Si può ancora dire che “Una donna è una donna”? Si può ancora usare questa parola – donna – nell’epoca in cui il sesso non conta (o peggio, “discrimina”), gli uomini occupano le quote rosa e la mamma è ridotta a “genitore che partorisce”? Per la copertina del numero di Tempi di luglio 2022 non potevamo certo non scegliere un tema che richiamasse l’urgenza di “Chiamare le cose con il loro nome”, il titolo della nostra tre giorni di Caorle (15-17 luglio) che ormai è vicinissima.
Che cos’è una donna
Non a caso, a sviluppare il titolo della copertina del mensile di luglio è la giornalista Monica Ricci Sargentini, femminista con tutti i crismi, caporedattrice esteri del Corriere della Sera (dopo esserlo stata a lungo all’Unità), che in dialogo con Caterina Giojelli spiega come e perché la nostra società occidentale è arrivata a ritenere, talvolta perfino apertamente, la parola “donna” un’offesa “trans escludente”. Da sempre in prima linea nella battaglia contro la mercificazione del corpo della donna e capace di giudizi controcorrente su inquietanti fenomeni da Mondo Nuovo come l’utero in affitto, la prostituzione, il transfemminismo, l’identità di genere, proprio per questi motivi Ricci Sargentini riceverà a Caorle il primo premio Luigi Amicone per il giornalismo e la comunicazione.
Tutt’altra concezione della donna e della sua piena realizzazione emerge invece dall’esempio di Chiara Corbella, proclamata dalla Chiesa serva di Dio nel 2018. Nel decimo anniversario della sua morte (13 giugno 2012), la racconta a Tempi suo padre Roberto, con una testimonianza tanto semplice quanto potente.
Raccontare la Chiesa
Tornando all’evento “Chiamare le cose con il loro nome” e alla memoria di Luigi Amicone, nel nuovo numero di Tempi c’è inoltre un’intervista al vaticanista e caporedattore del Foglio Matteo Matzuzzi. Anche lui sarà premiato a Caorle e nel mensile di luglio spiega come ha imparato a raccontare la Chiesa senza lasciarsi usare dalle «due bande di preti» da cui metteva in guardia il grande Charles Péguy: «I preti laici e i preti ecclesiastici, i preti clericali anticlericali e i preti clericali clericali».
In memoria di Luigi Amicone
Prezioso e straordinariamente vero, poi, sempre nel numero di Tempi di luglio, il ricordo di Luigi Amicone firmato da sua moglie, Annalena Valenti, tratto dalla postfazione del libro Luigi Amicone, l’anarcoresurrezionalista (Itaca). Il volume, che raccoglie scritti scelti del fondatore del nostro giornale, sarà presentato sabato 16 luglio a Caorle da Giuliano Ferrara, Gian Micalessin e Davide Prosperi.
I cristiani in Nigeria, i movimenti cattolici
Ma non sono finiti i contenuti da segnalare del nuovo numero di Tempi. C’è anche la storia di Deborah Yakubu, cristiana nigeriana lapidata e bruciata dai compagni musulmani di università per un messaggio presunto “blasfemo”: a raccontarla integralmente è per la prima volta suo padre, testimone oculare dell’infame assassinio. Giancarlo Cesana invece chiarisce in che senso il Vaticano, con il famoso decreto sui movimenti e associazioni di fedeli, chiede di “democratizzare” le realtà carismatiche come Comunione e Liberazione.
Auto elettriche, Grandi Dimissioni, Russia
E ancora. Alan Patarga spiega numeri alla mano perché il frettoloso passaggio all’auto elettrica che l’Europa si è autoimposta finirà per essere un buon affare, soltanto per la Cina però. Mentre Emmanuele Massagli e Luca Pesenti rivelano che il fenomeno delle cosiddette “Grandi Dimissioni” somiglia tanto a una piccola montatura. E Rodolfo Casadei ragiona su un possibile esito della guerra in Ucraina non meno devastante di una vittoria totale di Putin: quello di una sua fragorosa disfatta, con conseguente disintegrazione della Russia.
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Tutto questo e molto altro nel nuovo numero di Tempi. In attesa che il mensile di luglio 2022 arrivi nelle loro case, gli abbonati a Tempi possono già sfogliare la rivista in formato digitale nell’area riservata del sito.
I lettori non ancora abbonati, invece, farebbero bene ad abbonarsi subito (a proposito: scopri perché abbonarsi conviene).