Sogno di una notte di mezza estate. In gattabuia

Di Claudio Bottan
10 Settembre 2012
In Italia non è previsto il reato di tortura, quindi il problema non esiste. Quindi i carcerati possono continuare a soffrire dietro le sbarre. lettera dal penitenziario di Vicenza

Caro direttore,
lager, in tedesco, significa magazzino. Allora possiamo dire che nel nostro paese esistono 206 lager dove sono immagazzinate 67mila persone, e siccome i lager sono piccoli – oppure la merce è tanta – i corpi vengono posizionati a strati di tre piani. Ma la corte europea per i diritti dell’uomo ha condannato ripetutamente lo Stato italiano per violazione dell’art. 3 della Convenzione, che proibisce la tortura. Allora, è etimologicamente coerente affermare che nei lager italiani i prigionieri vengono torturati e trattari in modo disumano e degradante.

A questo punto sorge un problema serio: in Italia vige l’obbligatorietà dell’azione penale; ciò significa che il magistrato che viene a conoscenza di una notizia di reato, ha l’obbligo di aprire un fascicolo di indagine (contro ignoti?), svolgere accertamenti ed eventualmente rinviare a giudizio gli indagati. Stante la gravità dei reati ed il pericolo (certezza) di reiterazione dei medesimi, il gip deve sicuramente ordinare la custodia cautelare in carcere degli indagati che nel frattempo avrà certamente individuato.

E qui, la faccenda si complica ulteriormente perché al gip sorgerà il dubbio atroce: posso e devo ordinare il mio arresto e quello dei miei colleghi? Indeciso e profondamente turbato dall’idea del carcere, il gip si rivolgerà immediatamente al presidente del tribunale, il quale trasferirà il quesito al Csm, che coinvolgerà il presidente della Repubblica, che convocherà immediatamente e camere per un messaggio urgente: amnistia!

Era solo un sogno, tranquilli. Anzi, un incubo, capita spesso in carcere. Non c’è nessun rischio che ciò accada, semplicemente perché in Italia non è previsto il reato di tortura, quindi il problema non esiste. Sogni d’oro a tutti.

Claudio Bottan

Carcere di Vicenza, 5 settembre 2012

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