “parlare è violenza”, “tacere è violenza”, “le donne trans sono donne”).

Qui potete scaricare lo schema completo, il lavoro – a tratti ironico – di Schellenberger e Boghossian è utile a capire che applicare schemi rigidi a problemi reali e complessi come il razzismo o il clima, punendo chiunque se ne discosti, non fa il bene della battaglia che si vuole combattere. È il problema di tutte le ideologie, le quali applicano uno schema alla realtà e cancellano tutto quello che sta fuori dallo schema.

Tags: antirazzismoClimatranswoke
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