
«Uccidere senza dirlo». Parte in Francia il dibattito «ipocrita» sull’eutanasia

«Nel dibattito che si apre oggi emerge una nuova tentazione: quella di uccidere, senza dirlo, abusando della “sedazione”. (…) L’uso di questa tecnica è snaturato se invece che dare sollievo al paziente, si provoca la sua morte. Sarebbe un atto di eutanasia». È questo il fulcro dell’appello pubblicato pubblicato da Le Monde e scritto a 10 mani da Philippe Barbarin (arcivescovo di Lione), François Clavairoly (presidente della federazione dei protestanti di Francia), monsignor Emmanuel (metropolita ortodosso di Francia), Haïm Korsia (Gran rabbino) e Mohammed Moussaoui (presidente dell’Unione delle moschee di Francia).
LA NUOVA LEGGE. Ieri l’Assemblea nazionale ha cominciato a parlare dell'”aiuto medicale a terminare la propria vita nella dignità”. Dopo un percorso cominciato nel 2012, in linea con i desiderata del presidente François Hollande, che ha sempre detto di voler legalizzare l’eutanasia, i deputati Alain Claeys (Ps) e Jean Leonetti (Ump) hanno presentato la nuova proposta di legge. Il testo, composto da 11 articoli, introduce il diritto a una «sedazione profonda e continua» per i malati che soffrono in modo insopportabile e che sono in fin di vita. La legge obbliga anche i medici a seguire quanto contenuto nelle direttive anticipate di trattamento lasciate dal paziente.
«BREVETTI DI UMANITÀ». Nel loro appello, i leader delle religioni hanno invitato a chiamare le cose con il loro nome: «Quando è questione di vita o di morte, la coscienza umana non trova pace se si continua a giocare con le parole. La democrazia stessa non può che uscire indebolita dalla manipolazione di concetti così sensibili. Ecco perché noi chiediamo che sia incoraggiato l’accompagnamento delle persone in fin di vita, garantendo allo stesso tempo che siano chiaramente protette dal divieto di uccidere. Il grado di umanità di una società si valuta da come vengono trattati i suoi elementi più fragili. In nome di cosa si vuole introdurre il diritto di legalizzare un gesto di morte? Perché la persona in questione avrebbe perso la sua dignità umana? (…) L’uomo si sente in grado di distribuire – per sé o per gli altri – brevetti di umanità?».
«EUTANASIA IPOCRITA». La sedazione terminale esiste già in Francia e sono i medici a decidere quando somministrarla (insieme all’interruzione di tutti i trattamenti che tengono in vita i malati) per non fare soffrire i pazienti negli ultimi istanti della loro vita. Lo scopo della pratica è alleviare il dolore, non uccidere chi soffre. Renderla un diritto, invece, equivale a legalizzare l’eutanasia attiva a tutti gli effetti. Questo segreto di pulcinella è già stato riconosciuto sia dai medici favorevoli alla “buona morte”, sia da un membro del Comitato etico consultivo nazionale, che ha parlato esplicitamente di «eutanasia ipocrita».
APPELLO DEI MEDICI. Anche 175 dottori hanno firmato un appello sul Le Figaro, denunciando il nuovo progetto di legge che rovinerà il rapporto di fiducia esistente tra medico e paziente, rendendo i primi «esecutori» di un «ordine» dei secondi. Inoltre, i dottori saranno costretti a infrangere il giuramento di Ippocrate, nella speranza almeno che venga riconosciuto il diritto all’obiezione di coscienza.
EMENDAMENTO SOCIALISTA. Ma sono in fondo gli stessi membri del partito socialista a denunciare «l’ipocrisia» di questa legge e dello stesso Hollande. Centoventi deputati su 295 hanno firmato un emendamento che chiede di legalizzare «eutanasia attiva e suicidio assistito». La proposta per passare avrà bisogno di 289 voti. Considerando che i Verdi sono d’accordo e un’altra quindicina di voti si potrebbero rastrellare tra gli altri partiti di sinistra, mancano ancora circa 130 voti. L’emendamento avrebbe dunque bisogno dell’appoggio (improbabile) di una larga fetta dei deputati dell’Ump, che sembrano invece disposti ad approvare la sedazione terminale così come è stata formulata, magari aggiungendo un richiamo all’importanza di migliorare le cure palliative (che però costano più della “morte degna”).
SE UCCIDERE È LEGALE. Lo scontro non è solo in aula, ma anche fuori. Ieri si sono dati appuntamento per manifestare fuori dall’Assemblea nazionale sia l’Associazione per il diritto di morire nella dignità, sia il movimento Alleviare ma non uccidere. Hollande ci ha tenuto a precisare che i paletti della legge saranno «severissimi» e che in pochissimi alla fine moriranno. Ma basta dare una rapida occhiata a Belgio e Olanda per capire che, una volta affermato il principio che uccidere è legale, non si torna più indietro.
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