Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Interni

Rifiutereste 400 euro di aumento per andare la domenica a pranzo dalla suocera?

A Sesto Calende, nel varesotto, la Lascor, azienda produttrice di casse per orologi, si è vista rifiutare dai suoi dipendenti la proposta di un aumento di salario e l'assunzione di duecento precari. Il motivo? I lavoratori non hanno intenzione di lavorare il giorno festivo. «Non chiamateli lazzaroni», spiega il funzionario Fiom De Musso. Ma ora il rischio è che qualcuno rimanga a casa

Paola D'Antuono
16/01/2012 - 13:01
Interni
CondividiTwittaChattaInvia

I telefoni della Lascor sono muti, impossibile mettersi in contatto con l’azienda svizzera del gruppo Swatch, che da anni produce casse e bracciali per orologi a Sesto Calende, nel Varesotto. Da un paio di giorni, infatti, la Lascor è al centro delle cronache locali e non solo a causa di un curioso caso scoppiato al suo interno. Tutto ha inizio lo scorso anno, quando l’azienda decide di investire undici milioni di euro in macchinari per far fronte all’altissima richiesta di produzione. Nonostante la crisi, il settore orologiero va a gonfie vele e gli affari aumentano così tanto che a metà del 2011 alla Lascor viene richiesto un ulteriore incremento della produzione. I vertici decidono di convocare i sindacati per ridiscutere le condizioni contrattuali e lavorative dei quattrocento dipendenti. Gli straordinari non bastano, è necessario invertire la rotta e garantire la produzione a ciclo continuo, tre turni per sette giorni alla settimana senza interruzione, festivi e domeniche ovviamente compresi.

Al tavolo della trattativa siedono Giuseppe Marasco, delegato Fim-Cisl, e Francesca De Musso, funzionaria Fiom-Cgil. Tre le condizioni essenziali proposte dai sindacati: regolarizzazione dei duecento precari, aumento del salario di almeno 300 euro e sperimentazione dei termini dell’accordo per tutto il 2012. La Lascor accetta e in azienda vengono votate le nuove condizioni attraverso il referendum. Il risultato è incredibile: su 433 votanti, 262 sono contrari alla riorganizzazione, 158 i favorevoli, 9 schede nulle e 4 bianche.

262 lavoratori contro i 158 dipendenti non hanno voluto cambiare il regime di vita. «È comprensibile – spiega a tempi.it Giuseppe Marasco – che i 262 dipendenti non abbiano voluto cambiare il proprio regime di vita, fatto della Messa della domenica e del pranzo in famiglia. Io non voglio in alcun modo colpevolizzare i lavoratori della Lascor che lavorano tutti con impegno e passione, come per esempio ha fatto pubblicamente il sindaco di Sesto Calende. La verità è che in Italia una persona non è abituata a lavorare la domenica e vorrebbe non doverlo fare. Però ci sono delle persone nel nostro paese che lavorano nei giorni festivi: che differenza c’è tra una mamma che lavora nella grande distribuzione o in ospedale e una che lavora nell’industria?». Dello stesso parere è il delegato Fiom Francesca De Musso, che aggiunge: «La domenica è l’unico giorno della settimana in cui ci si può ritrovare in famiglia, difficile chiedere a un lavoratore di fare questo sacrifico. Vorrei anche ricordare che i lavoratori della Lascor non sono dei lazzaroni, come qualche suo collega giornalista li ha definiti. Lavorano da sempre su tre turni anche il sabato e quando l’azienda gli ha chiesto il sacrificio di qualche domenica non si sono mai tirati indietro».

LEGGI ANCHE:

Uscita

Cosa possono fare politica e società per arginare le “grandi dimissioni”

2 Luglio 2022
Premio Luigi Amicone Ricci Sargentini Matzuzzi

Il primo Premio Luigi Amicone a Monica Ricci Sargentini e Matteo Matzuzzi

30 Giugno 2022

E allora perché hanno rifiutato l’offerta? «Perché non sono disposti a sacrificare la domenica in cambio di 300 o 400 euro che non sono nemmeno sicuri di ricevere», chiarisce De Musso. «Per ricevere quello che noi abbiamo definito “gettone continuativo” i dipendenti della Lascor devono raggiungere le 32 ore di lavoro del ciclo continuo, composto da quattro giorni di lavoro più due di riposo. Se per qualsiasi motivo l’operaio ha un deficit di mezz’ora nelle ore complessive non ha diritto ai 75 euro in più settimanali. Quindi, a causa di un mal di testa o di una sveglia che non suona potrebbe non ricevere l’incentivo e magari ha lavorato anche di domenica: un disastro». Il peso della prestazione però, come fa notare Marasco, si alleggerirebbe: «Le ore diminuiscono anche se aumentano le domeniche e i festivi in cui al lavoratore tocca andare in fabbrica. Se per esempio il 25 aprile cade di giovedì e a me in quel mese tocca lavorare al giovedì sono costretto a fare il mio turno».

La Lascor però ha delle richieste di produzione dalla casa madre da rispettare, altrimenti presto potrebbe essere declassata e, per assurdo, potrebbe trovarsi a dover licenziare i propri dipendenti, gli stessi a cui oggi offre qualche centinaio di euro in più. Quali potrebbero allora essere gli scenari futuri, anche all’indomani del rilievo che questa notizia ha avuto sulla stampa locale e nazionale? «È un’ottima domanda – commenta Marasco -. La situazione è questa: i lavoratori si sono espressi e il sindacato rispetta la votazione. Però l’azienda ha bisogno di lavorare e credo che dovrà risistemare le cose unilateralmente, per evitare il declassamento. Forse a farne maggiormente le spese saranno i precari, favorevolissimi alla trattativa perché avrebbero visto i loro contratti in scadenza trasformarsi in contratti a tempo indeterminato. Aspettiamo e vediamo». Francesca De Musso spera che il tavolo della trattativa si riapra in fretta per il bene di tutti, azienda e dipendenti: «I lavoratori hanno bocciato la prima ipotesi ma ci sono dei margini di miglioramento e secondo me dobbiamo lavorare tutti in quella direzione. Sapevamo che il gettone continuativo avrebbe creato dei problemi e così è stato. Spero che la Lascor faccia uno sforzo ulteriore per sbloccare la situazione». E i precari? «Non posso credere che li lascino a casa, è nell’interesse di tutti continuare a lavorare e tenere i ritmi alti».

I due sindacalisti sperano che la situazione si risolva per il meglio e a tempi.it confidano entrambi che avrebbero firmato l’accordo: «Perché stanno chiudendo tantissime aziende in zona e in questo periodo un lavoro lo devi tenere con le unghie e con i denti». Anche loro hanno una famiglia, potrebbero rinunciare al pranzo della domenica? «Ho quattro figli – spiega Marasco -. Se avessi un salario di 1.200 euro, 400 euro in più al mese mi farebbero comodo. La vera riflessione da fare però è un’altra. La nostra società si muove verso un modello diverso, dove non esistono i sabati e le domeniche e il lavoro non termina quando esci dall’ufficio. Forse è di questo che dovremmo iniziare a parlare, non solo a livello locale ma nazionale».

Tags: cgilfiomLavorosalario minimotempitempi.it
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Uscita

Cosa possono fare politica e società per arginare le “grandi dimissioni”

2 Luglio 2022
Premio Luigi Amicone Ricci Sargentini Matzuzzi

Il primo Premio Luigi Amicone a Monica Ricci Sargentini e Matteo Matzuzzi

30 Giugno 2022
Joe Biden e Jerome Powell

Nessuno in America sa come spiegare la super inflazione. Né come fermarla

21 Giugno 2022
Salario minimo

Di cosa parliamo quando parliamo di legge sul salario minimo

11 Giugno 2022
Luigi Amicone Caorle

Tutti a Caorle per “chiamare le cose con il loro nome”: c’è il Premio Luigi Amicone

20 Aprile 2022
Corrado Passera

La ricetta di Passera per fare impresa. «Basta con la scusa che “in Italia non si può”»

13 Marzo 2022
Per commentare questo contenuto occorre effettuare l'accesso con le proprie credenziali.

Video

Foto Red Dot per Unsplash
Ambiente

Stop auto endotermiche? «Decisione ideologica»

Redazione
9 Giugno 2022

Altri video

Lettere al direttore

L'unione civile tra Francesca Pascale e Paola Turci, Montalcino, 3 luglio 2022

Chiamare le cose con il loro nome. Due esempi

Peppino Zola
5 Luglio 2022

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Economia di guerra o no? È ora di parlare chiaro agli elettori
    Lodovico Festa
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    Il samizdat slovacco che parlò di Cl negli anni Ottanta
    Angelo Bonaguro
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    L’aborto non può essere considerato un diritto naturale
    Emanuele Boffi
  • Cartolina dal Paradiso
    Cartolina dal Paradiso
    L’ideale cristiano non è la brava persona di successo, ma il santo
    Pippo Corigliano
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Vasilij Grossman, la Russia e Macron
    Rodolfo Casadei

Foto

Ragazza in bicicletta
Foto

Esame di maturità. Un rito di passaggio

27 Giugno 2022
Egisto Corradi
Foto

La faccia più vera

26 Maggio 2022
Foto

Il potere dei senza potere e la guerra in Ucraina

20 Maggio 2022
Foto

“Investire in educazione”. Incontro sulla mostra “Alleanza scuola lavoro”

10 Maggio 2022
Foto

“Droga, le ragioni del no. Scienza, prevenzione, contrasto, recupero“

2 Maggio 2022

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2021: euro 155.773,68. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Società
    • Social network
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist