Bibbiano, il voto in Emilia-Romagna e i fax di Craxi
Buongiorno direttore. Volevo dirle due cose: la prima riguarda Bibbiano, stamattina ho letto l’articolo di Elisabetta Frezza su Ricognizioni dove riporta i capi di accusa e alcune testimonianze. Ho avuto la percezione traslata della condizione italica dal ’92 in poi. Una serie di vulnus politici giudiziari falsati e prefabbricati capaci di ridurci a quel paese da terzo mondo in cui siamo precipitati.
La seconda riguarda il fatto per me inconcepibile che poi in Emilia, ma non solo, troppa gente ancora (in primis i cattolici adulti) voti per questi carnefici. Convintissimo sia spesso dovuto all’indottrinamento ideologico da scuola “okkupata”.
Ps: non ho mai sopportato i socialisti ma forse Craxi aveva ragione…
Mauro Mazzoldi
Caro Mauro, come spero avrà notato, su Bibbiano abbiamo sin dal principio tenuto una linea molto chiara e cauta. Abbiamo cioè fatto notare che un certo modus operandi di servizi sociali e tribunali di quelle parti, non è nuovo. Il precedente storico è costituito dall’inchiesta sui presunti pedofili della Bassa Modenese. Una storiaccia di cui ci siamo occupati spesso, finita in tragedia: un castello di fantasie che ha rovinato le vite di moltissime persone innocenti e che ha molti punti in comune con la vicenda di Bibbiano. A proposito di quel che è emerso dall’inchiesta Angeli e demoni, ravvisiamo quell’ideologia anti-famiglia di cui ha parlato anche il vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca.
E, allora, perché la nostra cautela? Per due ragioni di buon senso. La prima: si tratta, appunto, di una inchiesta e noi – sempre – stiamo molto attenti a non farci trascinare emotivamente da quel che leggiamo sui giornali. Non minimizziamo (come fa la sinistra), ma nemmeno esprimiamo condanne prima del processo. È una regola aurea che a Tempi vige sempre.
La seconda: come ci segnalano molti amici impegnati nell’accoglienza di minori, “Bibbiano” è diventata la scusa per mettere i bastoni fra le ruote a tutti quelli che sono impegnati in questo ambito e che lo fanno in maniera corretta e benemerita. Questo è un problema. L’operato di tribunali e assistenza sociale non va santificato ma nemmeno demonizzato tout court, altrimenti si fa un errore nel tentativo di rimediarvi. E a farne le spese chi sono? I bambini.
Sull’Emilia, la penso come lei. Mi vien quasi da ridere a veder le sardine che urlano al “pericolo democratico” e contro il “linguaggio dell’odio”. Ma su questo ha già detto tutto e in modo perfetto Luca Ricolfi quando le ha definite «beneamine del potere». Sul mensile Tempi trova poi due belle interviste a Alfredo Cazzola e Sergio Belardinelli che notano un aspetto importante della vicenda: sardine o non sardine, vittoria della sinistra o della destra, già il solo fatto che l’Emilia – dopo settant’anni di egemonia progressista – sia diventata contendibile, è una notizia enorme.
Ps: Craxi aveva ragione su molte cose. L’altro giorno abbiamo pubblicato un suo fax a Tempi sulla prepotenza della giustizia politica. Ne abbiamo trovato un altro che metteremo online domani: una lettere aperta a Luciano Violante del novembre ’98 che sembra scritta oggi.
Foto Ansa
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