Ucraina e Russia celebrano la Pasqua ortodossa bombardando le chiese
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La guerra fratricida tra Russia e Ucraina ha raggiunto l’apice della sua insensata e crudele violenza durante la Pasqua ortodossa, che si è celebrata domenica 16 aprile. Se l’esercito di Mosca da oltre un anno conduce bombardamenti indiscriminati, senza preoccuparsi di non indirizzare i suoi missili sulle chiese, ortodosse o cattoliche, l’artiglieria di Kiev si era finora trattenuta dall’attaccare volontariamente i luoghi di culto. Lungi dal raggiungere un accordo sul cessate il fuoco per permettere ai fedeli di celebrare in pace la Pasqua, Russia e Ucraina domenica hanno scientemente colpito le chiese per terrorizzare e demoralizzare la popolazione “nemica”.
La chiesa rasa al suolo dai russi in Ucraina
Mentre Vladimir Putin cantava nella magnificente cattedrale di Cristo salvatore a Mosca che «Gesù è davvero risorto» per la gioia del Patriarca Kirill, il suo esercito radeva al suolo la chiesa ortodossa di San Michele Arcangelo a Kushuhum, nella regione di Zaporizhia, fortunatamente vuota proprio per timore di un attacco. Anche una seconda chiesa nella regione sarebbe stata colpita dall’artiglieria russa.
«L’amata e meravigliosa Pasqua dà ai fedeli speranza, ispira buone azioni e buoni propositi, è al servizio dell’affermazione di alti ideali e valori nella società», ha detto il presidente russo.
Gli ucraini colpiscono la cattedrale a Donetsk
A poche ore di distanza, nella notte di domenica, l’esercito ucraino ha lanciato circa 20 missili sul distretto Voroshilovsky di Donetsk, capitale dell’autoproclamata Repubblica del popolo di Donetsk fedele a Mosca. Alcuni dei missili sono caduti di fianco alla Cattedrale della Trasfigurazione, dove era in corso la veglia pasquale.
I bombardamenti hanno scatenato il panico e il terrore tra i fedeli, che hanno interrotto la funzione dandosi alla fuga. Secondo le autorità locali, una persona è morta e sei sono rimaste ferite.
«La guerra russa non cancellerà noi, i nostri valori, le nostre tradizioni, le nostre feste», ha dichiarato il presidente Volodymyr Zelensky in occasione della Pasqua ortodossa. «Oggi celebriamo la festa della resurrezione del Signore. Il suo simbolo principale è la vittoria del bene, della verità e della vita. Accogliamo la Pasqua con fede incrollabile nell’irreversibilità di queste vittorie».
«Nessuno ascolta papa Francesco»
Mentre Russia e Ucraina si bombardavano le chiese a vicenda, papa Francesco dichiarava in Piazza San Pietro: «In stridente contrasto con il messaggio pasquale le guerre continuano a seminare morte in forme raccapriccianti. Preghiamo per le loro vittime e perché il mondo non viva più lo sgomento della morte per mano umana ma lo stupore della vita». «Penso ai nostri fratelli e alle nostre sorelle che in Russia e Ucraina celebrano la Pasqua», ha aggiunto, «il Signore sia loro vicino e li sostenga sulla via della pace».
Parole che, ancora una volta, sembrano cadere nel vuoto. Come dichiarato pochi giorni fa ad Avvenire dalla guida della chiesa greco-cattolica ucraina, l’arcivescovo Sviatoslav Shevchuk, «il Papa soffre a causa della guerra, ma anche per l’impotenza. Non si riesce a fermare le armi e le sue parole non vengono ascoltate. Al momento non c’è un clima politico di fiducia nei confronti del Papa: né sul versante russo, né su quello ucraino. Il governo ucraino non capisce le proposte e i gesti di pace fatte dalla Santa Sede. La scelta vaticana di restare al di sopra delle parti non è capita».
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