
Tolosa, assedio al killer. Imminente il blitz delle forze dell’ordine
Non è bastata una notte intera alle teste di cuoio francesi per porre fine all’assedio di Mohamed Merah, il 23enne franco-algerino presunto colpevole della strage di lunedì mattina nella scuola ebraica di Tolosa e dei precedenti omicidi di tre militari a Montauban, chiuso nella sua abitazione del capoluogo della Garonna da almeno 40 ore.
«Voglio morire con le armi in pugno»: questo il lascito di Merah, secondo quanto riferito dal ministro degli Interni francese Gueant. Ma le autorità non sono sicure che l’uomo sia ancora vivo, dato che dall’abitazione non proviene alcun tipo di reazione. Nessun cenno, nessun movimento. «È molto strano il fatto che non abbia reagito», ha affermato Gueant in un’intervista all’emittente radiofonica Rtl: «Si sta contemplando ogni ipotesi, non abbiamo alcuna priorità».
Merah non dà quindi alcun tipo di segno di vita. Questo nonostante nella notte sia stata tolta l’elettricità in tutta la zona, e nonostante siano stati uditi chiaramente almeno 20 colpi d’esplosione. A spararli, sarebbero state le forze speciali impegnate nell’operazione, con l’intento di intimidire l’uomo e aprire una breccia nel muro della sua abitazione. Ma l’operazione è ancora in corso, e desta preoccupazione il comportamento di Merah: se fino a ieri mattina pareva voler collaborare e consegnarsi alla giustizia, a questa intenzione è seguita prima una chiusura netta, e in seguito il silenzio.
La tattica attendista della polizia si spiega anche con la volontà espressa dal presidente Sarkozy di catturare l’uomo vivo, per poterlo poi processare. Ma l’impressione è che la situazione di stallo si possa presto rompere, dato che in mattinata, oltre ad alcune autopompe dei pompieri, sono arrivate anche delle autoambulanze, da cui sono state subito estratte delle barelle.
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