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Alle radici dell’oscurantismo woke

Di Henri Hude
02 Maggio 2023
Se un manicomio fosse una democrazia e si dotasse di una religione ufficiale, sceglierebbe il culto del “risveglio”. I suoi adepti mirano a distruggere il principio di non contraddizione, così che, nel caos, solo un Leviatano possa garantire l’ordine
Ultima cena woke
"L'ultima cena" con un Gesù Cristo nero dell'artista britannica Lorna May Wadsworth, esposta alla Cattedrale di St Alban a St Albans, in Gran Bretagna, nel luglio 2020 (foto Ansa)

Dal punto di vista filosofico, il «woke» si iscrive in un quadro che non ha nulla di nuovo. L’umanesimo occidentale moderno oscilla da secoli fra un polo oggettivista e un polo soggettivista. O l’uomo è una macchina di cui ci si domanda perché abbia una coscienza, o l’uomo è un puro spirito del quale ci si domanda perché sia attaccato a una macchina. I pensatori si affannano a escludere uno dei pezzi o a riattaccarli insieme. L’uomo dissociato dubita della sua anima e della sua libertà, o non sa più cosa farsene del proprio corpo… L’obiettivismo prende la forma del comportamentismo. Tutto, nell’uomo-macchina, doveva essere spiegato attraverso i riflessi condizionati. La coscienza di essere uomo o donna sembrò non essere altro che un insieme di riflessi acquisiti, che si potevano sostituire con altri. L’uomo? Una macchina programmabile e riprogrammabile.

Il soggettivismo divenne postmoderno. Per i moderni (per esempio Kant), tutto era sogg...

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