
Turchia. Dopo le purghe di Erdogan, chiese attaccate dagli islamisti

Decapitazioni in strada, trattamento disumano dei prigionieri, incarcerazione di migliaia di magistrati e poliziotti, paventato ritorno della pena di morte. Le purghe contro oppositori veri o presunti tali da parte di Recep Tayyip Erdogan dopo il fallito colpo di Stato di una parte dell’esercito sono senza precedenti e preoccupanti: tra gli arrestati ci sono seimila militari, seimila giudici e pubblici ministeri, oltre 15 mila funzionari pubblici sospesi, soprattutto poliziotti, ma anche docenti privati e imam.
REAZIONE DEGLI ISLAMISTI. Non è ancora chiaro che cosa sia successo tre giorni fa e perché il golpe sia fallito, ma uno dei miti che si può ormai sfatare sulle prime narrazioni dei giornali è l’insurrezione popolare contro i militari. Non è stato il popolo turco a reagire, ma militanti islamisti fedeli alla Fratellanza Musulmana chiamati dalle moschee. Non stupisce, perciò, la notizia delle chiese assaltate durante la protesta.
DUE CHIESE ATTACCATE. Come riportato da Sat7Turk, a Trebisonda è stata attaccata la chiesa di Santa Maria, quella dove il 5 febbraio di 10 anni fa è stato ucciso brutalmente don Andrea Santoro. Il secondo attacco è avvenuto invece nella chiesa protestante di Malatya, la città dove nel 2007 furono sgozzati tre cristiani evangelici. Il 16 luglio, dunque, le finestre di quest’ultima chiesa sono state prese a sassate, mentre a Trebisonda un gruppo di persone ha cercato di forzare la chiesa ma sono scappate quando i vicini musulmani hanno lanciato l’allarme.
«POLITICA DELL’ODIO». Paolo Bizzeti, nuovo vicario apostolico di Anatolia, ha dichiarato: «Bisogna cercare di capire quali sono le cause del malessere all’origine del golpe fallito. Anche se la stragrande maggioranza delle persone è sicuramente pacifica e vive tranquillamente, non si può però negare che in questi ultimi tempi è stata praticata una politica dell’odio, dello scontro e questo evidentemente a un certo momento porta a una deflagrazione più grande».
Foto Ansa
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5 commenti
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Qua i troll tacciono.
Pensano: assalto alle chiese cristiane, gli islamisti in Turchia stanno lavorando per noi.
In un discorso del 1997 in cui il futuro premier turco Recep Tayyip Erdoğan’s dichiarava:
“La democrazia è soltanto il treno sul quale saliamo fino a quando saremo arrivati all’obiettivo. Le moschee sono le nostre caserme, i minareti le nostre baionette, le cupole i nostri elmi e i credenti i nostri soldati”.
Non si fanno affari e non si intrattengono relazioni diplomatiche intense con paesi in cui non vi è totale rispetto per i diritti umani e per i diritti dei lavoratori.
Capisco gli interessi economicine quant’altro di correlato, ma considerare ancora nel novero delle possibilità quella di far entrare in Europa la Turchia di Erdogan rivela la pochezza intellettuale, la bassezza morale delle elites europee, ormai allo sbando senza più alcun saldo riferimento culturale, senza alcuna idea o visione del futuro se non quello di tirare campare all’ombra degli USA.
Per una volta sono (quasi) d’accordo.
Quelle parole però bisognerebbe ricordarle a tanti:
a) ai grandi “statisti” (si fa per dire) occidentali (ed europei in particolare), da Prodi a Merkel (Renzi non merita neppure di stare nell’elenco), che per anni ci hanno scassato i cosiddetti con la menata della “Turchia in Europa”, violentando ad un tempo la storia e la geografia;
b) ai grandi “intellettuali” (si fa sempre per dire), che si accodarono al sultano di adesso (ma lo era già da allora), quando qualche anno fa pretese le scuse di Benedetto XVI, per aver detto le stessissime cose che oggi si mettono in bocca tanti analisti “illuminati”.
c) ai grandi “strateghi militari” (una volta di più, si fa per dire), che a questo invasato (e prima ancora a quelli che lo hanno preceduto) ha concesso di diventare membro della NATO, dandogli in affidamento pure qualche bombetta atomica.
Il “quasi” deriva dall’ultima tua frase: per quanto mi sforzi, non riesco a capire con chi dovremmo fare affari.
Infatti, la politica dell’odio……portata avanti dall’islamista erdogan e i suoi numerosi sostenitori.