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Dopo la chiusura, duemila lavoratori attendono di capire cosa accadrà. Un'azienda molisana vuole riassorbire i 1.312 ex dipendenti, ma c'è il problema dei 650 lavoratori esodati e dei 200 lavoratori dell'indotto che non hanno ancora ricevuto la cassaintegrazione. Intanto una delle aziende si reinventa per sopravvivere.

Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni "intervista" il segretario del Pdl Angelino Alfano sulla riforma del lavoro. «Temiamo che la Fiom, la parte estrema della Cgil, condizioni la stessa Cgil che a sua volta condizioni il Pd, il quale condizioni il Governo. C’è il rischio, alla fine, che il Paese venga condizionato da una parte estrema della sinistra».

Non tutte le corti d'appello sono uguali. Certamente sono diverse quelle di Potenza e di Salerno. Quest'ultima ha dato ragione alla Fiat in merito alla vicenda di Di Gianni Michele Rosario, lavoratore all'epoca iscritto alla Fiom, licenziato nel 2003 per recidiva in considerazione di un comportamento reiteratamente inadempiente e negligente.

La Corte d'Appello ribalta la sentenza di primo grado e si pronuncia a favore della Fiom. La Fiat ora dovrà riassumere i dipendenti licenziati per aver bloccato parte della linea produttiva durante una manifestazione sindacale nel 2010. Ma per Antonio Rossitto, firma di Panorama, c'è più di un punto oscuro nella vicenda.

Sono giorni difficili per il segretario della Fiom. I dirigenti del sindacato minacciano le dimissioni e la base sta migrando soprattutto verso la Cisl. «Con il caso Fiat Landini ha creato il sindacato del "no"» - spiega Fiorenzo Colombo, direttore di Bibliolavoro - «da allora i dirigenti e delegati si sentono in un limbo insostenibile»

A Sesto Calende, nel varesotto, la Lascor, azienda produttrice di casse per orologi, si è vista rifiutare dai suoi dipendenti la proposta di un aumento di salario e l'assunzione di duecento precari. Il motivo? I lavoratori non hanno intenzione di lavorare il giorno festivo. «Non chiamateli lazzaroni», spiega il funzionario Fiom De Musso. Ma ora il rischio è che qualcuno rimanga a casa

Domani sindacati e lavoratori si incontrano insieme al ministro Passera. Il segretario Fim-Cisl Giuseppe Terracciano dichiara a Tempi.it: «È indispensabile e urgente un ripensamento e una riorganizzazione di tutto il comparto delle costruzioni navali, per evitarne il definitivo tracollo. La lotta dura e pura è senza prospettive»
