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Non solo migranti. L’accordo tra Tunisia e Ue è buono, ma senza Fmi non regge

Di Rodolfo Casadei
18 Luglio 2023
Il memorandum firmato anche grazie al lavoro di Giorgia Meloni ha elementi strategici validi, ma sul protocollo pende la spada di Damocle del finora mancato accordo fra governo Saied e Fondo monetario internazionale per un prestito da 1,9 miliardi
Tunisia accordo Ue Meloni
Il primo ministro olandese Mark Rutte, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il presidente tunisino Kais Saied e la premier Giorga Meloni, in occasione della firma del Memorandum di intesa tra Ue e Tunisia. Tunisi, 16 luglio 2023 (foto Ansa)

Sul protocollo di partenariato strategico fra Unione Europea e Tunisia firmato domenica scorsa a Tunisi pende la spada di Damocle del finora mancato accordo fra Tunisia e Fondo monetario internazionale (Fmi) per l’erogazione di un prestito da 1,9 miliardi di euro al paese nordafricano. Tutto il lavoro messo in campo negli ultimi mesi dalle istituzioni europee, dalla premier italiana Giorgia Meloni che ha visitato Tunisi tre volte in due mesi e dai governi di Olanda, Francia e Germania per dare vita a un accordo che non si limitasse a una sovvenzione alle politiche di controllo dell’immigrazione irregolare rischia di finire alle ortiche se gli impegni che Ue e Tunisia si sono assunti il 16 luglio non saranno supportati da altri impegni che quest’ultima dovrebbe assumersi nei confronti dell’istituzione diretta da Kristalina Georgieva.
Gli elementi strategici dell'accordo firmato in Tunisia
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