Nel limbo dei Tfa, i docenti abilitati fuori da tutte le graduatorie

Di Chiara Rizzo
11 Settembre 2013
Sono undicimila i futuri professori che avevano superato i test d'accesso e i tirocini, e che oggi sembrano non avere un futuro, esclusi dal "concorsone" e dalle graduatorie per i precari

Dopo i precari (qualcuno messo in regola ormai alle soglie della pensione) e i vincitori del concorsone, nella platea degli insegnanti italiani si aggiunge una nuova categoria, che per il momento rischia di rimanere nel limbo dell’instabilità professionale. I docenti che hanno conseguito il Tfa nel 2012 o, come hanno preso a chiamarsi loro stessi, i “tieffini”.
Ben 11mila persone che su 150 mila partecipanti hanno superato tre impegnative prove d’accesso, e poi si sono abilitati frequentando corsi e laboratori, svolgendo 475 ore di tirocinio in classe a testa, e persino pagando di tasca propria. Oggi, quando avrebbero dovuto trovarsi inseriti nelle graduatorie di istituto, si trovano a loro dire in un limbo indefinito. È così che molti di loro si sono riuniti in comitati spontanei, uno dei quali è il Comitato Tfa ordinario Italia, presieduto da Gregorio Capuana, autore anche del blog “tieffini”.

Chi sono i “tieffini”?
Siamo le 11 mila persone che in Italia hanno conseguito il Tirocinio formativo attivo (Tfa), tra coloro che avevano diritto di entrare alla vecchia Ssis e coloro che avevano partecipato al bando del ministro Profumo. Dopo aver passato tre faticose prove, e concluso il primo ciclo di Tfa, però, ci siamo trovati davanti a una grossa disparità, pur avendo ottenuto tutti lo stesso titolo. Gli “ex Ssis” infatti sono stati introdotti nella graduatoria ad esaurimento (Gae), tutti gli altri no: un esclusione sostanziale, perché i nuovi docenti reclutati per metà arrivano proprio dal Gae. Non solo, allo stato attuale il ministero ha ulteriormente penalizzato i docenti Tfa, promuovendo un Percorso abilitante speciale (Pas), una sorta di “sanatoria” che fornirà l’abilitazione a tutti coloro che hanno almeno tre anni di servizio, ma senza alcuna prova d’accesso per verificare le conoscenze, e senza testare le capacità professionali in classe attraverso un tirocinio.

E voi “tieffini” cosa fate allora?
Abbiamo formato il Comitato Tfa ordinario Italia, che ad oggi ha raccolto molti consensi. Il 7 settembre abbiamo organizzato una manifestazione a Roma, cui hanno partecipato 700 persone. Ci ha ricevuto il capo del gabinetto del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, poi il ministro stesso ha ricevuto una nostra delegazione che le ha presentato le nostre proposte di soluzione. Oggi siamo in contatto con diversi deputati del Pd che ci stanno supportando per fare sentire le nostre proposte. Attendiamo l’incontro con il sottosegretario all’Istruzione, come prossimo passo.

Quali sono le vostre proposte al ministro?
Chiediamo nell’immediato un decreto “salva Tfa”, con elenchi provinciali di abilitati al Tfa gestiti dagli Uffici scolastici ai quali ricorrere prima dell’inserimento di personale non abilitato. In tempi più lunghi chiediamo per i Tfa l’inserimento nelle graduatorie d’istituto, con contratti di supplenza, e successivamente le assegnazioni definitive. Il paradosso attuale è che l’anno prossimo i non abilitati lavoreranno, e gli abilitati invece no. Non possiamo nemmeno quantificare esattamente quante persone rimarranno escluse.

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2 commenti

  1. maria bressan

    Non si capisce perchè il Miur dia altissimo valore a 3 prove di una definizione giuridica ‘concorso’ e nessuno a chi di prove ne ha sostenute da 11 a 17 con altre sottoprove. Nessuno che non abbia vissuto sulla pelle l’odissea senza fine del Tfà è in grado do giudicare la complessità e la severità del CORSO-CONCORSO cui siamo stati sottoposti. In itenere il Miur ha cambiato la dicitura: da Corso-Concorso iniziale è diventato semplice ‘tirocinio’, roba da operai per intenderci.
    Prima bordata. Il test iniziale, lo stesso della Siss, è stato talmente demenziale da obbligare il Miur ad annullare diverse prove (e chi invece le aveva fatte giuste?): chi non ha saputo rispondere è stato ammesso, chi ha risposto correttamente alle domande reputate ‘difficili’ è stato escluso.
    Seconda bordata. Il test, ripeto lo stesso della Siss per cui altri nostri colleghi sono finiti in GAE, non bastava. Avanti con le prove, scritto e orale per ogni classe di concorso, anche dello stessoa ambito (questi doppioni, a pagamento tra l’altro, non sono stati imposti a chi ha fatto il più nobile concorso). Peccato che lo scritto consistesse in molte università in altre tre prove. Chi ha fatto due classi di concorso ha sostenuto 9 (sì, NOVE) PROVE per avere il diritto di pagare 2600 euro per un corso senza alcun valore.
    Terza bordata. Nessuno ha sostenuto il Tfa sotto casa, da 50 a 700 km li hanno fatti in molti, insegnando nel frattempo a scuola. Qui c’è stata la chicca: i dirigenti scolastici si sono accaniti contro chi frequentava il Tfa non pubblicando le graduatorie di diritto allo studio o pretendendo che si recuperassero le ore perse con altre supplenze aggiuntive “pena sanzioni disciplinari”.
    Quarta bordata. Il corso comprendeva una serie di esami (cioè tesi scritte), da 6 a 8, più l’esame finale, una tesi regolamentare. Qualcuno dei nostri colleghi è mai stato sottoposto a un tour de force simile?
    Quinta bordata: Il Tfa non dà accesso a nulla. Stanno insegnando pomposamente in cattedra colleghi che sono stati tranquillamente a casa, senza spese, senza oneri, senza studi. Chi è abilitato non ha diritto ad un posto di lavoro. E le leggi europee?
    Colpiti e affondati, cornuti e mazziati, derisi perchè tentiamo con troppa diplomazia di far presenti le angherie cui siamo sottoposti. Nessuno dei nostri colleghi ha dovuto subire un simile trattamento, i sindacati alzano le spalle. Forse a Lampedusa saremmo stati accolti meglio.

  2. giancarlo

    … ci sono anche 405 vincitori di concorso per Dirigenti Scolastici in Lombardia che hanno superato un concorso e, contrariamente ai loro colleghi di tutte le altre regioni d’Italia, non hanno ancora occupato la propria posizione …

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