Alessandro Nannini (Siena): «Mps si riprenderà, ma è stato un errore far entrare D’Alema»

Di Massimo Giardina
24 Gennaio 2013
Per il senese ed ex pilota Alessandro Nannini Mps si riprenderà in 4-5 anni, ma il problema è la fondazione che è troppo dipendente dalla politica del centrosinistra.

Mps crolla in borsa: perdite presunte, derivati nascosti ai revisori contabile con Giuseppe Mussari che si dimette dall’Abi e nel frattempo crescono gli spettri per una città che rischia di finire in ginocchio. Nel frattempo cento esercizi commerciali hanno chiuso e aziende importanti come la Bayer si sono trasferite.
La banca di Siena, attraverso la sua fondazione, è il perno di un sistema di istituzioni alimentato dagli utili dell’azienda di credito. Ospedale, università, sport, cultura: tutto finanziato dalle casse di una realtà che nel Partito democratico ha la sua regia.

LA VERITA’ SUL “GROVIGLIO ARMONIOSO”. «Negli anni scorsi i vertici del “pianeta Monte” (Banca e Fondazione), con il pieno consenso del potere politico dominante a Siena, il cosiddetto “groviglio armonioso”, hanno basato la loro propaganda su almeno tre capisaldi: i grandi utili prodotti dalla Banca, l’aver conquistato il terzo posto in Italia attraverso l’operazione Antonveneta, il non aver “giocato” con la finanza ed essere quindi esenti dai rischi dei titoli tossici ingoiati invece da tante altre banche in Europa e nel mondo», afferma in un comunicato l’opposizione delle liste civiche senesi che prosegue: «Dall’ormai variegato e inquieto centrosinistra senese ora cominciano a sorgere critiche e prese di distanza nei confronti del Mussari. È naturale, quando declina un potente al servo encomio segue immancabile il codardo oltraggio».

UN ERRORE FAR ENTRARE D’ALEMA. L’altra parte dell’opposizione è formata dal Pdl e dalle forze del centrodestra che nelle ultime elezioni amministrative sostenevano Alessandro Nannini. L’ex pilota di Formula 1, appena tornato da un viaggio all’estero per motivi di lavoro legati all’azienda di famiglia, sbarca a Siena nel pieno della tempesta e dice a tempi.it che «quanto sta accadendo è una responsabilità di tutti, perché tutti sapevano. La banca ha perso negli ultimi vent’anni 27 miliardi di euro; forse qualcosa si poteva fare col senno di poi: non si doveva far entrare Massimo D’Alema».
Il vero problema per Nannini è sulla fondazione e ricorda che vent’anni fa la banca era solidissima: «Negli anni a causa di  una serie di acquisizioni sbagliate si è creato un forte problema di liquidità e in questo momento i vari soggetti coinvolti si stanno dando la colpa uno con l’altro. Ma il torto è un po’ di tutti perché la fondazione doveva verificare se quegli acquisti erano validi o meno. Purtroppo tutto è sempre stato gestito da un sistema politico diretto da Roma con Massimo D’Alema e compagni in testa».

NOMINE POLITICHE. «Quando la banca ha iniziato a dare i primi segnali di instabilità – prosegue Nannini – abbiamo assistito al decadimento della maggioranza in comune con il solo scopo di scaricare le colpe. Si aggiunga il fatto che se si guardano i nominativi di coloro che sono in fondazione, non si trova un soggetto di estrazione bancaria, ma arriva tutto dalla politica». Sul futuro di Siena e del Monte Paschi, Nannini vuole pensare positivo: «Nei prossimi 4-5 anni Mps si riprenderà attraverso una ristrutturazione del tema più strettamente bancario, ma il rischio è la fondazione che sicuramente dovrà vendere buona parte della partecipazione della banca per ripianare le perdite».

@giardser

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4 commenti

  1. Enrico

    Inoltre mi par di capire che Banca Italia vigila su Monte Paschi come Regione Puglia vigila sull’Ilva.

  2. Enrico

    Intercettazione telefonica: “abbiamo una bancarotta”.
    Cambiano nome e domicilio ma le botteghe sono sempre oscure.

  3. Hughes

    I compagni sono sempre stati bravi a maneggiare i soldi, sin dai tempi in cui Cossutta e delle valigette piene di contante proveniente da Mosca. Tutto fatto con molta eleganza e senza dare nell’occhio. Al contrario dei brutti, sporchi e cattivi di destra.

    1. Charlie

      Ma i compagni – PCI, PDS, PD – non si sono sempre finanziati con le salamelle delle feste dell’Unità ?
      No ?

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