Terra di nessuno

Una folata di vento straniero

vento-foglia-shutterstock_712077259

Milano, 9 settembre – Mi sveglio alle tre di notte per un rumore forte. Apro gli occhi, il rumore si ripete. Sono le ante della finestra del bagno che sbattono. Mi alzo e vado a chiuderle: appena entro nella stanza un soffio di aria fredda mi fa rabbrividire. Mi affaccio sul piccolo cortile, in cui da un cielo irrequieto si è incanalata una folata di vento che scuote la magnolia timida dell’angolo, e fa fremere la grande vite americana sul muro. È come se uno spirito straniero, da lontano, fosse entrato nel cortile.

Richiudo sul tepore della casa ancora calda degli ultimi giorni d’estate, prendo una vestaglia e me la stringo addosso. Da quanto tempo, non avevo freddo.

Non ho più sonno. Vado in cucina, pigramente inseguita da due gatti speranzosi che sia già ora di colazione. In tutte le stanze le finestre sono spalancate; in sala gira ancora, oziosamente, dimenticato, il ventilatore a pale al soffitto.

Mi affaccio dal balcone sulla via, dove lampeggiano gialli i semafori, pulsando vigili sulla città che dorme. Ondeggia al vento il cono di luce dei lampioni. Ma questo vento è più forte, quasi ostile, e mi colpisce in faccia come una lama. Porta con sé un turbinio di foglie secche e polvere che corre sui marciapiedi deserti, come passi di un’estate che muore. È davvero altro questo vento, da quello di un temporale estivo: ha un’anima severa, nel fondo della notte annuncia le legioni dell’autunno che avanzano lassù, da nord, nel buio. Sento stringersi il cuore in un soffio di tristezza. Un altro anno, un’altra stagione.

In casa, nell’abituale disordine, sull’attaccapanni e sullo stenditoio in corridoio i nostri vestiti leggeri e colorati pendono immobili.

Ritorno a letto, avvolgendomi stretta nelle coperte leggere, e noto che ora dal cortile il silenzio è assoluto. Che cosa manca? Mancano i merli, che già nelle notti ancora fredde della fine di febbraio cominciano a cantare, appena prima dell’alba; e io mi sveglio e li ascolto e sorrido, cari merli un po’ folli, che già annusano, prima di tutti, la primavera.
Questa notte fa molto meno freddo che a febbraio, ma i merli tacciono. Di nuovo, una folata di vento straniero si insinua nel cortile e scuote furioso le imposte, che sbattono in una cadenza di colpi secchi, inquieti.

Dal fondo della notte l’autunno avanza. Scuote forte il vento la parete di vite americana e strappa le foglie, che volano attorno, smarrite, come in una danza di vecchie.

Foto da Shutterstock

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.