Basta respingimenti: Milano dia asili nido ai bambini

Di Davide Damiano
30 Aprile 2023
Migliaia di bambini senza posto. Nella città di Beppe Sala famiglie espulse come ospiti non graditi. Giovedì 4 maggio ore 16 sit-in davanti al Comune
Giardino esterno di un asilo nido a Milano
Foto Ansa

Laura ha 29 anni, vive da sola con una bambina di 1 anno e mezzo in un quartiere nella zona sud ovest della città di Milano. Lavora tutto il giorno per riuscire a far fronte alle spese necessarie per sfamare e educare sua figlia in una realtà lontana dai nonni e senza il padre presente. L’ho incontrata anche grazie al lavoro iniziato per lanciare l’associazione Vantaggio, un progetto di volontariato che ho fondato insieme ad alcuni amici e che, grazie al nostro “ufficio mobile”, vuole mettere in contatto i cittadini con opere sociali, cooperative, associazioni, aziende ed enti pubblici che possono aiutarle a rispondere ai loro bisogni.

Laura abita in un bilocale in una zona periferica servita solo dai mezzi di superficie e paga 650 euro al mese di affitto, senza contare bollette e spese condominiali. In questi mesi ha fatto richiesta che da settembre sua figlia possa entrare all’asilo nido comunale o privato accreditato.

La sua richiesta è stata evasa e il numero assegnato a sua figlia è accompagnato da “in attesa di assegnazione”. Dovrà aspettare luglio e se ci saranno rinunce di qualche famiglia potrà ottenere ciò che dovrebbe essere un diritto dei cittadini e un dovere di una città moderna: un posto per l’educazione di sua figlia.

Laura ha un Isee (che si riferisce ai redditi di due anni fa) che non rappresenta realmente la sua condizione. L’ex marito, secondo questa dichiarazione, rientrava ancora nello stato di famiglia, pertanto non può accedere ad alcuni benefici che sarebbero di sollievo per questo piccolo nucleo. Come Laura incontriamo tante persone che il Comune si dimentica tutti i giorni di accogliere e accompagnare.

Mi chiedo: dove andrà a finire una città che non si preoccupa dei figli? Il sindaco cosa vuole fare di Milano? Trasformarla nella New York italiana? O ancora nella Londra italiana? Sì: l’esperimento è talmente scientifico da essere stato studiato nei particolari. Non è un caso se l’agenzia operativa dal 2020 per promuovere la città si chiama “Milano & Partners”, così come “London & Partners” è l’organizzazione di Londra attiva già dal 2011.

Un rapido esperimento per capire dove sta andando Milano è il seguente: prendere la bicicletta, partire da una zona periferica della città e raggiungere il Duomo. Sembra di attraversare 3 città diverse, 3 mondi diversi che poco hanno a che fare l’uno con l’altro.

Il problema è che i tessuti comunitari faticano, l’associazionismo rischia di essere un’isola e si sta avvicinando sempre di più una ghettizzazione del tessuto sociale, fenomeni accelerati dall’incapacità delle istituzioni di capire che non basta imporre ma occorre ascoltare e accompagnare. E questo a Milano non è chiaro da un po’.

La questione dei nidi è uno specchio. Come fa un nucleo famigliare a sostenere i costi esagerati che vivere qui comporta se neanche i servizi offerti sono sufficienti a coprire la domanda di assistenza necessaria? Come si fa a lasciare senza posto ai nidi migliaia di famiglie? Ricorreranno alle baby sitter, oppure un membro della famiglia lascerà il lavoro, portando inevitabilmente a un incremento della povertà.

Questa istanza ha finalmente trovato ascolto: con Noi Moderati (Maurizio Lupi) abbiamo organizzato un sit-in davanti a Palazzo Marino per giovedì 4 maggio alle 16.00 a cui invitiamo cittadini, movimenti del privato sociale e associazioni, per far capire alla giunta comunale che ci aspettiamo una risposta nel merito della questione. E che non si può aspettare un altro anno. Non possiamo permetterci che le tante Laure di Milano siano abbandonate dalle istituzioni, come se i figli fossero per l’amministrazione un incidente di percorso verso il successo individuale.

Le persone che incontro ogni giorno insieme a colleghi e amici chiedono di essere aiutate e di mettersi insieme per promuovere un cambiamento. In loro vediamo crescere la sfiducia e questo ci preoccupa. L’iniziativa davanti a Palazzo Marino sarà solo un altro passo di una strada che vogliamo condividere con chi abita nella nostra città, indipendentemente dal credo politico. Non esistono motivazioni economiche di fronte alla difesa del diritto dei bambini di crescere insieme ai coetanei, in una città che espelle le famiglie come ospiti non graditi, mentre chi la guida fa di tutto per girarsi dall’altra parte.

Invito il sindaco Beppe Sala e la giunta comunale a fare l’esperimento della bicicletta e gli ricordo che Milano non è Londra, non è Parigi e nemmeno New York. Milano ha un suo tessuto sociale e una storia che devono essere rispettate, senza avere il complesso di inferiorità rispetto ad altre città ma trovando il coraggio di innovare ed entrare nel futuro. Il progresso non è solo costruire grattacieli, ma anche uscire al parco con mio figlio e non avere il timore di farlo giocare nell’erba, o l’opportunità che la figlia di Laura possa trovare un asilo nido e iniziare un percorso educativo degno di questo nome.

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Davide Damiano, autore di questo intervento, è presidente dell’associazione Vantaggio

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