Il rapimento, «l’apice dell’abominio», ha prodotto un piccolo miracolo in Nigeria. In un paese diviso da scontri etnici e religiosi, insieme ai cristiani anche diversi imam hanno condannato la violenza
Deborah Peters viveva in Nigeria, nello stesso paese delle 300 studentesse rapite da Boko Haram. Nel 2011 i jihadisti le assassinarono il padre, pastore protestante, e il fratello. «Stanno ancora cercando mia madre perché si è convertita al cristianesimo»
Intervista al presidente della Conferenza episcopale nigeriana: «Il fenomeno Boko Haram è stato sottovalutato dalle autorità che non hanno saputo reagire prontamente»
Il governo ha fatto vedere alle famiglie il video rilasciato da Boko Haram e tutti sono scoppiati a piangere riconoscendo le proprie figlie. Per ritrovarle, gli Usa potrebbero inviare dei droni
Guido Olimpio, giornalista del Corriere della Sera esperto di terrorismo, spiega a tempi.it la strategia degli islamisti, che continuano a rilasciare video e messaggi: «Diffondono l'idea di essere soli contro il mondo»
In un nuovo video il leader dei terroristi islamici Abubakar Shekau ha promesso di liberare le studentesse in cambio degli islamisti prigionieri nelle carceri nigeriane
Perché l'esercito non ha protetto le ragazze? Perché il governo non le ha cercate? Perché non si sottolinea che sono in maggioranza cristiane e che sono riuscite a scappare dagli islamisti di Boko Haram quasi solo musulmane?
Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Italia e Cina promettono aiuto al governo africano mentre le famiglie delle ragazze rapite vivono nel terrore: «Dobbiamo dormire nella foresta»
In due diversi attacchi nello Stato di Borno, lunedì e martedì, gli islamisti hanno raso al suolo un villaggio con gli esplosivi, mentre «sono passati casa per casa in cerca di ragazze» in un altro
Lo ha dichiarato in una nota la Christian Association of Nigeria (Can), che ieri ha reso noti anche i nomi di 180 tra le ragazze sequestrate dagli islamisti