Berlusconi e le chiavi di un successo che nessuno riuscirà a cancellare
Negli anni Ottanta Silvio Berlusconi con il lancio delle sue televisioni private è diventato protagonista di una vera e propria rivoluzione di costume (che ha pesato molto anche in campo economico e ha stimolato/accompagnato il rilancio di quegli anni) in una società italiana che aveva nella Rai – sia in quella bernabeiana pre-anni Settanta, sia in quella successiva pluralistica o lottizzata che fosse – un ruolo fondamentale nella formazione di un immaginario pubblico che in qualche modo finiva per paralizzare in parte l’attività economica. Dopo gli anni Novanta l’imprenditore televisivo è diventato il protagonista principale della scena politica nazionale.
Le sue rivoluzioni, di costume o politiche che siano state, non hanno raggiunto tutti i loro obiettivi: la modernizzazione indotta dai media berlusconiani doveva essere completata da una modernizzazione politica che Bettino Craxi tentò, ma si scontrò con l’iniziativa di una magistratura per tanti versi unilateralmente politicizzata. Si impedì così la formazione di una realtà nei media delle dimensioni di quella di Rupert Murdoch.
La costruzione di uno schieramento politico moderato-conservatore e di un reale regime di alternanza alla guida dello Stato italiano fu intrapresa dal patron di Mediaset con impegno e intelligenza, segnò più o meno un quindicennio della nostra vita politica, ma sbatté contro l’azione congiunta di settori della magistratura, contro le manovre del Quirinale e contro l’asse dei sorrisini di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, portando al lungo commissariamento della democrazia italiana post 2011: un periodo troppo lungo ma che non ha potuto cancellare il segno berlusconiano nella scena politica nazionale, come è evidente con la vittoria del centrodestra alle elezioni del settembre 2022.
Quali sono le radici dell’incredibile successo berlusconiano? Credo che pesino molto le sue origini territoriali, di un’area dell’Italia dove anche chi “fa i dané” non si dimentica dei legami con il proprio popolo. Di chi, anche quando si abbandona talvolta a una vita sregolata, non abbandona la propria fede. E anche quando si ritrova incredibilmente ricco, non è mai superbo. Ambizione alla milanese, efficienza lombarda e capacità brianzola di capire la propria società: queste mi paiono le basi di un’impresa (due in realtà: quella economica e quella politica) obiettivamente straordinaria.
Pur non essendo riuscito a completare le sue due principali imprese, ripeto, dunque il segno berlusconiano sulla modernizzazione della società italiana e della sua politica resterà comunque fondamentale. La speranza di competitori nel campo dei media e avversari politici che questo segno si dissolva non mi sembra fondata. Ma su queste previsioni tornerò domani nella rubrica delle “preghiere del mattino”.
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