
Incredibile, c’è un «grande teologo cattolico esegeta di Papa Francesco» che apre all’eutanasia. Chi è? Hans Küng

Il Correttore di bozze farebbe qualunque cosa per gli amici. Per gli amici sarebbe pronto, il Correttore, a sostenere qualunque insostenibile tesi e a voltare qualunque involtabile gabbana. Il Correttore si butterebbe sotto un treno per gli amici. Figurarsi se potrebbe mai negare loro una marchettina. Smarchetterebbe eccome, il Correttore, se si trattasse di smarchettare per gli amici. Certo però che perfino un gazzettiere prostituto come lui avrebbe qualche pudore a scrivere quello che scrivono i colleghi di Repubblica del loro amico Hans Küng.
Quando si tratta di annunciare l’uscita di un nuovo libro di Hans Küng, quantunque il pamphlet non possa che contenere previdibilmente la solita, indigesta, noiosa, riscaldatissima minestrina cattolico-progressista, beh, per Repubblica non esiste fanfara sufficientemente chiassosa. Nessun senso del limite, nessun freno, nessun ritegno. Nessuna deontologia. Perciò se in Germania Hans Küng consegna alle tipografie un volumetto di 160 pagine intitolato Glücklich sterben?, ovvero “Morire felici?”, è quasi il minimo che Andrea Tarquini rilanci la notizia nel suo articolo parlando di una «megarecensione» della Süddeutsche Zeitung «con richiamo in prima pagina» e firmata da «Matthias Drobinski, forse il più autorevole vaticanista tedesco». Forse. Nel senso che forse è il più autorevole vaticanista tedesco ma magari anche dell’universo.
In quanto al Küng medesimo, invece, cercate di non ridere qui, secondo Tarquini parliamo di «uno dei massimi teologi cattolici del nostro tempo, il grande ribelle (ma esegeta di Papa Francesco)». Esatto: esegeta di Papa Francesco. Uno che è riuscito ad adombrare – leggere Repubblica per credere – che Papa Francesco non solo avrebbe già superato quell’inutile ammennicolo dottrinario che è il sacramento del matrimonio indissolubile, ma sarebbe già arrivato a giustificare finalmente l’aborto e il sacerdozio femminile, se solo non subisse come un povero vecchio citrullo «le pressioni della congregazione della dottrina della fede e del suo prefetto, l’arcivescovo Gerhard Ludwig Müller».
Comunque. Cosa sostiene il massimo teologo cattolico esegeta di papa Francesco? Sostiene, attenzione adesso, rullo di tamburi, «una presa di posizione destinata a smuovere le acque nel grande dibattito – tra cristiani e non solo – sul tema sofferto della liceità o meno di scegliere da soli quando passare dalla vita alla morte». Ma no. Giura. Non posso crederci. Non sarà mica per caso che Hans Küng, il grande teologo cattolico esegeta di papa Francesco, dopo avere svoltato più e più volte a favore di aborto, preti donne, sesso libero con goldone, distribuzione delle ostie a capocchia, democrazia diretta in Vaticano stile Casaleggio eccetera, ora ci spiazzerà tutti pronunziandosi imprevedibilmente per l’eutanasia? Insiste Repubblica senza pudore: «È la prima volta che un grande teologo cattolico si esprime in favore della “dolce morte”».
La prima volta. Infatti, aggiunge poche righe sotto Tarquini, «Hans Küng soffre di morbo di Parkinson. È ricoverato in Svizzera, ha già fatto capire di voler porre fine alla sua vita quando saranno percepibili i sintomi di degrado spirituale e fisico grave. Da tempo è membro di “Exit”, l’associazione elvetica, forse la più nota organizzazione al mondo che aiuta chi, perché malato inguaribile esposto al degrado e declino di ogni facoltà fisica e mentale e a sofferenze insopportabili, desidera essere aiutato a morire sereno. Già nel 1994 il teologo aveva enunciato il concetto del “morire con dignità”». Sono almeno vent’anni insomma che è la prima volta.
E l’argomentazione di Küng? Il Correttore di bozze è un cialtrone ma non fino al punto di criticare un libro che non ha neanche potuto sfogliare. Tuttavia ritiene di dover riportare qui un paio di citazioni utilizzate da Repubblica, poiché danno una buona idea di quello che ci aspetta in libreria:
• innanzitutto «dal diritto alla vita – scrive il grande Hans, teologo esegeta etc etc – non deriva in nessun caso il dovere della vita, o il dovere di continuare a vivere in ogni circostanza», idea dirompente che suscitarà nel cattolico moderno numerosi cogitabondi interrogativi (tipo: scusi, ma chi la trattiene?) e profonde riflessioni (tipo: se è per questo, neanche dal diritto di espressione deriva alcun dovere di scrivere per forza cazzate);
• poi «l’aiuto a morire va inteso come estremo aiuto a vivere» e infatti io «non voglio esaltare il suicidio», precisa il ribelle;
• ma soprattutto «non sempre, ricorda Hans Küng nel suo libro appena uscito, i cristiani hanno condannato la scelta di morire». Ricorda Tarquini: «Per primo fu Sant’Agostino a condannare il suicidio, ma durante la persecuzione dei cristiani per opera del pagano e decadente Impero romano, chi credeva in Cristo preferiva morire piuttosto che tradire altri fedeli parlando sotto tortura. Perché allora vedere nel suicidio la via verso l’Inferno, perché non accettare l’aiuto a chi vuole morire?».
E con l’ineccepibile equiparazione fra i martiri cristiani e Piergiorgio Welby, il Correttore di bozze è arrivato alla conclusione. Dove si scopre di nuovo che oggi «per la prima volta», daje, «chi è a favore dell’aiuto alla dolce morte per libera scelta ha un teologo cattolico dalla sua parte». Che è vero. Ma se Küng è una persona seria, ancora per poco.
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61 commenti
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Ma se vuole suicidarsi perché sente il bisogno dell’approvazione della Chiesa ?
La Chiesa deve produrre un documento che dica che gli dà ragione ? e perché dovrebbe farlo?
Qualcuno glie lo impedisce ? Oltretutto è un teologo che si vanta di sapere molto in tema di morale, quindi gli elementi che ha dovrebbero bastargli. Perché chiede l’appoggio morale di altri ?
Allora non è libero come dice di essere.
O forse la sua coscienza gli ha messo un dubbio, e cioè che tutto quello che ha pensato e scritto non era proprio oro colato. Un dubbio simile è venuto a S.Tommaso d’Aquino, perché non dovrebbe venire a uno come lui ?
Quos Deus vult perdere dementat prius.
Un giovane e bravo teologo ungherese, Paal Horvaat, mi disse anni or sono che Hans Kueng è un perfetto telogo protestante.
La Congregazione per la Dottrina gay-friendly si è arrogata il diritto di definire “omofobo” Adolfo Hitler. In che mani siamo finiti!
E pensi in che mani erano gli omosessuali quando c’era lui! Gli omosessuali non ammazzano e non danneggiano nessuno. Desiderano semplicemente vivere le loro vite e le loro relazioni come tutti gli altri.
@Valentina
Come tutti gli altri? La maggioranza probabilmente sì, ma esiste una minoranza di fondamentalisti arcobaleno che vorrebbe mandare in galera chi ritiene che i bambini abbiano il diritto di avere un padre e una madre. O chi si oppone a lavaggi del cervello per infanti in stile revisionistico tipo la proiezione della “Bella addormentata lesbica”. Neanche il principe azzurro lasciano in pace! Tra poco si sfogheranno con Babbo Natale, che vedremo abbarbicato alle sue renne in un lungo amplesso al lume dll’aurora boreale. Mentre Biancaneve-trans giocherà a pallate di neve con Scalfarotto. Che almeno gli faccia un occhio nero!
Poraccio, posso solo compatirlo ,senza sarcasmo !
Caro Correttore grazie per i tuoi articoli. Quando li vedo sbucare nella homepage la giornata assume subito un altro gusto
già, il gusto della cattiveria.
Paolab o chiunque tu sia ( perché cambiare nick ? ti vergogni ? questa cosa non la capisco proprio ! ), dove sarebbe la cattiveria ? Va a finire che ironizzare sulla ridicola presentazione del libro di Kung su Repubblica, che fa passare per cattolico un teologo che di cattolico non ha nulla ( perlomeno nelle sue posizioni ufficiali, poi davanti a Dio c’è lui da solo ! ) e anche sul fatto di presentare come “novità” la solita brodaglia di Kung…adesso sarebbe una cattiveria !
Certo che l’ironia non ve l’hanno data in dote !
( a mio parere è molto più cattivo propugnare la morte per i malati, i deboli, gli anziani, spingerli di fatto al suicidio…infinitamente più cattivo che scherzare sopra un tizio che non fa che parlare d’eutanasia… evidentemente per gli altri…mentre lui è ancora qui , come tutti i grandi teorici dell’eutanasia…altrui…che di solito muoiono quando è ora, non un secondo prima , e intanto ci vanno di mezzo i più soli e abbandonati del mondo )
La cattiveria, casomai, sta nella malafede di chi presenta ancora quel signore come “teologo cattolico”, non certo nell’ironia bonaria di chi, a differenza del lettore medio di Repubblica che di religione cattolica non sa nulla eccetto qualche pregiudizio, conosce bene la storia del sunnominato personaggio.
La chiesa ha tolto a Kung l’autorizzazione ad insegnare a nome suo, non lo ha “scatolicizzato”.
Seppur la chiesa stessa abbia cambiato opinioni nel tempo su vari argomenti, certamente è sua facoltà identificare chi parla a nome suo e chi no.
Kung era e rimane un teologo cattolico, certamente eterodosso su vari argomenti rispetto alla dottrina attualmente adottata dalla chiesa, ma non eretico.
Per insegnare teologia a nome della chiesa ci vuole la patente, per essere cattolici no. E figuriamoci se qualcuno ha incaricato correttore di bozze o beppino o gabriele ed amici vari a distribuire timbri e stabilire chi e cosa è cattolico.
Quindi chiunque potrebbe autoassegnarsi il ruolo che più gli aggrada. Interessante.
Annuncio a tutti che io sono un teologo protestante e sostengo la validità di tutti i sacramenti, l’infallibilità ex-cathedra del Papa e la verginità della Madonna.
Altrimenti potrei anche essere un teologo (o come si chiamano) islamico e sostenere la totale equiparazione civile della donna rispetto all’uomo.
Dici che, come servizio alla verità dei fatti, va bene?
E’ molto più semplice.
Kung si è laureato in teologia, il suo titolo è stato dato è riconosciuto dalla chiesa che gli ha perfino dato la patente per essere a sua volta insegnante. Poi gli ha tolto la patente per alcune sue posizioni eterodosse, e ripeto che non mi risulta scomunicato o condannato per eresia.
Quindi la patente non se la è data da solo, ne le sue posizioni – pur essendo non condivise dalla maggioranza dei vertici ecclesiali e dottrinali attuali – non sono state giudicate contrarie alla fede.
E’ ancora più semplicissimo…… basta andare alle fonti, qui il link http://www.vatican.va//roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19791215_christi-ecclesia_it.html
Leggitelo attentamente, e soffermati su alcune frasi significative tipo :
“… il Professore Hans Küng è venuto meno, nei suoi scritti, all’integrità della verità della fede cattolica, e pertanto non può più essere considerato teologo cattolico né può, come tale, esercitare il compito di insegnare…”, capito ? “non può essere considerato teologo cattolico”……..
Discorso chiuso.
Chiuso una cippa.
E’ un documento della congregazione, e come tale è del tutto ovvio che pensi di potersi arrogare il diritto di definire cosa è cattolico e cosa no.
Ma proprio leggendo attentamente (hai estrapolato bene la parte più significativa) si dice che che “Hans Küng è venuto meno, nei suoi scritti, all’integrità della verità della fede cattolica”. Non che sia apostata o eretico. Laddove la congregazione dice che non può essere considerato teologo cattolico e pertanto non può insegnare per nome della chiesa si riferisce in modo del tutto ovvio alla patente, non all’insieme della dottrina cristiana e cattolica: il titolo stesso del documento fa riferimento ad “alcuni punti della dottrina teologica del professore Hans Küng”, cioè alcuni ed è comunque dottore… dottore in cosa? in teologia cattolica!
In tutto il documento si sottolinea continuamente la subalternità della teologia, ma anche indirettamente della dottrina, al magistero. Ed infatti si insiste tanto sul disturbo e sulla confusione che il pensiero di Kung arreca (arrecherebbe?) alla comunità.
Un altro punto importante, e a mio parere decisivo per la questione, è quello nel quale il documento della congregazione fa riferimento alla “sacra teologia”, con questo rendendo evidente la distinzione fra ricerca e funzione sacramentale. Il che viene confermato e reso ancora più esplicito laddove si dice “E’ necessario quindi che nell’approfondimento e nell’insegnamento della dottrina cattolica risplenda sempre la fedeltà al Magistero della Chiesa, poiché nessuno può fare della teologia se non in stretta unione con quella missione di insegnare la verità, di cui solo la Chiesa è responsabile”. Capito? Nessuno può fare teologia se non ecc. Cioè studiare, indagare, provare a capire, spiegare non hanno dignità e funzione proprie ma sono subordinate alla definizione ed al confinamento della verità che (in un preciso momento storico! che pure li le cose evolvono) la chiesa definisce ed insegna. Siamo esattamente nella stessa situazione di quando qualche teologo cattolico dubitava che davvero le donne non avessero l’anima.
Kung è eterodosso su vari argomenti rispetto alla dottrina ufficiale della maggioranza del magistero attuale della chiesa.
A Kung è stata revocata la patente per insegnare la dottrina cattolica in nome e per conto della chiesa.
Kung è un teologo cattolico.
Lucillo,
ammetto che hai un talento particolare nel negare le evidenze.
No. Mi limito a leggere attentamente ciò che viene scritto, senza fanatismi.
Il richiamo alle “evidenze” è davvero l’ultima spiaggia quando si sono esaurite le argomentazioni.
Esempi di destrutturazione del linguaggio:
a) Kung è un teologo cattolico perché ha studiato teologia (dato oggettivo) e si sente cattolico (dato soggettivo);
b) uno psicologo infantile è tale perché ha studiato psicologia (dato oggettivo) ed è rimasto un eterno bambinone (dato soggettivo);
c) un avvocato civilista è tale anche se ll’ordine gli ha revocato l’abilitazione perchè ha studiato giurisprudenza (dato oggettivo) ed è un forte sostenitore dei diritti civili (dato soggettivo):
… e così via (comici famosi hanno costruito una carriera su questi calambour 🙂 )
Mi sembri un po’ confuso, e visto quello che ti ha fatto leggere Piero, ti capisco.
Ma arrivare, con i tuoi deboli sofismi, a tentare di confutare il papa e vescovi nel definire cosa è cattolico e cosa no mi sembra “leggermente” oltre misura.
Caro lucillo, se una congregazioe romana, emanazione di colui che dacCristo ha ricevuto il potere di legare e sciogliere, dice che qualcuno non è più cattolico, così è.
Un documento ufficiale della Chiesa dichiara, nero su bianco, che Kung non è più un teologo cattolico, un tal Lucillo sostiene invece che lo è.
Mumble, mumble ma chi mai avrà ragione……….
Lucillo. Senza dubbio ha ragione Lucillo.
Che la chiesa vorrebbe che Kung non fosse considerato teologo cattolico è del tutto evidente, che le sue affermazioni generino questo effetto è tutt’altra cosa.
E’ giusto, la Chiesa cattolica non può assolutamente entrare nel merito di chi è o non è un teologo cattolico, mi hai convinto, hai sicuramente ragione tu….
Non fa una piega 🙂
Piero, non ho capito bene, ma lo sa il tuo interlocutore (che non interpello per ovvi motivi) che la Congregazione per la Dottrina della Fede è lì apposta per stabilire cosa è Cattolico e cosa non lo è?
Per Giannino, SuConnottu, Piero, Q,B.
La chiesa stessa ha dato il dottorato in teologia a Kung e gli ha chiesto di insegnarla.
Poi la congregazione ha ritenuto eterodosse le sue dottrine dichiarandole non cattoliche, e gli ha tolto la patente per insegnare a nome della chiesa.
La congregazione si occupa di dottrina, non ha potestà di scatolicizzare nessuno! Teologo era e teologo rimane. Cattolico era e cattolico rimane.
Solo due cose potrebbero, almeno formalmente che la sostanza è tutt’altro discorso, far dire che Kung non è un teologo cattolico: la sua stessa affermazione e la condanna per eresia. Nessuna delle due al momento risulta.
Mi-ti-co, lucilllo è mi.ti.co; non riesce ancora a cogliere la gigantesca differenza che si realizza imputando l’aggettivo “cattolico” ora al teologo ora alla persona. Mi-ti-co!
Nel secondo caso kung potrebbe definirsi anche teologo tedesco, teologo anziano, teologo simpatico, teologo burlone, ecc. ecc.; tutte asserzioni vere.
Se invece imputiamo l’aggettivo al teologo potremmo avere teologo ortodosso, teologo dissenziente, teologo delle religioni, ecc.
Riepilogando: dicendo che kung non è un teologo cattolico si intende che il suo insegnamento della teologia non è in linea con la dottrina cattolica (e questo lo decide il Vaticano che ne detiene il copyright), la sua teologia non è cattolica.
Ciò che la persona Kung è (cattolico, vegetariano, animalista ecc.) quì non rileva.
Domani spiegheremo il funzionamento del semaforo.
Lucillo è mi-ti-co!!!
Non saprei, evidentemente è così addentro nelle cose di Chiesa che avrà sicuramente qualche dritta direttamente da papa Francesco o da qualche eminenza grigia, a questo punto bisogna stare attenti, con gli agganci che ha rischiamo la scomunica…….
@Lucillo
L’articolo di Repubblica inizia con il seguente virgolettato: “Io, teologo cattolico…”
Quindi Kung Fu Teologo non ha ancora capito di non essere più un teologo cattolico. Quanto al suo essere o meno semplice cattolico, la chiesa spera sempre nel ritorno all’ovile fino all’ultimo respiro del l’interessato. Certo, se poi quest’ultimo vuole accelerare la sua dipartita la faccenda si complica. Comunque se è vero che non si deve giudicare qualcuno, e’ doveroso farlo rispetto alle tesi che sostiene: e’ il principio di non contraddizione.
Sbagliato, ci vuole jna patente che si chiama fedeltà. E questa kung non la ha proprio.
Sbagliato.
Non ci vuole la patente per essere cattolici, e certo non la distribuisci tu.
La fedeltà dottrinale ci vuole, e comunque non assoluta, per insegnare a nome della chiesa.
E’ molto più semplicissimo, basta andare alle fonti, qui sotto :
http://www.vatican.va//roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19791215_christi-ecclesia_it.html
E basta soffermarsi su alcune frasi significative tipo :
“…. il Professore Hans Küng è venuto meno, nei suoi scritti, all’integrità della verità della fede cattolica, e pertanto non può più essere considerato teologo cattolico né può, come tale, esercitare il compito di insegnare….”
Capito ??
“…non può più essere considerato teologo cattolico…”
Discorso chiuso.
Secondo te cosa vuol dire essere cattolici?
Non assoluta ??!!!
E sicuramente nessuno ha dato questo diritto ad Andrea Tarquini e a Repubblica…
Anche lei caro Lucillo come tutti, sembra che abbia perso l’obiettivo dell’articolo che non é direttamente il pensiero di Kung (con cui é legittimo non essere d’accordo) ma il fatto che Repubblica cerca di farlo subdolamente passare come una novità (che non é perché come ha dimostrato é dieci anni che dice le stesse cose), una svolta nel pensiero cattolico (attribuendogli quindi legittimità di parlare a nome della Chiesa essendo “esegeta” di Papa Francesco).
Questo (quello di Repubblica) é un imbroglio (maldestro) e il correttore lo segnala
Sono parzialmente d’accordo.
Certo repubblica fa la furbetta, il che non è una novità, anche se ha il merito di portare a conoscenza pubblica e vasta la posizioni di Kung, cosa assai difficile utilizzando i mezzi di informazione cattolici a parte forse famiglia cristiana.
Ma il correttore di bozze è altrettanto furbetto, squalificando – tra l’altro con buona dose di volgarità, e non mi riferisco certo alle parolacce – il contenuto delle opinioni di Kung utilizzando come argomento fondamentale il fatto che siano state diffuse da repubblica.
I pezzi del correttore sono anche (intelligente) satira: castigat ridendo mores.
Il tono di questo articolo non mi è piaciuto. Hans Küng è un teologo colto e intelligente e ha espresso la sua opinione, come è diritto di tutti. Non mi pare che abbia detto stupidaggini. Le sue idee possono essere condivise o no, su questo non discuto. Ma non è giusto demolire qualcuno solo perché non si è d’accordo con lui.
Certo, esprimere la propria opinione è un diritto di tutti, quello che non può fare è millantarsi “teologo cattolico”, è dal 1979 che gli è stata revocata l’autorizzazione all’insegnamento della teologia cattolica.
Quindi le sue posizioni sono sullo stesso piano delle mie, se volessi cimentarmi a fare il teologo, cioè non valgono una cippa…..
Stia bene, Signor Piero.
Contraccambio con affetto.
Ma come si vede bene, vanno a nozze con persone scorrette che vogliono solo crear zizzania.
La zizzania è la figlia del diavolo. Gli eretici la portano in seno alla Chiesa.
non è questione di esprimere delle idee ma di fare paragoni forzati tra martirio ed eutanasia che la Chiesa condanna… che testimonianza di fede è l’eutanasia, per un credente?
Valentina, mi segno la sua ultima frase per ricordargliela la prossima volta che la colgo in flagranza di demolizione…Chissà perché penso che non ci vorrà tanto?
“La prossima volta che la colgo in flagranza”? Dico, ma sta impazzendo, per caso? Non si permetta di rivolgermi simili parole, io non sono una pregiudicata che lei deve sorvegliare affinché non commetta reati. Lei non è deputato a “cogliere in flagranza” nessuno. Qui siamo tutti uguali e abbiamo tutti gli stessi diritti, primo fra tutti la libertà di opinione. Guardi che non sono disposta ad accettare tutto ciò che a lei o a chiunque altro salti in testa di dirmi. Non si permetta, un’altra volta, ha capito bene? Certe espressioni se le tenga per sé e, casomai, pensi a “cogliere in flagranza” quelli di casa sua, non me.
Comunque, può anche incorniciarsela, la mia ultima frase, e allora? Cosa credeva di fare dopo avermi scritto che se la segna? Io posso anche non condividere ciò che un altro dice, ma non ho mai demolito una persona soltanto perché non la pensava come me.
Valentina, ma perché ti dà così fastidio il tono ironico dell’articolo ?
Se per te Kung è un grande teologo e dice cose sensate ( direi più che ovvio , visto il tuo disgusto per la religioni ! ), comprati il libro e studiatelo a memoria, ma lascia ad altri la libertà di ironizzare sul modo di presentarlo di Repubblica !
Mi cadete sempre sulla libertà ! 🙂
Poi, che esagerazione la risposta a Piero ? Non hai digerito ?
Possibile che non capisci che lui ha sottolineato il grande contrasto tra il tuo modo molto demolitore ( non lo negherai, spero ! ) di intervenire e il totale non cogliere l’intento ironico , niente affatto demolitore, tantomeno sulla persona, ma con un contenuto che non approvi, del correttore di bozze ?
Lo sottolineo per tutti : è un articolo ironico, molto caritatevole nell’ironia, poiché non c’è carità senza verità.
E sono d’accordo con Marco : il correttore di bozze, un sorriso non inutile me lo strappa sempre.
Signora Giovanna, rispondo soltanto a un punto del suo intervento e tralascerò completamente tutto il resto. Premesso che ho digerito benissimo, la mia risposta al Signor Piero deriva da un recente contrasto che ho avuto con lui, pochissimi giorni fa, sul post “Papa Francesco all’Angelus: «Un cristiano annacquato è come il vino allungato. Non si sa cosa sia». Io e il Signor Piero avevamo due diverse opinioni sul tema, non c’è stato verso di capirci e così questa volta ho preferito chiudere sul nascere un altro eventuale contrasto. Non ne avevo proprio voglia e non mi pareva il caso. Alla fine, ognuno si tenga la sua opinione e così siamo tutti in pace. Piuttosto, Signora Giovanna, un’altra volta si accerti di essere ben informata prima di intervenire ed esprimere considerazioni che possono risultare fuori luogo. Buona digestione.
Scusi, signora Valentina, o chiunque lei sia, non ho imparato a memoria tutti i suoi precedenti interventi, mi sono basata solo su quello che ho letto qui, in cui tra l’altro lei non ha dato alcun riferimento a diatribe passate, per cui non mi sento in colpa per aver sottolineato la sua aggressività fuori luogo e totale mancanza di ironia che ha mostrato.
Poi , la prossima volta che oserò commentare i suoi simpatici rigurgiti, prometto che studierò tutta la sua notevole e fondamentale produzione intellettuale almeno degli ultimi tre mesi , contenta ?
Che gente che gira !
D’altronde questo modo di porsi è specchio del modo di porsi di tanti nel mondo reale e di qui l’aumento delle liti, delle risse, della violenza, dell’intolleranza e in fondo, ma non tanto in fondo, della frustrazione e dell’infelicità.
Ehm, Giovanna, la rispostaccia di Valentina non era a me, era a Orazio Pecci….
c’è stata un pò di confusione…..
Ehm, per amor di verità c’è un pò di confusione, la risposta a cui si riferisce Giovanna è quella che hai dato a Orazio Pecci…. con me sei stata gentilissima, mi hai augurato ogni bene e io ho contraccambiato…………..
Accipicchia, scusatemi ! Questo è il segnale che non riesco a fare cento cose insieme e a volte, non avendo il tempo minimo, non dovrei assecondare la mia vis polemica !
Comunque, si poteva capire, evidentemente !
Mi scuso anche con Valentina : non avevi digerito quando hai risposto ad Orazio Pecci, con Piero ti sei limitata a mostrarti in tutta la tua simpatia !
Valentina, la critica dell’articolo non é direttamente a Kung (che le cui tesi comunque si possono discutere come quelle di chiunque altro) ma al maldestro tentativo di Repubblica (e in particolare di Andrea Tarquini) di farlo passare come rappresentante del pensiero della Chiesa cattolica e addirittura esegeta del pensiero di Papa Francesco…
bella lezione di buonismo….
speriamo che dopo essersi espresso PER LA PRIMA VOLTA a favore della dolce morte, si anche il primo a provarla, PER LA PRIMA VOLTA….poi da grande teologo ci farà sapere…….
Kung, se Repubblica non ne forza il senso, si colloca lontano dalla dottrina cattolica. Ma anche il cinismo della replica dellarticolista, su temi molto delicati, mi pare lontano dalla carità cristiana. Sarebbe molto più utile aiutare i lettori a comprendere la differenza tra eutanasia attiva e la buona morte cristiana (che può comportare la rinuncia in fin di vita al ricorso a mezzi eccezionali di cura senza rinunciare a quelli non eccezionali di pura sopravvivenza come l’alimentazione e la respirazione).
E poi hanno pure la memoria corta: Kung ha perso la qualifica di teologo cattolico dal 1979, quindi è ormai ufficiale che le sue tesi non c’entrano più nulla con la dottrina cattolica.
Condivido in pieno il commento di Giorgio Cavalli.
Probabilmente é tutto spiegabile per il fatto che il signor Küng non é credente ne ha cercato, o cerca, la fede. Sicuramente é un cercatore di (effimera) notorità nei pochi anni che gli restano da vivere.
Kung Fu Hans è così cattolico che augurò la morte prematura a Giovanni Paolo II.
Pertanto non mi sorprende affatto che adesso si dichiari favorevole al suicidio.
Ciò che mi infastidisce è che il menagramo non sia ancora passato, silenziosamente e su se stesso,
alle vie di fatto.