

Membri della Camera dei rappresentanti e candidati repubblicani alle elezioni di novembre non sono per niente contenti: l’amministrazione Biden, attraverso il dipartimento per la Sicurezza interna capeggiato dal ministro Alejandro Mayorkas, ha istituito un “Consiglio per il controllo della disinformazione” (Disinformation Governance Board) che dovrà prevenire la disseminazione di fake news attraverso i social soprattutto presso le minoranze etniche e soprattutto per quanto riguarda i temi dell’immigrazione irregolare e della Russia.
Ad agitare i rappresentanti dell’opposizione sono due cose. La prima è che nella conferenza stampa di presentazione Mayorkas ha esplicitamente affermato che l’ufficio è stato creato in vista delle elezioni di mid-term, che nei sondaggi vedono in vantaggio i repubblicani.
La seconda è che a capo di questo consiglio ci sarà Nina Jankowicz, esperta di disinformazione russa già consulente per la comunicazione strategica del governo dell’Ucraina, che in passato ha definito le notizie circa contenuti scottanti – poi rivelatisi autentici – presenti in un personal computer di Hunter Biden (il figlio di Joe Biden in affari con Cina e Ucraina) come un «prodotto della campagna di Trump» e «un’operazione di disinformazione russa».
Recentissimamente la 33enne ricercatrice del National Democratic Institute e del Woodrow Wilson International Center ha dichiarato che «rabbrividisce al pensiero» che Elon Musk, da lei definito «un assolutista della libertà di parola», prenda il controllo di Twitter.
Mayorkas non ha rivelato di quali poteri disponga il nuovo Consiglio, ma non ha avuto remore nello spiegare che si sarebbe adoperato per prevenire forme di disinformazione in vista delle elezioni di mid-term, in particolare presso le comunità ispaniche. Il Consiglio sarà parte del Cp3, il Centro per i programmi e le partnership di prevenzione istituito da Joe Biden presso il dipartimento per la Sicurezza interna.
I programmi del CP3 forniscono alle comunità risorse e strumenti per aiutare a prevenire la radicalizzazione politica violenta. L‘anno scorso ha speso circa 20 milioni di dollari in sovvenzioni attraverso il suo programma per la prevenzione della violenza mirata e del terrorismo. Non è stato comunicato di quali fondi di bilancio disporrà il Disinformation Governance Board.
Poiché Mayorkas non aveva spiegato nel suo incontro coi rappresentanti del Congresso che Nina Jankowicz sarebbe stata la direttrice del nuovo Board, lei stessa lo ha fatto sapere attraverso alcuni tweet. In uno scrive: «Onorata di prestare servizio per il dipartimento della Sicurezza interna dell’amministrazione Biden e di poter contribuire a plasmare i nostri sforzi di contro-disinformazione». Ha aggiunto che «un grande obiettivo del nostro lavoro, ed effettivamente uno dei motivi principali per cui è stato istituito il Consiglio, è mantenere l’impegno del dipartimento a proteggere la libertà di parola, la privacy, i diritti civili e le libertà civili».
Cat’s out of the bag: here’s what I’ve been up to the past two months, and why I’ve been a bit quiet on here.
Honored to be serving in the Biden Administration @DHSgov and helping shape our counter-disinformation efforts. https://t.co/uN20vl7qqV pic.twitter.com/JEn4FqLdck
— Nina Jankowicz ???? (@wiczipedia) April 27, 2022
Quest’ultimo tweet è apparso davvero poco sincero alla luce del fatto che il 25 aprile aveva invece twittato, con evidente per quanto indiretto riferimento all’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk: «Mi vengono i brividi a pensare cosa succederà se gli assolutisti della libertà di parola prenderanno il controllo di più piattaforme, come si metteranno le cose per le comunità marginalizzate, che stanno già portando il peso di una quantità sproporzionata di abusi tramite social».
Il senatore repubblicano del Missouri Josh Hawley ha commentato: «Apparentemente il nuovo zar anti libertà di parola dell’amministrazione Biden non è un fan dell’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk. Questa è la persona che Joe Biden ha appena incaricato di controllare i discorsi degli americani. Usando il potere del governo».
«Non avevano bisogno di un Disinformation Governance Board fino a quando Elon Musk non ha minacciato il loro controllo sulla narrazione dominante», ha scritto il deputato del Texas Troy Nehls. «I liberal hanno trascorso le ultime settimane a piantare i semi per il piano di riserva nel caso in cui l’accordo su Twitter fosse effettivamente avvenuto», ha scritto la deputata repubblicana Lauren Boebert del Colorado. «La notizia di oggi di un Disinformation Governance Board sostenuto da Biden è distopica. Non possono permettersi che la verità sia niente di diverso da ciò che dicono loro».
Altri hanno invece avanzato dubbi sulle capacità della Jankowicz di giudicare accuratamente la disinformazione, lei che nel 2020 aveva affermato essere probabilmente fake news di origine russa o trumpiana le rivelazioni su Hunter Biden. Alla vigilia delle elezioni presidenziali di quell’anno Twitter ha ripetutamente rimosso la storia del laptop di Hunter Biden e ne ha impedito la diffusione sulla piattaforma.
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